Carlo Pareschi: differenze tra le versioni

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|nome = Carlo Pareschi
|istituzione=Camera dei Fasci e delle Corporazioni
|immagine = Carlo Pareschi (cropped).gif
|luogo_nascita = Poggio Renatico
|data_nascita = 19 agosto [[1898]]
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Celebre agronomo, aderì al [[fascismo]] all'inizio degli anni venti e fu, durante la dittatura mussolinana, Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste. Dal [[1928]] al [[1932]] è stato segretario generale della Confederazione fascista degli Agricoltori mentre nel [[1933]] entrò nel [[Gran Consiglio del Fascismo]], pur senza mai parteciparvi.
 
Nel luglio del [[1943]] votò in favore dell'ordine Grandi in maniera un po' anomala: a chi gli faceva notare che l'approvazione di tale decreto imponeva le dimissioni del [[duce]] egli rispondeva "''sono solo parole, come al solito non cambierà mai niente''". Anche dopo l'arresto di [[Benito Mussolini]] egli, che si considerava un tecnico prestato quasi controvoglia alla politica, non calcolò la prevedibile voglia di vendetta dei fascisti e rimase a [[Roma]], dove ai primi di ottobre fu catturato dalle truppe della neonata [[Repubblica Sociale Italiana]].
 
Condotto a [[Verona]] e [[processo di Verona|processato]] insieme agli altri "traditori" del 25 luglio, fu condannato a morte insieme a [[Galeazzo Ciano]] nel [[1944]] e giustiziato l'11 gennaio dello stesso anno. {{cn|Poco prima della condanna, ebbe una crisi di pianto e si mise a gridare invocando pietà: fu l'unico, insieme a [[Giovanni Marinelli]], ad avere una reazione del genere.}}