Benito Albino Dalser: differenze tra le versioni

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Secondo la ricostruzione di Zeni, basata su un'intervista che questi afferma di aver avuto con la Dalser, sarebbe stato
riconosciuto a [[Milano]] dal padre l'11 gennaio del [[1916]]. Tuttavia il documento di riconoscimento non è mai stato
trovato<ref>Sulla rivista ''Storia illustrata'', Arnoldo Mondadori Editore, numero 259, giugno 1979, nell'articolo ''Gli arricchiti all'ombra di Palazzo Venezia'' di [[Silvio Bertoldi]], nella pagina 97, viene citato un certificato del comune di Milano, del 21 ottobre [[1916]], nel quale si dichiara: "... la famiglia del militare Mussolini Benito è composta dalla moglie Dalser Ida e di numero 1 figli ..."</ref><ref>Sulla rivista ''Historia'', nell'articolo citato in bibliografia, si fa sempre riferimento a un documento dell'Ufficio di stato civile di Milano, verosimilmente il medesimo della nota precedente, riportato in forma più estesa: "Il sindaco del suddetto comune attesta che la famiglia del militare Mussolini è composta da moglie e da numero uno figli e ha diritto pel primo lunedì al soccorso di lire 7,70 e per ogni lunedì successivo di lire 2,45 [...] Lì 21 ottobre 1916".</ref>. Nel [[1925]] Benito Mussolini, da circa tre anni [[capo del governo]], nello stesso anno del suo [[matrimonio]] religioso con [[Rachele Guidi]], avrebbe assegnato al piccolo Benito Albino una ''dote'' di centomila lire in [[Buono del Tesoro Poliennale|Buoni del Tesoro]]<ref>Fonte: Maria Antonietta Serena, articolo citato in bibliografia. La cifra, rapportata al potere di acquisto dell'anno 2007 (ultimo anno disponibile) secondo i coefficienti di trasformazione [[Istat]], equivale a circa 73.000 Euro.</ref> ma, al di fuori di questa elargizione, non si occupò direttamente del figlio. I rapporti con Benito Albino furono invece tenuti dal fratello del duce [[Arnaldo Mussolini|Arnaldo]] che ebbe nei confronti del nipote un comportamento affettuoso.
 
Benito Albino visse con la madre in varie località fino al 1926 quando la donna, che non aveva rinunciato a proclamarsi ''legittima'' consorte del capo del [[fascismo]], fu internata nel [[manicomio]] di [[Pergine Valsugana|Pergine]] e, successivamente, in quello di [[San Clemente (isola)|San Clemente]] nella [[Laguna di Venezia|laguna