Chiesa di San Giovanni di Verdara: differenze tra le versioni

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|Diocesi = [[Diocesi di Padova|Padova]]
|AnnoConsacr =
|StileArchitett = [[goticoArchitettura gotica|Gotico]]-[[Architettura rinascimentale|rinascimentale]]
|InizioCostr = [[XIII secolo]]
|FineCostr =
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La '''chiesa di San Giovanni di Verdara''' è un edificio di origine medievale che fu luogo di culto sino al [[1866]]. Si affaccia su contrà Verdara ora via San Giovanni di Verdara a [[Padova]]. Fu per secoli la chiesa del vicino monastero dei [[canonici regolari lateranensi]] e grande centro artistico della città. Oggi l'antica struttura, con gli annessi edifici monastici, è [[ospedale militare]].
 
== Storia ==
 
La chiesa sorse agli inizi del [[XIII secolo]] - già esistente nel [[1219]] - come edificio di culto di un cenobio di [[monaci benedettini]] ''albi'': questo priorato, sorto in una zona della città "viridaria" caratterizzata dalla rigogliosa vegetazione, era per questo denominato "in viridario" poi "di Verdara". Il monastero si fece centro religioso rilevante tra il [[XIV secolo]] ed il [[XV secolo]] ed i monaci ingrandirono ed ampliarono la chiesa e gli edifici annessi.
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Nella chiesa sono sepolti illustri personaggi: [[Andrea Briosco]], [[Lazzaro Bonamico]], [[Giovanni Calfurnio]], [[Giovanni da Cavino]], [[Luca da Reggio|Luca Ferrari]], [[Domenico Senno]].
== Descrizione ==
 
=== Esterno ===
[[File:Verdara.gif|miniatura|destra|Il complesso in un'incisione del 1640]]
Sulla facciata a salienti, rivolta a levante, si scorgono ancora le aperture gotiche, tra cui il bel rosone decorato da archetti polilobati; il resto dell'impianto architettonico è successivo, forse seicentesco. Sull'arcata sopra il portale maggiore stava un affresco di Giacomo Ceruti raffigurante "la Vergine con san Giuseppe e San Giovanni", mentre sulla sinistra stava il monumento sepolcrale di Andrea Briosco con tondo bronzeo recante l'effige dell'artista (disperso dopo il 1797) e memoriale dettata dal Canonico Girolamo Negri. Le fiancate sono mosse da numerosi e profondi archetti ciechi che denotano il carattere di una costruzione gotica, del XIV o XV secolo. L'abside rivolta a ponente sporge notevolmente dall'edificio e si conclude in pianta poligonale. A fianco sorge la base del campanile quasi del tutto atterrato dopo il 1866. A meridione si elevano le strutture monastiche ancora ben conservate caratterizzate dai due chiostri monumentali.
 
=== Interno ===
[[File:Tiepolo-s.patrizio.jpg|miniatura|sinistra|La Pala di San Patrizio, lavoro del Tiepolo già in San Giovanni di Verdara]]L'interno della chiesa a tre navate aperte da ariose arcate, era ricco d'opere d'arte: su un altare era collocata la mirabile scultura raffigurante "la Vergine Addolorata col Cristo morto e putto dolente" di Antonio Bonazza (ora esposta ai musei civici) su l'altare di San Patrizio preziosa tela di Giovambattista Tiepolo "San Patrizio Vescovo nell'atto di sanare un infermo" ora presso la pinacoteca civica. Due monumentali sepolcri rinascimentali ora collocati nel Chiostro del Noviziato alla Basilica di Sant'Antonio arricchivano la chiesa: il più antico, dedicato a Giovanni Calfurnio, opera di Antonio Minello e dirimpetto, quello a Lazzaro Bonamico, eretto su modello di Andrea Palladio ed impreziosito dal busto bronzeo dell'umanista opera di [[Danese Cattaneo]] (l'originale esposto ora al Museo Civico di Bassano). Numerose le tavole e le tele: [[Pietro da Bagnara]], [[Stefano Dell'Arzere]], [[Pietro Ricchi]], [[Alessandro Varotari]].
Il Rossetti ricorda che sull'altare del Santissimo "sta tabernacolo di Ebano, arricchito di pietre preziose del secondo genere che merita d'essere veduto".
 
