Romanzo generazionale: differenze tra le versioni

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Ma il primo romanzo che si può definire generazionale è [[I dolori del giovane Werther|''I dolori del giovane Werther'' di Goethe]] del 1774. Il protagonista ritenedo la propria anima più grande del mondo, lo rifiuta e si suicida. Successivamente Goethe stesso supera il romanzo generazionale, scrivendo il primo romanzo di formazione ''La missione teatrale di Guglielmo Meister''. In questo modo inizia la dialettica tra i due sottogeneri di romanzo.<br />
 
I successivi romanzi generazionali più noti sono: ''Le confessioni di un figlio del secolo'' di [[Alfred de Musset|de Musset]] (1836), ''[[''Un eroe del nostro tempo'' (Lermontov)|Un eroe del nostro tempo]]'' di [[Lermontov]] (1840), ''[[Il garofano rosso (romanzo)|Il garofano rosso]]'' di [[Elio Vittorini|Vittorini]] (1933), ''[[Il sogno di una cosa]]'' di [[Pasolini]] (1949), ''[[Il giovane Holden]]'' di [[J.D. Salinger|Salinger]] (1951).<br />
 
In Italia negli anni '70 con il tardo-moderno ''Cani sciolti'' di [[Renzo Paris]] (1973) ritorna il romanzo generazionale, ripreso dai successivi [[Enrico Palandri|Palandri]] (1979), [[Tondelli]] (1980), [[Claudio Piersanti|Piersanti]], [[De Carlo]], Del Giudice, [[Silvia Ballestra|Ballestra]], [[Enrico Brizzi|Brizzi]], Demarchi, [[Giuseppe Culicchia|Culicchia]].