Omotossicologia: differenze tra le versioni

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Se viceversa, o perché la tossina è particolarmente “aggressiva” o perché i sistemi emuntoriali non sono sufficienti, si determina un’alterazione dell’equilibrio, che l’organismo, nella sua naturale tendenza verso il mantenimento o il ripristino della sua “omeostasi ristretta” (Laborit), cerca di compensare innescando meccanismi supplementari di tipo autodifensivo: le [[Malattia|malattie]].
 
Secondo l’Omotossicologia la malattia è da interpretare come la risultante che scaturisce dall’interazione tra noxa patogena, fattori ambientali e soprattutto reattività: le malattie sarebbero l’espressione della lotta dell’organismo contro le [[Tossina|tossine]], al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sarebbero l’espressione della lotta che l’organismo compie per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine<ref>Reckeweg H. H. Omotossicologia. ''Prospettive per una sintesi della medicina''. Milano, Guna Editore, 1988</ref> .
A seconda dell’entità dell’aggressione e dell’integrità del sistema difensivo autologo (che Reckeweg chiama Sistema della Grande Difesa), l’organismo manifesterebbe quadri clinici differenti che si possono classificare in 6 fasi. Nella sua Tavola delle Omotossicosi (quadro sinottico che classifica le diverse patologie), Reckeweg rappresenta i vari gradi di reattività attraverso i quali l’organismo cerca di mantenere o ripristinare la sua omeostasi, il suo equilibrio, il suo stato di salute. Ogni fase rappresenterebbe l’espressione delle diverse capacità reattive (infiammatorie) dell’organismo, l’espressione di altrettanti tipi di equilibri di flusso raggiunti dall’organismo per conservare la propria omeostasi ristretta.
Si distinguono 2 fasi Umorali, 2 fasi della Sostanza Fondamentale e 2 fasi Cellulari<ref>Reckeweg H. H. Omotossicologia. ''Prospettive per una sintesi della medicina''. Milano, Guna Editore 1988; Heine H. ''Manuale di Medicina Biologica''. Milano, Guna Editore 1999</ref>.
* Le Fasi Umorali rappresentano situazioni patologiche in cui la prognosi è favorevole, in quanto espressioni di una buona reattività. Si distinguono:
** la Fase di escrezione: le tossine non arrivano neanche in contatto con le cellule epiteliali delle mucose, ma vengono inglobate ed espulse con le secrezioni fisiologiche;
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** la Fase di degenerazione: il perdurare dell'accumulo di tossine di impregnazione determina, dopo il parziale blocco enzimatico, il danno dell'organulo intracellulare, e la conseguente degenerazione dei tessuti;
** la Fase di dedifferenziazione: la stimolazione infiammatoria cronica della cellula può determinare la sua sdifferenziazione in cellule anomale che, anche per il contemporaneo indebolimento-sovvertimento delle difese organiche, possono prendere il sopravvento sull'intero organismo.
Partendo da queste considerazioni, H.H. Reckeweg descrisse il fenomeno della cosiddetta'' vicariazione'', cioè lo spostamento della malattia da un [[Tessuto (biologia)|tessuto]] all’altro, da un organo all’altro. La vicariazione può avere una prognosi positiva (in questo caso è detta “regressiva” e corrisponde al processo di guarigione naturale) o, viceversa, negativa (in questo caso è detta “progressiva” e coincide, per esempio, con il processo di cronicizzazione). La terapia omotossicologica si pone come obiettivo l’innesco della vicariazione regressiva, [[Biologia|biologicamente]] favorevole e caratterizzata dalla riattivazione delle funzioni disintossicanti, dalla tendenza all'escrezione delle omotossine e dalla comparsa di recidive di fasi precedenti<ref>Relazione tenuta dal dr. H.H. Reckeweg al Congresso della Società Internazionale di Omotossicologia e terapia antiomotossica del 28 e 29 ottobre 1972, pubblicata su Biologische Medizin 6, pagpagg. 121–138</ref>.
 
=== Farmacologia omotossicologica ===