Bodhisattva: differenze tra le versioni

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Il voto del ''bodhisattva'' (''praṇidhāna'') nella letteratura religiosa Mahāyāna richiama inequivocabilmente il desiderio di condividere la ''[[bodhi]]'' con tutti gli [[Esseri senzienti (Buddhismo)|esseri senzienti]], così il ''[[Prajñāpāramitāsūtra]]'' più antico (composto a cavallo della nostra Era), l'''Aṣṭasāhasrikāprajñāpāramitā'':
 
{{q|Collocherò me stesso nella "talità" (''[[tathātā]]''<ref>Si può rendere anche "quiddità" o "sicceità". Corrisponde alla realtà delle cose così come è in sé stessa prima della loro organizzazione deformata dal nostro pensiero. Da notare che nel ''[[Sutra del Loto: II capitolo|II capitolo del Sutra del Loto]]'' quando uno dei suoi più importanti discepoli, Śāriputra, lo interroga sulla dottrina più profonda, il [[Buddha Śākyamuni]] non risponde con la dottrina delle [[Quattro nobili verità]] ma con la dottrina dei ''[[tathatā]]''. La dottrina delle [[Quattro nobili verità#La dottrina delle Quattro nobili verità nel Mahāyāna|Quattro nobili verità, secondo i mahāyānisti]] è una dottrina ''[[Hīnayāna]]'' che occorre per rimuovere gli "oscuramenti passionali" ma ancora non completa. È con la dottrina dei ''[[tathatā]]'' che si rimuovono gli "oscuramenti cognitivi" conseguendo l'onniscienza (sarvajñāna) raggiungendo così la ''[[bodhi]]'' dei ''[[buddha]]'', l' ''[[anuttarā-samyak-saṃbodhi]]''.</ref>) e, in modo che tutto il mondo possa essere soccorso, collocherò tutti gli esseri nella "talità", e condurrò al ''[[nirvāṇa]]'' il mondo innumerevole degli [[Esseri senzienti (Buddhismo)|esseri senzienti]]|''Aṣṭasāhasrikāprajñāpāramitā''}}
 
Da tener presente che l'intera letteratura Mahāyāna insiste sulla [[vacuità]] di tutto il Reale e quindi sull'inesistenza di qualsiasi "essere" dal salvare: