Giuseppe Govone: differenze tra le versioni

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==Biografia==
===La giovinezza e la Prima Guerra d'Indipendenza===
Giuseppe Gaetano Maria Govone nacque da una famiglia di piccola nobiltà, trasferitasi da Fossano ad Alba con il nonno Vincenzo e la nonna Maria. Il capostipite sarebbe un certo Uberto del X secolo, mentre avrebbe ottenuto la nobiltà con Rodolfo nel XII secolo. Degno di nota è Giorgio che fu nel [[1713]] consigliere e segretario di Stato alle Finanze sotto [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]]. Il nonno del generale, Vincenzo, fu capitano nelle guerre contro la Repubblica francese, dal [[1791]] al [[1796]] e servì [[Vittorio Emanuele I]] a [[Cherasco]]. Il padre del generale Govone, Ercole, fu Sindaco di Alba nel [[1848]] e tale carica avrebbe ricoperto il figlio del generale, Uberto, negli anni della seconda guerra mondiale.
 
Frequenta dal [[1836]] al [[1844]] la Reale Accademia Militare di [[Torino]] uscendone col grado di [[sottotenente]] alla vigilia della [[Prima guerra di indipendenza italiana|prima guerra d'indipendenza]]. Nel [[1845]], col grado di [[luogotenente]] è aggregato al Corpo di Stato Maggiore. Durante il conflitto si comportò con onore ottenendo due medaglie d'argento. È a [[Pastrengo]], [[Peschiera del Garda|Peschiera]] e [[Cerlungo]]. Nominato capitano è aggregato allo Stato Maggiore di [[Alfonso La Marmora]] presso la 6ª divisione. Dopo la [[Battaglia di Novara (1849)|battaglia di Novara]] ([[1849]]), partecipa alla repressione dell'insurrezione di [[Genova]], dove conquista senza colpo ferire tre forti esterni.
 
===Le esperienze all'estero e la Guerra di Crimea===
Dal [[1849]] è addetto militare presso le legazioni di [[Vienna]] e [[Berlino]], mentre dal [[1851]] al [[1853]] è addetto allo stato maggiore della divisione di Novara. Nel [[1853]] parte volontario come osservatore della [[Guerra di Crimea|guerra d'Oriente]], tra [[Impero ottomano|Turchia]] e [[Russia]] nei [[Balcani]]. Da osservatore, ben presto Govone diventa parte viva e attiva nella guerra, combattendo al fianco dei turchi, dai quali riscuote notevole apprezzamento e stima. Combatte dunque tra il [[1853]] e il [[1854]] al fianco degli [[Ottomani]] sul [[Danubio]] e si prodiga nella difesa di [[Silistra]], dove si guadagna fama di stratega prevedendo le mosse dell'esercito russo, e convincendo il governatore [[Rifaat Pasciàa|Rifaat Pascià]] far erigere un ulteriore linea difensiva nella piazzaforte, la cui costruzione, sotto il fuoco nemico, fu diretta dallo stesso Govone.
 
Linea difensiva questa che poi risultò di vitale importanza per gli Ottomani, che vinsero poi la battaglia. Un ufficiale inglese, osservatore straniero anch'egli, vedendolo ritornare dalle linee esterne dopo aver diretto personalmente il trinceramento esterno di Silistra, con dispetto gli disse: "''È una vergogna che voi e questa gente vi esponiate così. L'abc del mestiere dell'ingegnere è di mettersi al riparo''."; di tutta risposta Govone ebbe a dirgli: "''E l'abc del mestiere del soldato è di mostrare alla truppa di avere sangue freddo''". Dopo due anni di conflitto, Govone era diventato un punto di riferimento per l'esercito ottomano, il cui stato maggiore, oltre ad affidargli continuamente incarichi, lo invitava più e più volte a ''farsi turco'', così da poter diventare immediatamente generale e prendere sotto il suo comando le armate ottomane.
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===L'esperienza da ministro e l'eclissi===
Designato a guidare la spedizione contro Roma del 1867, che non ebbe luogo per opposizione della Francia, tornò alla Camera nella X Legislatura per il Collegio di [[Spoleto]]. Le inimicizie nei suoi confronti si manifestarono dal 14 dicembre 1869 quando Govone accettò il [[Ministero della Difesa|dicastero della Guerra]], nel [[Governo Lanza]] con [[Quintino Sella]] alle Finanze. Govone fu l'unico generale disposto ad accettare igli enormi tagli alla spesa militare richiesti da Lanza e Sella. Gli attacchi della casta militare (chiamata anche "setta piemontese") furono durissimi e aumentarono con lo scoppio inaspettato nell'estate della [[guerra franco-prussiana]]. Govone venne accusato di non aver condiviso e impedito, con le sue economie, il piano di occupazione del Lazio e di Roma. Il ministro cedette fisicamente e lasciò il dicastero il 7 settembre per non meglio spiegati parossismi di follia. Dopo lunga e grave malattia, morì suicida nella sua casa di Alba (Palazzo Caratti Govone) nel gennaio [[1872]]. Il [[Liceo Classico]] di [[Alba Pompeia|Alba]], che contribuì a fondare, porta il suo nome.
 
==Onorificenze==