Basilica di San Barnaba: differenze tra le versioni

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=====Seconda campata=====
La seconda [[campata]] della [[navata]] destra ospita l<nowiki>'</nowiki>'''altare di [[Antonio abate|sant'Antonio abate]]''' o '''di [[Giuseppe (padre putativo di Gesù)|san Giuseppe]]''', ed era curato dalla [[confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] della Carità, il cui stemma (una [[croce potenziata]] [[Rosso|rossa]] con la parola latina "''charitas''" in lettere [[Oro|dorate]]) campeggia nel [[Frontone (architettura)|frontone]].
 
La statua [[marmo]]rea di [[Antonio abate|sant'Antonio Abate]] è opera dello [[scultore]] [[Ercole Ferrata]],<ref name="nota1001"/><ref name="nota1111">''La Basilica di San Barnaba'', in ''Il Marinese'', anno II n° 37 (12 dicembre 1954), p. 11.</ref> mentre il sottostante quadro raffigurante [[Giuseppe (padre putativo di Gesù)|san Giuseppe]] con il [[Bambino Gesù]] è stato dipinto nel [[1871]] dalla [[Pittore|pittrice]] Anna Maria Meucci.
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[[File:Basilica di San Barnaba 05.JPG|thumb|left|Lo [[scudo (difesa)|scudo]] [[Ottomani|ottomano]].]]
 
La terza [[campata]] della [[navata]] destra ospita l<nowiki>'</nowiki>'''altare della Madonna del Popolo''', così denominato da un'[[icona (arte)|icona]] [[miracolo]]sa della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine Maria]] venerata dal popolo come [[Madonna del Popolo (Marino)|Madonna del Popolo]]. Anche se la tradizione [[Iconografia attribuita a san Luca|attribuisce l'icona a san Luca evangelista]], il primo documento che si conosce al riguardo è un [[atto notarile]] del [[1280]] in cui viene detto che l'immagine venne trasportata a [[Roma]] da un membro della [[Colonna (famiglia)|famiglia Colonna]] che si era recato a [[Costantinopoli]].<ref>{{cita|Girolamo Torquati|p. 3|cidTorquati1}}.</ref> [[Papa Martino V]] nella prima metà del [[XV secolo|Quattrocento]] fece portare l'icona a Marino nella [[Museo Civico Umberto Mastroianni|collegiata di Santa Lucia]], dove le fu eretto un altare realizzato con [[Marmo|marmi]] antichi, spoliati forse dal tempio di [[Diana (divinità)|Diana]] ad ''[[Aricia]]''.<ref>{{cita|Girolamo Torquati|p. 14|cidTorquati1}}.</ref> L'icona venne solennemente traslata nella nuova basilica di San Barnaba il 10 dicembre [[1662]],<ref>{{cita|Girolamo Torquati|pp. 7-8|cidTorquati1}}.</ref> e collocata dove è {{chiarire|attualmente|quando?}}, in un altare ricavato dalla spoliazione dei marmi della vecchia collegiata: da notare le due [[Colonna|colonne]] in [[marmo giallo antico]].<ref name="nota1002"/> La Madonna del Popolo venne invocata dal popolo marinese in svariate occasioni,<ref>{{cita|Girolamo Torquati|p. 9|cidTorquati1}}.</ref> perché intercedesse in occasione di [[Peste|pestilenze]], [[Carestia|carestie]], [[Grandine|grandinate]], [[siccità]]. Tutti gli ornamenti e gli ''[[ex voto]]'' dell'icona furono rubati nei due furti sacrileghi del [[1911]]<ref name="ReferenceA"/> e del [[1914]]: nel primo caso furono individuati e condannati come colpevoli tre [[Anarchia|anarchici]], mentre non si conoscono i colpevoli del secondo furto.
 
Intorno all'altare si trova una sequenza di riquadri in [[stucco]] [[Settecento|settecenteschi]] di mano anonima all'interno dei quali sono dipinti episodi evangelici e biblici: alcune scene sono molto rovinate. <br /> Nel secondo pilastro è incastonata nel muro la teca che ospita uno [[scudo (difesa)|scudo]] [[Ottomani|ottomano]],<ref name="nota1002"/> riportato a Marino dopo la [[Battaglia di Lepanto (1571)|battaglia di Lepanto del 1571]] contro l'[[Impero Ottomano]] vinta dalla flotta confederata della [[Lega Santa (1571)|Lega Santa]], in cui il [[Signorie a Marino|signore di Marino]] [[Marcantonio Colonna|Marcantonio II Colonna]] era l'[[ammiraglio]] del contingente pontificio. Sulla teca sono incise le seguenti parole:
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=====Seconda campata=====
La seconda [[campata]] della [[navata]] sinistra è occupata dall<nowiki>'</nowiki>'''altare del [[Crocifisso]]''' o '''dell'[[Maria Addolorata|Addolorata]]''', che prende nome da un [[crocifisso]] [[Legno|ligneo]] di grandi dimensioni attribuibile ad una scuola umbra del [[XIV secolo|Trecento]].<ref name="nota1001"/> Ai piedi del crocifisso è collocata un'"''[[Maria Addolorata|Addolorata]]''" di piccole dimensioni di [[Carlo Maratta]].<ref name="nota1001"/>
 
