Aspetto verbale: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Nowiki inseriti da dispositivo mobile Modifica visuale |
Etichette: Nowiki inseriti da dispositivo mobile Modifica visuale |
||
Riga 63:
Nell'esempio è stato sempre usato il verbo ''vedere'', ma nei primi tre casi l'aspetto era perfettivo, nei secondi tre imperfettivo. Il verbo cambia aspetto in funzione del significato e della costruzione [[grammatica]]le.
Nelle lingue europee moderne - ad eccezione della [[lingua greca]], delle [[lingue slave]] e di alcune [[lingue finnopermiche]] - questa distinzione linguistica è sparita dalla [[flessione (linguistica)|flessione]], sostituita in genere da [[perifrasi]] o costruzioni progressive.
Già nel [[lingua latina|latino]]<nowiki> ci si limitava a contrapporre l'</nowiki>'''infectum'' '''''(non compiuto) al '''perfectum'' '''''(azione compiuta)'''''. '''''Di conseguenza le lingue neolatine come l'italiano o il francese hanno sviluppato '''tempi verbali imperfettivi''' (come l'imperfetto) e '''perfettivi '''(come il passato prossimo o il passato remoto).
Anche nella grammatica italiana sono stati individuati schemi aspettuali marcati da perifrasi diverse.
In italiano gli unici tempi verbali che suggeriscono un'idea esatta di aspettualità sono il '''passato prossimo''' (perfettivo) e l''''imperfetto''' (imperfettivo). Per esprimere l'aspetto negli altri tempi viene usata la perifrasi. Esempi:
* ''inizio a fare'', ''finisco di fare'' (perfettivi dell'imperfettivo ''fare''),
* ''fermare ogni tentativo'', ''fermare qualsiasi protesta'' (imperfettivi del perfettivo ''fermare'').
==Greco antico==
Si possono utilizzare esempi dal greco antico, giacché questa è la lingua che meglio connota l'aspetto verbale (in greco il valore temporale è subordinato a quello aspettuale, ad eccezione dell'indicativo). Ad esempio:
|