Qilij Arslan I: differenze tra le versioni
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==Il contrasto dei Crociati==
[[File:Anatolia 1097 it.svg|thumb|upright=1.6|[[Anatolia]] nel 1097, prima dell'[[Assedio di Nicea (1097)|Assedio di Nicea]]; è inoltre contrassegnato il sito della [[battaglia di Manzicerta]].]]
La figura di Qilij Arslan è conosciuta nella storia occidentale quasi solo per l'azione di contrasto attuata nei confronti dei [[Crociati]] che, dalla lontana Europa latina, si proponevano di conquistare la Siria-Palestina, prendendo di nuovo il controllo del [[Santo Sepolcro]] di [[Gesù di Nazaret|Gesù]] a [[Gerusalemme]]. Il sultano dovette mettere da parte le sue conflittualità coi [[danishmendidi]] e rivolgersi al pericolo proveniente da occidente.
Alla fine del 1097 una seconda ondata franca investì il suo regno. Stavolta non si trattava solo di pezzenti, ma di diverse schiere occidentali dirette in Palestina. I Franchi, sostenuti dai bizantini, circondarono Nicea, capitale del sultanato, ma un tentativo di liberarla il 21 maggio fu vano e il sultano fu costretto ad abbandonare la città, che non sarebbe stata più turca per altri due secoli. In giugno, presso [[Dorileium|Dorileo]], operò un ulteriore tentativo di contrattacco, ma l'imboscata tesa ai danni dei crociati non riuscì a sortire l'effetto sperato, anzi l'armata selgiuchide fu completamente annientata. Le voci della sconfitta si diffose in tutto l'oriente, diffondendo panico e sgomento.<ref>[[Amin Maalouf]], ''op. cit.'', p. 32</ref>
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
[[Amin Maalouf]], ''Le croisades vues par les Arabes'', Jean Claude Lattès, 1983, ed. it. ''Le crociate viste dagli arabi'', Società editrice internazionale Torino, 1989
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|carica = [[Sultanato di Rum|Sultano di Rum]]
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