Pierre Coustau: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Si conosce molto poco della vita di Coustau. Nato a Parigi, compì studi giuridici. Vissedopo i quali visse per qualche tempo a [[Vienna]] e, in seguito, a [[Lione]]. Qui fece la conoscenza dell'editore [[Macé Bonhomme]], attivo nel campo dell'editoria di argomento erudito, e divenne amico dell'umanista [[Pierre Davantès]]<ref>''Pierre Davantès l'aîné'', detto ''Antesignanus'', nato il 1525 e morto il 1561, fu umanista e, occasionalmente, anch'egli editore</ref>. Dell'amicizia con Davantès vi è una testimonianza in un'opera pubblicata da Coustau nel 1554<ref>''Typus Messiae et Christus Domini... Accessit Targum Kohelet...'', Lione, Macé Bonhomme et Pierre Davantès, 1554, [[In quarto|in 4°]].</ref>, all'interno della quale è riprodotta una lunga epistola inviataspeditagli da Davantès, ascritta Coustauin un [[lingua ebraica|ebraico]] [[letteratura ebraica|letterario]], recante la [[Calendario ebraico|data ebraica]] del terzo giorno del mese di [[Tevet]] 5314 (corrispondente all'8 dicembre [[1553]] del [[calendario giuliano]]), scritta in un [[lingua ebraica|ebraico]] [[letteratura ebraica|letterario]].
 
Secondo una congettura di Valérie Hayaert, dell'[[European University Institute]], Coustau ebbe anche un secondo nome latinizzato, ''Petrus Costus'': mentre con il primo (''Petrus Costalius'') firmava opere giuridiche e di [[emblematica]], con il secondo scrivevaavrebbe scritto su materie [[rabbino|rabbiniche]] e di [[religione ebraica]].
 
== Opera ==
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La sua opera più importante è ''[[Pegma|Pegma, cum narrationibus philosophicis]]'', pubblicata a Lione nel 1555, per i tipi di Macè Bonhomme che già due anni prima, nel marzo 1553, si era assicurato il [[Privilegio (diritto comune)|privilegio]] di pubblicazione.
 
Si tratta un lavoro di [[emblematica]] ispiratoche si ispira, in maniera palese, all<nowiki>'</nowiki>''[[Emblemata]]'', l'opera di [[allegorie]] e [[simboli]] pubblicata nel [[1531]] da [[Andrea Alciato]], umanista e giurista comeal pari di Coustau.
 
L'opera di Coustau è dedicata a 122 emblemi, 95 dei quali sono illustrati e inquadrati in cornici decorative. Molti emblemi sono collegati a questioni e argomenti di natura giuridica e sono accompagnati, in una scelta che marca l'innovatività dell'opera, da "''narrationes philosophicae''". In questo modo, Coustau aveva ripreso un'innovazione introdotta nel [[1552]] da Barthélemy Aneau, il quale, traducendonel tradurre l'opera di [[Andrea Alciato|Alciato]], vi aveva apposto dei brevi commentari.
Coustau sviluppa questa idea attraverso la redazione di saggi filosofici compiuti e autosufficienti, in una maniera che può ricordare i ''[[Saggi (Montaigne)|Saggi]]'' di [[Michel de Montaigne]].
 
L'opera ebbe subito una [[lingua volgare|volgarizzazione]] in francese, ''Le Pegme'' (1555), grazie all'opera dia Lanteaume de Romieu. Alla prima edizione in volgare, priva delle dissertazioni filosofiche, fece seguito una più fedele nel 1560, comprendente la traduzione delle originarie ''narrationes philosophicae'' di Coustau.
 
=== Altre opere ===
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== Note ==
 
<references/>
 
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* [http://www.emblems.arts.gla.ac.uk/french/contents.php?id=FCPb Riproduzione facsimile dei 122 emblemi] da [http://www.emblems.arts.gla.ac.uk/french/books.php?id=fcpb Pierre Coustau's Pegma], Lyons, Macé Bonhomme, 1555 (da [http://www.emblems.arts.gla.ac.uk/french/index.php French Emblems] at [[University of Glasgow]])
 
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