Pax Nicephori: differenze tra le versioni
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== Guerra tra i Bizantini e i Franchi ==
{{vedi anche|Invasione franca della Venezia}}
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Nel [[808]] un nuovo generale imperiale, Paolo stratego di Cefalonia, giuse a Venezia, pare per continuare le trattative con i Franchi. Dopo aver aggredito [[Comacchio]], fallendo, partì subito dopo, forse costretto dalla riaffermazione del partito filo-franco a Venezia, come fonti filo-franche riferiscono.<ref>{{cita|Ravegnani (2006)|p. 43.}}</ref> Nel 809 Venezia fu invasa da Pipino, figlio di Carlo; le fonti sono discordi sull'esito dell'invasione: se fonti filo-franche riferiscono la sottomissione franca della Venezia, fonti venetiche invece sostengono che l'invasione fallì grazie alla strenua resistenza dei Venetici; comunque sia i Venetici furono costretti a pagare un tributo, segno che l'invasione franca aveva avuto almeno un successo parziale.<ref>{{cita|Ravegnani|pp. 43-44.}}</ref> Nel [[810]] le operazioni militari terminarono e si avviarono le trattative di pace: Niceforo I inviò allora ad Aquisgrana lo spatario Arsafio che negoziò una tregua con Carlo; nel 811 Arsafio ritornò a Costantinopoli, con alcuni inviati di Carlo tra i quali si ricorda Aigone conte di [[Forlì]]<ref>[[Flavio Biondo]], ''Historiarum ab inclinatione romanorum imperii'', II, l. II (Basilea 1531, p. 167).</ref>, per presentare all'Imperatore il trattato che aveva concluso con Carlo; si fermò inoltre anche a Venezia dichiarando deposti i duchi filo-franchi Obelerio e il fratello Beato (associato al potere), sostituendoli con il duca filo-bizantino Partecipazio; Obelerio tentò la fuga ma i Franchi lo catturarono e lo consegnarono ai Bizantini, che lo deportarono in esilio a Costantinopoli.<ref>{{cita|Ravegnani (2006)|p. 44.}}</ref>
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