== La collezione dei Canonici Lateranensi ==
 
Se con la soppressione del 1783 le Canoniche di Verona e Bergamo ebbero i beni finiti all'incanto, il Senato della Repubblica ebbe per quella di Padova particolare zelo nel conservare la grandiosa collezione che i religiosi per secoli arricchirono: oltre la biblioteca v'era la prestigiosa raccolta di "ritratti di uomini illustri, in metallo, in marmo, in avorio ed in cera", una ricca collezione di avori antichi e di bronzi, sia antichi che moderni, una considerevole pinacoteca e infine "vasi antichi, idoli e simulacri di molte e varie nazioni antiche e moderne, e moltissimi cammei e pietre intagliate; lucerne ed urne sepolcrali; pesi e sigilli antichi, degli alti e bassi tempi. V'ha altresì buon numero di minerali, fossili e crostacei, coralli e frutti marini,...stromenti matematici, astronomici ed ottici; ed una doviziosa raccolta di medaglie...". Una collezioni di stampo antiquariale, tanto in voga nell'Italia barocca. Tra i busti di cera spiccava quello del Tiziano "della più squisita manifattura" e tra le tele la Cena di Emmaus del Piazzetta (ora a Cleveland) ed opere di Girolamo Forabosco e Andrea Vicentino. L'apice delle raccolta si ebbe nel 1711 quando vi confluì la cinquecentesca collezione di Marco Mantova Bonavides magistralmente amministrata dall'abate Ascanio Varese (1726) coadiuvato alla biblioteca da Ludovico Antonio Muratori.
Alvise Tiepolo nel ruolo di "Aggiunto sopra li monasteri" curò la gestione dei beni dopo la soppressione, affiancato da Paolo Rucolini bibliotecario della Pubblica di Padova e dall'abate Jacopo Marelli bibliotecario della Marciana di Venezia, opera conclusa il 16 gennaio 1784. I beni più preziosi delle biblioteca furono portati alla Marciana e gli altri restarono alla città di Padova mentre "La parte Antiquaria...è da unirsi alle statue antiche, e famose, che si trovano nell'Atrio della Libreria di S. Marco, alle quali molto bene si uniformano queste cose di Antiquaria, essendo fra esse anco una raccolta di medaglie Greche e Romane, delle quali era desiderabile che si potesse averne qualche collezione a S. Marco...". Il rimanente restò a Padova, al Museo di Storia Naturale o Museo Pubblico, costituito già dal 1736, al Gabinetto di Fisica e alla Specola, mentre le "Pitture e Sculture...alla Città stessa di Padova col dovere di conservarle..." primitivo nucleo dell'attuale Museo Civico agli Eremitani.
 
== Bibliografia ==
 
* Giovambattista Rossetti, ''Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova'', in Padova 1780 Stamperia del Seminario
* [[Giannantonio Moschini]], ''Guida per la città di Padova'', Atesa editrice
* AA.VV., ''Padova Basiliche e chiese'', Neri Pozza Editore
* Giuseppe Toffanin, ''Le strade di Padova'', Newton e Compton Editori
* Giuseppe Toffanin, ''Cento chiese padovane scomparse'', Editoriale Programma
* AA.VV., ''Padova'', Medoacus
* Giovanna Luisa Ravagnan, ''Le collezioni di San Giovanni di Verdara''
 
== Voci correlate ==
 
* [[Chiese di Padova]]
* [[Diocesi di Padova]]
* [[Monumenti di Padova]]
 
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