Periodo dei Duchi: differenze tra le versioni

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Durante il governo dei duchi il trattamento dei [[Romanici]] fu molto duro, stando a quanto afferma [[Paolo Diacono]]:
{{QuoteCitazione|In questi giorni molti dei nobili Romani vennero uccisi per la cupidigia di ricchezze, mentre i restanti furono divisi tra i loro "ospiti" e resi tributari, stabilendo che essi avrebbero dovuto pagare la terza parte dei loro prodotti ai Longobardi. Da questi duchi longobardi, nel settimo anno dalla venuta di Alboino e del suo intero popolo, le chiese vennero spogliate, i preti uccisi, le città rovinate, le popolazioni cresciute come messi sui campi annientate, e, oltre alle regioni che Alboino aveva sottomesso, la maggior parte dell'Italia fu invasa e soggiogata dai Longobardi.|Paolo Diacono, ''Storia dei Longobardi'', II,32.}}
I duchi longobardi, dopo aver ucciso o scacciato la maggior parte dei latifondisti Romanici, impossessandosi dei terreni, permisero ai superstiti di conservare le terre; in base all' ''hospitalitas'', i latifondisti superstiti dovevano però versare un terzo dei raccolti alle fare longobarde; i Longobardi si erano così impossessati delle posizioni chiave della società, e ben pochi romanici poterono mantenere una posizione agiata.<ref>Jarnut, ''Storia dei Longobardi'', pp. 47-48.</ref>
 
===La controffensiva bizantina: Baduario (575-576)===
Nel frattempo, [[Tiberio II Costantino|Tiberio Costantino]], reggente dell'Impero d'Oriente a nome del folle [[Giustino II]], aveva comprato una tregua sul fronte persiano, non valida tuttavia per l'Armenia, e questo gli permise di inviare nuove truppe in Italia, comandate dal genero di Giustino II, [[Baduario]]. Baduario dovette arrivare a Ravenna nel 575/576, dove sembra che edificò una Chiesa, con nuove truppe provenienti dall'Oriente, di cui le fonti non riferiscono la forza e la composizione etnica, ma che alcuni studiosi hanno congetturato potesse contenere anche mercenari longobardi. Un passo della ''Storia Ecclesiastica'' di Giovanni di Efeso evidenzia infatti che 60.000 longobardi avevano combattuto nel 575 in Siria al servizio dell'Impero,<ref>Giovanni da Efeso, ''Storia Ecclesiastica'', VI,14.</ref> e non è da escludere che abbiano poi seguito Baduario in Italia.<ref>{{cita libro|Bavant|titolo=Le duché byzantin de Rome. Origine, durée et extension géographique|url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1979_num_91_1_2486|pagine=p. 46.}}</ref> Inoltre è possibile che a Benevento e a Spoleto fossero insediati, fin dai tempi della fine della [[guerra gotica (535-553)]], gruppi di Longobardi come ''foederati'' dell'Impero, a cui Baduario potrebbe aver richiesto sostegno contro i Longobardi ostili all'Impero. Queste sono però solo delle congetture, sicché l'unica fonte che descrive (in un rigo solo) la spedizione di Baduario è la Cronaca di [[Giovanni di Biclaro]]:{{QuoteCitazione|Baduario genero del principe Giustino viene vinto in battaglia dai Longobardi e non molto tempo dopo trova qui la fine della sua vita.|lingua=la|[[Giovanni di Biclaro]], ''Cronaca'', anno 576.|Baduarius gener Iustini principis in Italia a Longobardis proelio vincitur et non multo plus post inibi vitae finem accipit.}}
 
===La formazione dei ducati di Spoleto e Benevento e minaccia portata a Roma (576-580)===
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Comunque il pericolo corso a causa dell'alleanza tra Bisanzio e i Franchi, fece seriamente considerare ai Duchi la possibilità di porre fine all'anarchia: temendo una reazione più forte da parte bizantina dal sud e franca da ovest e necessitando di una leadership necessaria a coordinare le diverse forze militari, elessero in quello stesso anno un nuovo re, [[Autari]], figlio di Clefi, a cui fu ceduta la nuova capitale, [[Pavia]], e la metà delle ricchezze ducali.<ref>Jarnut, p. 36.</ref> Grazie alla leadership di Autari, i Longobardi riuscirono a respingere gli attacchi dei Franchi, riuscendo a salvaguardare il loro regno. Sembra tra l'altro che durante il regno di Autari le violenze contro i Romanici, che vi erano durante il periodo dei duchi, terminarono, o perlomeno si attenuarono:
{{quotecitazione|C'era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c'erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c'erano furti, non c'erano rapine; ognuno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore|[[Paolo Diacono]], ''[[Historia Langobardorum]]'', [[s:la:Historia Langobardorum - Liber III|III]], 16|''Erat hoc mirabile in regno Langobardorum: nulla erat violentia, nullae struebantur insidiae; nemo aliquem iniuste angariabat, nemo spoliabat; non erant furta, non latrocinia; unusquisque quo libebat securus sine timore''|lingua=la}}
 
====Bisanzio====
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==Bibliografia==
*{{en}} ''The Dark Ages 476-918'' (C. Oman) - Londra ([[1914]]).
 
{{portale|Longobardi}}