Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte: differenze tra le versioni

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Per volontà ed iniziativa di molti devoti si avanzò la proposta di onorare la memoria del santo con un gesto collettivo di gratitudine e riconoscenza e di restituire al culto emidiano le tre grotte esistenti alle pendici dell’altura di campo Parignano, nella zona [[nord]] della città, che furono celle di [[Monachesimo|monaci]], il luogo della sua [[sepoltura]] ed [[Oratorio (architettura)|oratorio]].
 
Sia le [[autorità]] civili e religiose che la cittadinanza accolsero la richiesta ed il giorno 23 gennaio [[1703]] il Consiglio dei Cento e della Pace di Ascoli nominò otto notabili della città come responsabili della raccolta delle offerte dei fedeli, conferendo loro l’incarico di destinare l’intera somma ricevuta dalle [[Oblazione|oblazioni]] per la costruzione della chiesa.
 
Il 12 marzo [[1703]] il capitolo della cattedrale affiancò, agli otto nominati dal comune, due [[Canonico|canonici]] per collaborare al reperimento degli oboli ed inoltre stabilì che le entrate della baronia di Maltignano di quell’anno e dei quattro anni successivi sarebbero state destinate a questa causa.
 
In brevissimo [[tempo]] si riunì la somma di 4000 [[Scudo (moneta)|scudi]] in contanti ed oltre questi furono donati oggetti preziosi come [[Collana|collane]] ed [[Anello (gioiello)|anelli]] in [[oro]]. Nell’elencazione delle elargizioni, riportata dal Bucciarelli, compare un resoconto dettagliato in cui si legge che tra le offerte più generose si annoverano quelle di un anonimo benestante signore ascolano che donò 1000 scudi, le 12 [[Parrocchia|parrocchie]] della città 300 scudi, i canonici della [[cattedrale]] 200 scudi, gli "anziani" col consiglio generale 200 scudi, il [[vescovo]] Giovanni Giacomo Bonaventura 100 scudi, i [[Monastero|monasteri]] cittadini delle [[Suora|suore]] 100 scudi.
 
Si legge nel ''Bullarium'' vescovile che la mattina del [[giorno]] 4 aprile [[1717]] il vescovo Gambi, benedisse la prima pietra alla presenza di numerosi fedeli e dette inizio ai lavori.
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Un nuovo intervento di restauro avvenne nel [[1954]] su interessamento di mons. Giuseppe Castelli, che con la collaborazione del Genio Civile di Ascoli ottenne la riparazione ed il consolidamento del [[Cupola|cupolino]] esterno, la sistemazione del piccolo piazzale antistante, la sostituzione di parti logore o mancanti del mattonato esterno, la riparazione della facciata, il consolidamento delle [[Volta (architettura)|volte]] e delle strutture interne ed un nuovo altare.
La piccola chiesa è stata annoverata nell’anno [[2000]] nell’elenco dei “Luoghi dello Spirito” per “Le vie del giubileo nella Regione Marche”.
Gli interventi ricostituivi più recenti sono dell’anno [[2001]] attuati su iniziativa dell’attuale rettore don Emidio Rossi. Nel [[2002]] il Lions Club di Ascoli Host e Urbs turrita ha donato un nuova [[Porta (architettura)|porta]] d’ingresso. Nel 2013 il vescovo di Ascoli [[Silvano Montevecchi]] vi destina la sede del Capitolo Piceno della [[Confraternita di San Jacopo di Compostella]].
 
==Architettura==
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*[[Tempietto di Sant'Emidio Rosso]]
*[[Cripta di Sant'Emidio]]
*[[Chiesa di Sant'Ilario (Ascoli Piceno)|Chiesa di Sant'Ilario]]
 
== Altri progetti ==