Timore di Dio: differenze tra le versioni

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Secondo l'insegnamento che afferma che ''lo stolto non ha timore del peccato'' anche il timore del peccato è un'ulteriore prova della fede in Dio che permette di assumere il comportamento più consono alle prescrizioni della [[Torah]], sia etiche che pratiche: ''senza sapienza non c'è timore''.
 
Alcuni maestri hanno asserito che l'uomo che teme il proprio prossimo, "portandogli" così rispetto che non mancherebbe anche senza, dovrebbe soffermarsi maggiormente e con attenzione sul timore che deve essere rivolto a Dio ed imparare dal primo per il secondo.
 
Qualche volta, non per mancanza di sollecitudine, non per incapacità, non per apparente disorientamento interiore, né per timidezza, succede che per timore di Dio si esiti ad intraprendere lo studio di un particolare testo sacro ebraico o a recitare una [[Tefillah]] (in quest'ultimo caso talvolta molti attendono un'ora circa di preparazione per la dedicazione liturgica per Dio).