Munuza: differenze tra le versioni

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Mantenne il suo incarico anche coi wali che succedettero ad ʿAbd al-ʿAzīz, [[Ayyub ibn Habib al-Lakhmi|Ayyūb ibn Ḥabīb al-Lakhmī]] ([[716]]), ad interim, [[Al-Hurr ibn Abd al-Rahman al-Thaqafi|al-Ḥurr ibn ʿAbd al-Raḥmān al-Thaqafī]] ([[716]]-[[719]]), [[Al-Samh ibn Malik al-Khawlani|al-Samḥ ibn Mālik al-Khawlānī]] ([[719]]-[[721]]), [[Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi|ʿAbd al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī]] (721) ad interim e [[Anbasa ibn Suhaym al-Kalbi|ʿAnbasa ibn Suḥaym al-Kalbī]] ([[721]]-[[726]]).
 
Nel [[722]] le sue truppe furono sconfitte, dai primi ribelli (circa 300), riuniti attorno a PelayoPelagio, nella [[battaglia di Covadonga]] (scaramuccia insignificante per i cronisti arabi), che per i cronisti cristiani fu l'inizio della [[Reconquista]].
Fu sconfitto ed ucciso dal principe delle Asturie, [[PelayoPelagio delle Asturie|Pelagio]], all'inizio della Reconquista.
 
== La leggenda di Ormesinda ==
 
Secondo la leggenda, Munuza si innamorò di Ormesinda, sorella di PelayoPelagio (che era anche il tutore della sorella). Munuza, nel [[717]], incaricò PelayoPelagio di portare i tributi della provincia nella capitale di al-Andalus, [[Siviglia]] e, approfittando dell'assenza di PelayoPelagio, fece rapire Ormesinda, per poterla sposare; ma il giorno delle nozze Ormesinda si avvelenò e morì e PelayoPelagio uccise Munuza quello stesso giorno.
 
Una seconda versione della morte di Munuza, lo fece morire nella [[battaglia di Covadonga]].
 
Una terza versione dice che abbia finito i suoi giorni a [[Gijón]] con Ormesinda, dopo essersi riappacificato con PelayoPelagio.
 
Una quarta versione, infine, dice che si sia ritirato sulle sponde del [[Guadalquivir]], dove visse con Ormesinda.