Basilica di Santa Chiara (Napoli): differenze tra le versioni

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{{Citazione|Munastero 'e Santa Chiara / tengo 'o core scuro scuro... / Ma pecché, pecché ogne sera, / penzo a Napule comm'era, / penzo a Napule comm'è...|''Questa canzone venne scritta in memoria della semi-distruzione della basilica, in seguito ai bombardamenti aerei del 4 agosto 1943, data in cui il notevole interno barocco andò distrutto}}</small>
La '''basilica di Santa Chiara''', con l'adiacente complesso monastico, entrambi conosciuti anche come '''monastero di Santa Chiara''', è un edificio di culto di [[Napoli]].
 
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Tra il [[1742]] e il [[1762]] l'aspetto gotico fu celato da decorazioni [[barocco napoletano|barocche]] progettate da [[Domenico Antonio Vaccaro]], [[Gaetano Buonocore]] e da [[Giovanni del Gaizo]]. La [[Volta (architettura)|volta]] fu decorata da stucchi e [[Affresco|affreschi]] di [[Francesco De Mura]], [[Giuseppe Bonito]], [[Sebastiano Conca]] e [[Paolo de Maio]]. Il bombardamento [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleato]] del [[1943]] distrusse il tetto e la decorazione barocca, mentre le opere scultoree furono totalmente o parzialmente danneggiate; quelle sopravvissute, dopo la ricostruzione, furono spostate in un altro luogo, tranne il pavimento disegnato da [[Ferdinando Fuga]].
 
L'interno risulta attualmente formato da un'unica [[navata]] rettangolare, disadorna e senza [[Transetto|transetti]], con dieci cappelle per lato. Nella zona presbiterialesonopresbiteriale sono posti sulla parete di fondo il ''[[sepolcro di Roberto d'Angiò]]'', opera dei [[Firenze|fiorentini]] [[Giovanni Bertini (scultore)|Giovanni]] e [[Pacio Bertini]]. Ai lati del sepolcro del re ci sono quelli di ''Maria di Durazzo'' (a sinistra) e del primogenito ''Carlo, Duca di Calabria'' (a destra), databili 1311-1341 con il primo attribuito ad ignoto maestro durazzesco, mentre il secondo a [[Tino di Camaino]]. Sulla parete sinistra del [[presbiterio]] invece vi è il ''Sepolcro di Maria di Valois'', databile 1331 ed anch'esso del Camaino. Di fronte ai monumenti funebri invece vi è il trecentesco altare maggiore di autore ignoto, con un crocifisso ligneo del [[XIV secolo]], di ignoto autore probabilmente senese. A destra del presbiterio vi è l'accesso alla barocca [[sagrestia]] con affreschi e arredi mobiliari risalenti al [[1692]]; in una sala adiacente si può ammirare un panno ricamato del [[XVII secolo]]. Altri due ambienti di passaggio, il primo decorato da [[Maiolica|maioliche]] del [[XVIII secolo]] e il secondo con affreschi di un pittore fiammingo del [[XVI secolo]], si passa di fronte ad una scalinata chiusa al pubblico che sale al convento e quindi, per un portale gotico, si accede al "Coro delle monache".
 
Sulla controfacciata si trova al lato sinistro il ''Sepolcro di Agnese e Clemenza di Durazzo'', opera di [[Antonio Baboccio da Piperno]], sulla destra invece resti di un affresco vicino a [[Giotto]].
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[[File:SantaChiarainside.jpg|thumb|Navata e cappelle del lato destro]]
 
Il coro delle monache è concepito come una piccola chiesa riprendendo una [[sala capitolare]]. Questo conserva l<nowiki>'</nowiki>''[[arcosolio]] del Re Roberto'' degli scultori [[Giovanni Bertini (scultore)|Giovanni]] e [[Pacio Bertini]], e, sulle pareti, resti di affreschi sulle ''Storie Neotestamentarie'' e l<nowiki>'</nowiki>''Apocalisse ''di [[Giotto]] e frammenti di alcuni affreschi [[Arte del Rinascimento|rinascimentali]].<ref>Questi cicli sono andati quasi interamente perduti durante i restauri barocchi e i bombardamenti alleati.</ref>
 
==== Organo a canne ====