Peter Benenson: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Peter Benenson nacque a Londra da una famiglia [[ebraica]] benestante. Era il nipote del banchiere ebreo-russo Grigori Benenson e figlio dell'ereditiera Flora Benenson Solomon, che allevò il figlio da sola dopo la morte del marito, Harold Solomon, colonnello dell'esercito britannico, avvenuta quando Peter aveva nove anni.<ref>[http://www.moreorless.au.com/heroes/benenson.html Peter Benenson, eroe del XX secolo]</ref> Da bambino ebbe come insegnante privato il poeta [[W.H. Auden]] e successivamente frequentò i [[college]] di [[Eton College|Eton]] e [[Oxford]]. Il suo impegno civile cominciò presto: già nel periodo scolastico si occupa della sorte di alcuni bambini ebrei tedeschi in fuga dalla [[Germania nazista]] e degli orfani della [[guerra civile spagnola]].<ref>[http://www.amnesty.it/50-anni/biografia-peter-benenson Biografia sul sito di Amnesty Italia]</ref> Dopo aver servito come volontario non combattente l'[[esercito britannico]], durante la [[seconda guerra mondiale]], durante la quale lavorò nell'ufficio stampa del Ministero dell'Informazione, si laureò poi in [[legge]] e si iscrisse al [[Partito Laburista (Regno Unito)|Partito laburista]] nel [[dopoguerra]]. Incaricato dai [[sindacati]] inglesi, lavorò in Spagna per la difesa di alcuni [[sindacalisti]] sotto processo durante il regime di [[Francisco Franco]], riuscendo a farli assolvere. Si occupò anche, tra l'altro, di mandare osservatori nell'[[invasione sovietica dell'Ungheria|Ungheria invasa dall'URSS]] nel [[1956]]. Fondò poi, con altri avvocati, il gruppo JUSTICE, che offriva l'assistenza legale a persone i cui diritti non erano garantiti.<ref
===Amnesty International===
È stato nel [[1961]] il fondatore di Amnesty International e da allora divenne un paladino dei [[diritti civili]] famoso in tutto il mondo.[[File:Amnesty International (logo).jpg|thumb|upright=0.7|Il logo di Amnesty International]]
Scelse come simbolo della sua associazione una [[Amnesty International#Significato del simbolo|candela nel filo spinato]]:{{Citazione|Quando ho acceso la prima candela di Amnesty avevo in mente un vecchio proverbio cinese: "Meglio accendere una candela che maledire l'oscurità". Questo è anche oggi il motto per noi di Amnesty|Peter Benenson}} Benenson decise di fondare l'organizzazione [[umanitarismo|umanitaria]] dopo aver letto su un quotidiano - rimanendone scosso - la notizia della condanna a sette anni di reclusione per due studenti [[portogallo|portoghesi]], colpevoli di aver fatto un brindisi augurale in nome della [[libertà]], in riferimento [[decolonizzazione|all'indipendenza]] dell'[[impero coloniale portoghese]], durante il periodo del [[Estado Novo (Portogallo)|regime dittatoriale]] di [[Antonio de Oliveira Salazar]].<ref name=bio>[http://www.amnesty.org/en/library/asset/ACT30/005/2001/en/22a88f2d-d961-11dd-a057-592cb671dd8b/act300052001en.html Biografia su Amnesty.org]</ref>
Benenson scrisse una lettera all'editore del giornale ''[[The Observer]]'', [[David Astor]], che il 28 maggio del [[1961]] decise di pubblicarla accanto ad un articolo intitolato ''"I prigionieri dimenticati"'' (''"The forgotten prisoners"''). Nella missiva, Benenson chiedeva ai lettori di scrivere a loro volta lettere a sostegno degli studenti imprigionati e di altri [[prigioniero di coscienza|prigionieri di coscienza]]. La reazione fu talmente vasta che ben presto gruppi di autori di lettere a sostegno della causa dei due giovani portoghesi vennero costituiti in una dozzina di paesi.<ref
Nel [[1966]],
Peter Benenson si sposò due volte: con Margaret Anderson, da cui ebbe due figlie, divorziando nel [[1972]], e con Susan Booth nel [[1973]], dalla quale ebbe un figlio e una figlia.<ref>[http://cosmos.ucc.ie/cs1064/jabowen/IPSC/php/art.php?aid=141961 Peter Benenson biography, original The Indipendent]</ref>
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