Libertà va cercando, ch'è sì cara: differenze tra le versioni
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{{citazione|Or ti piaccia gradir la sua venuta:<br />[[:s:Divina_Commedia/Purgatorio/Canto_I#libertà va cercando|libertà va cercando, ch'è sì cara,<br />come sa chi per lei vita rifiuta]].|Purgatorio [[s:Divina_Commedia/Purgatorio/Canto_I|canto I]] vv. 70-72}}
'''Libertà va cercando, ch'è sì cara''' è un verso di [[Dante Alighieri|Dante]] (v. 71), del [[Purgatorio - Canto primo|I canto del Purgatorio]] della [[Divina Commedia]]: sono le parole rivolte da [[Virgilio]] a [[Catone Uticense]] (custode dell'accesso al monte del Purgatorio) per presentargli [[Dante]] in quanto "cercatore di libertà"; le successive (''come sa chi per lei vita rifiuta'', v. 72), sono invece riferite al suicidio di Catone a [[Utica (Tunisia)|Utica]], all'approssimarsi della dittatura [[Gaio Giulio Cesare|cesariana]].
Il giudizio dantesco sul suicidio, esplicitamente condannato nel canto infernale di [[Pier delle Vigne]], è qui capovolto come eccezione, in virtù dello scopo eroico di libertà "politica" di quel gesto di Catone (come accennato nel [[De Monarchia]], II 5, 15); la libertà ricercata da Dante è invece quella dal male, intrinseco nella condizione umana<ref>D. Alighieri, ''La Commedia'', vol. II, a cura di Bianca Garavelli, Milano, Bompiani, 1993, p. 13.</ref>.
==Note==
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