Ai quattro pilastri della cappella sono murate altrettante lapidi di [[marmo]] che ricordano i nomi dei caduti nei bombardamenti aerei anglo-americani del 2 e del 17 febbraio [[1944]] e nei seguenti spezzoni aerei.<ref name="nota1001"/><ref>''Vedi [[Caduti di Marino nella seconda guerra mondiale]], [[Marino durante la seconda guerra mondiale]] ed [[I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale]]''</ref>
 
=====Terza campata=====
La terza [[campata]] della [[navata]] sinistra ospita l<nowiki>'</nowiki>'''altare del [[Sacro Cuore di Gesù|Sacro Cuore]]''', restaurato nel [[1952]] in occasione del cinquantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale del marinese [[Giovanni Battista Trovalusci]], all'epoca [[vicario generale]] della [[Sede suburbicaria di Albano|diocesi suburbicaria di Albano]].<ref name="nota1001"/> Il quadro dell'altare, di grandi dimensioni, è un'opera del pittore [[Giuseppe Ciotti]] realizzata nel [[1966]], raffigurante l'umanità sofferente che ricorre al [[Sacro Cuore di Gesù]] sotto la guida appunto di [[Monsignore|monsignor]] Trovalusci.<ref name="nota1001"/>
 
Al secondo pilastro è incastonata una lapide funeraria di [[marmo]] che ricorda il [[sottoufficiale]] della [[Gendarmeria Pontificia]] Domenico Terribili, insignito dell'[[Ordine di San Silvestro Papa]] e morto il 10 gennaio [[1859]], con la seguente iscrizione:
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=====Transetto destro=====
Nel [[transetto]] di destra è ospitato l'<nowiki>'</nowiki>'''altare del [[Santissimo Sacramento]]'''<ref name="nota1002"/> o '''della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmelo]]''', edificato dal marinese Giovanni Battista Mochi utilizzando [[marmi colorati antichi]] come il [[marmo giallo antico]], il marmo nero ed il [[marmo serpentino]].<ref name="nota1002"/> La [[pala d'altare]] è un dipinto anonimo di grandi dimensioni raffigurante la [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmelo]], il Bambino Gesù ed i [[Santo|santi]] [[Teresa d'Ávila]] e [[Giovanni della Croce]].<ref name="nota1002"/> Il [[tabernacolo]] è un'opera moderna di Luigi Gozzi.<ref name="nota1002"/>
 
=====Transetto sinistro=====
Nel [[transetto]] di sinistra è collocato l<nowiki>'</nowiki>'''altare di [[Bartolomeo apostolo|san Bartolomeo]]''', un [[Altare|altare ''privilegiatum'']] edificato dal marinese Giulio Galantini e dalla sua famiglia nella seconda metà del [[XVII secolo|Seicento]] utilizzando [[marmi colorati antichi]]: notevole il [[Paliotto|paliotto d'altare]] [[Intarsio|intarsiato]].<ref name="nota1001"/>
 
La [[pala d'altare]] è un "''Martirio di san Bartolomeo''" di [[Giacinto Campana]]<ref>D. Stone Guercino catalogo completo Giunti. pag.162</ref>, copia contemporanea dell'originale di [[Guercino|Giovanni Francesco Barbieri detto "il Guercino"]] eseguito e conservato nella chiesa di San Martino a [[Siena]] tra il 1635/1636, eseguita probabilmente su commissione del [[cardinale]] [[Girolamo Colonna]]. Una seconda copia, datata 1774, ad opera della pittrice [[Annunziata Verchiani]] è custodita nella chiesa della Visitazione a [[Viterbo]]<ref>http://viterbo.artecitta.it/foto.php?PHPSESSID=%3C?php%20echo%20$sid;%20?%3E&idFoto=49&TitoloOpera=CHIESA%20DELLA%20VISITAZIONE%20%28DETTA%20DELLA%20DUCHESSA%29</ref>.
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====Il coro d'inverno====
Nella cappella del coro d'inverno, sono conservate alcune opere degne di nota: anzitutto un ''San Francesco d'Assisi'' attribuito a [[Girolamo Muziano]] ([[1528]]-[[1592]]) o a [[Giovan Battista Caracciolo]] ([[1578]]-[[1635]]), poi un'una ''Umanità di Cristo'' di [[Cherubino Alberti]] su disegno di [[Michelangelo Buonarroti]], due ovali su due pareti contrapposte raffiguranti ''San Pietro'' e ''San Paolo'', attribuiti a [[Guido Reni]]. Inoltre c'è anche un ''San Rocco'', copia del quadro conservato presso la [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Marino)|chiesa di Santa Maria delle Grazie]] e attribuito al [[Domenichino]] o a [[Mattia Farnese]] ([[1631]]-[[1681]]), quadro destinato in origine alla cappella di San Rocco nell'omonima località, rasa al suolo nel [[1944]].<ref>Vittorio Rufo (a cura di), Marino-Immagini di una città, p. 171.</ref> Pregevoli sono anche gli affreschi sul soffitto, raffiguranti la ''Gloria dello Spirito Santo'' su un finto soffitto sfondato, e gli stalli in noce del ''Coro'', risalenti al [[1747]].<ref name="Marino p. 40"/>
 
==La parrocchia==