Svolta di Salerno: differenze tra le versioni

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fronte popolare
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La cosiddetta '''"svolta di Salerno"''', avvenuta nell'aprile del [[1944]], prende il nome da una iniziativa di [[Palmiro Togliatti]], su impulso dell'[[Unione Sovietica]], finalizzata a trovare un compromesso tra partiti [[Antifascismo|antifascisti]], [[monarchia]] e [[Pietro Badoglio|Badoglio]], che consentisse la formazione di un [[governo]] di unità nazionale al quale partecipassero i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nel [[Comitato di Liberazione Nazionale]], accantonando quindi temporaneamente la questione istituzionale. L'iniziativa si concluse con l'accettazione di una mediazione di [[Enrico De Nicola]] concernente il trasferimento di tutte le funzioni ad [[Umberto II d'Italia|Umberto di Savoia]], quale Luogotenente del Regno e l'indizione di una consultazione elettorale per un'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea Costituente]] e la scelta della forma dello Stato solo al termine della guerra. Nel Secondo dopo guerra la svolta di Salerno creerà non pochi problemi alla tesi unitarista del Fronte popolare. Alcuni tra i socialisti massimalisti del PSI rinfacciavano infatti a Togliatti ed al PCI di essere venuti a patti con la monarchia e con il potere democratico, e quindi si erano resi impuri.
 
==Retroscena==