Dacia (provincia romana): differenze tra le versioni

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Da questo momento per circa un quarantennio la Dacia fu sconvolta da continue invasioni da parte dei barbari, anche a causa della forma dei suoi territori allungati, al di là del limes-danubiano, nell'immenso "mare barbarico" della [[Sarmazia]]. E fu così che nel [[256]] l'imperatore [[Gallieno]] fu costretto ad abbandonare buona parte dei territori del Nord delle Tre Dacie (vale a dire tutta la ''Dacia Porolissensis'' e parte della ''Dacia Superiore''), in seguito ad una nuova invasione di Goti e [[Carpi (popolo)|Carpi]]. Una volta attraversata la catena montuosa dei [[Carpazi]], gli invasori riuscirono infatti a cacciare i Romani dalla zona settentrionale, con la sola eccezione delle zone più meridionali e prossime al [[Danubio]] (ovvero le attuali regioni dell'[[Oltenia]] e della [[Transilvania]]). Questi eventi sono stati tramandati da un breve passo di [[Eutropio]] e confermati dai numerosi scavi archeologici della zona, che testimoniano una totale cessazione delle iscrizioni e delle monete romane nel nord del Paese a partire proprio dal [[256]].<ref>Mazzarino, p. 560; [[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', 9, 8.</ref> È inoltre attestata la presenza di alcuni ufficiali delle legioni [[legio V Macedonica|V ''Macedonica'']] e [[legio XIII Gemina|XIII ''Gemina'']] nei pressi di [[Poetovio]], a conferma di un principio di "svuotamento" delle guarnigioni delle Tre Dacie a vantaggio della vicina [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]].<ref>cfr. interpretazione del Mocsy, p.209 e le seguenti iscrizioni: {{AE|1936|54}}; {{AE|1936|55}}; {{AE|1936|56}}; {{AE|1936|57}}.</ref> Tuttavia la resistenza romana alle invasioni di Goti e Carpi nel sud della provincia fu celebrata l'anno successivo, quando a Gallieno fu attribuito l'appellativo di "''Dacicus maximus''".<ref>{{CIL|2|2200}}; {{AE|1993|914}}; {{CIL|8|1430}}; IRT 927; Grant, p. 229; Mócsy, p. 205.</ref>
 
L'ultimo atto doveva però consumarsi però quindici anni più tardi (nel [[271]]-[[273]]) quando l'imperatore [[Aureliano]], a causa della crescente crisi lungo le frontiere danubiane, oltre alla secessione in Occidente dell'Impero delle Gallie ed in Oriente del Regno di Palmira, fu costretto ad evacuare la provincia delle Tre Dacie, sotto i crescenti colpi da parte soprattutto di Goti (in particolare, della tribù dei [[Tervingi]]<ref>Southern, 226.</ref>) e Carpi, oltre ai Sarmati Iazigi della piana del [[Tibisco]].<ref>Watson (pp.155-156) aggiunge che entrambe le due legioni furono ritirare e riposizionate: la [[legio V Macedonica]] a [[Ratiaria]], la [[legio XIII Gemina]] ad [[Oescus]] in [[Mesia]].</ref> Egli, sgombrando l'area a nord del Danubio, decise di formare tuttavia una nuova provincia di Dacia a sud del corso del grande fiume, scorporando due nuove regioni dalla [[Mesia (provincia romana)|Mesia inferiore]]: la "Dacia Ripense" e la "Dacia Mediterranea".<ref>Historia Augusta, ''Aureliano'', 39.7; Eutropio, ''Breviarium ab urbe condita'', 9, 15; Mazzarino, pp. 566-567; Grant, p. 247; Southern, p.225 (data l'abbandono della Dacia tra il [[271]] ed il [[273]]); Watson, p.55.</ref>
 
Le conseguenze dell'abbandono romano del bacino [[Carpazi|carpatico]] generò non solo nuove tensioni tra Goti e [[Gepidi]] ad oriente e Iazigi ad occidente, a causa del contatto tra le varie tribù, ma permise anche di rafforzare le frontiere del medio-basso corso del Danubio con il ritiro di due intere legioni ([[legio V Macedonica]] e [[legio XIII Gemina]], posizionate ora ad [[Oescus]] e [[Ratiaria]]) ed un consistente [[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|numero di unità ausiliarie]], per un totale complessivo di oltre quarantacinquemila armati.<ref>Mócsy, pp. 211-212.</ref>
 
L'abbandono della ''Dacia Traiana'' dei romani è menzionato dalla [[Historia Augusta]]<ref>Historia Augusta, ''Aureliano'', 39.7.</ref> e da [[Eutropio]] nel suo ''Breviarium'', libro IX:
{{quotecitazione|''La provincia di Dacia, che Traiano aveva formato oltre il Danubio, è stata abbandonata, dopo che l'Illirico e la Mesia sono state spopolate, perché era impossibile mantenerla. I romani, spostati dalle città e terre di Dacia, si sono sistemati dall'interno della Mesia, che adesso chiamano Dacia, sulla sponda destra del Danubio fino al mare, rispetto a cui la Dacia si trovava prima sulla sinistra.''|[[Eutropio]], Breviarium, libro IX.|''Provinciam Daciam, quam Traianus ultra Danubium fecerat, intermisit, vastato omni Illyrico et Moesia, desperans eam posse retinere, abductosque Romanos ex urbibus et agris Daciae in media Moesia collocavit appellavitque eam Daciam, quae nunc duas Moesias dividit et est in dextra Danubio in mare fluenti, cum antea fuerit in laeva.''|lingua=la}}
 
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