Comprensione: differenze tra le versioni

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La '''comprensióne''', (dal [[lingua latina|latino]] ''comprehensio -onis'') letteralmente è la capacità di capire, cioè comprendere con la ragione un contenuto conoscitivo.<ref>''Vocabolario Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
 
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==Compassione==
La comprensione in quest'ultimo significato sentimentale può riferirsi alla [[compassione (filosofia)|compassione]] intesa come fonte della [[morale]]. Così ad esempio nella "morale della compassione" trattata da [[Schopenhauer]]. Poiché «ogni amore puro e sincero è pietà» <ref>''Il mondo come volontà e rappresentazione'' in Perone, Ferretti, Ciancio, Storia del pensiero filosofico, SEI, Torino 1974 pag.138</ref>, l'uomo provando compassione, nel senso originario del termine, cioè patendo assieme agli altri per il loro [[dolore (filosofia)|dolore]], non solo prende coscienza del dolore ma lo sente e lo fa suo. Con la condivisione del dolore, la [[Pensiero di Schopenhauer#La volontà di vivere|''volontà di vivere'']] sarà, sia pure momentaneamente, sconfitta poiché nella compassione è come se il singolo corpo del singolo uomo si dilatasse nel corpo degli altri uomini. La propria corporeità si assottiglia e la volontà di vivere è meno incisiva. Il dolore unendo gli uomini li accomuna e li conforta.
 
==Ermeneutica==
Un aspetto particolare della comprensione riguarda l'[[ermeneutica]] che è in [[filosofia]] la metodologia dell'[[interpretazione]] che, nata in ambito religioso con lo scopo di spiegare la corretta interpretazione dei testi sacri, assume un respiro più ampio tendente a dare un significato a tutto ciò che è di difficile comprensione.
 
Oggi si parla anche di [[ermeneutica giuridica]] <ref>Anche nel diritto musulmano; si veda in proposito [[Igtihad]]</ref> e di ermeneutica artistica, che sono rispettivamente la metodologia dell'interpretazione delle norme giuridiche e delle opere d'arte.
Tuttavia, il compito dell'ermeneuta non si esaurisce nella lettura o nella statuizione del metodo interpretativo: il dialogo con le religioni ([[Hans-Georg Gadamer]]) e il pensiero politico ([[Jürgen Habermas]]) si declinano tuttora secondo quello che viene chiamato [[circolo ermeneutico]].
 
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Per Dilthey ''spiegare'' e ''comprendere'' non si differenziano come due metodi diversi per chiarire un oggetto omogeneo, ma sono due diverse direzioni della [[coscienza]] che giungono a costituire due differenti categorie di oggetti (agli oggetti dello spiegare corrispondono le scienze empiriche; agli oggetti del comprendere, le scienze storico-sociali).
 
Il comprendere può essere articolato in una metodologia logico-[[transcendentale]] specifica per scopi teorici particolari; più in generale, però, la circolarità della comprensione è il modo in cui la vita si riferisce a se stessa, impegnando tutte le facoltà dell'animo (intelletto, sentimento e verità). Dilthey applicò l'ermeneutica metodologica, cercando di provvedere interpretazioni sistematiche e scientifiche situando ogni testo nel suo contesto storico originario.
 
Dopo Dilthey, la disciplina dell'ermeneutica si è distanziata da questa operazione centrale e fondamentale, estendendosi anche ai [[multimedialità|multimedia]] e alle basi dei significati stessi.
 
==Note==