Tragedia: differenze tra le versioni

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La tragedia greca propriamente detta si stempera nel periodo romano repubblicano. I [[Civiltà romana|Romani]] adattano le tragedie al loro tempo e alla loro cultura nelle [[fabula praetexta|fabulae praetextae]]. Tra i grandi autori di tragedie di ambito romano si possono ricordare nomi come Ennio e Nevio.
La tragedia greca riprende vigore con [[Lucio Anneo Seneca]], ma il gusto dell'orrido, del magniloquente e il grande numero di personaggi (non adatto per il teatro tragico a quel tempo) portano a ritenere che esse non fossero rappresentate ma destinate alla declamazione.
Nell'era cristiana scorgiamo alcuni monaci, come [[RosmitaRosvita]] che cercano di riprendere la modulistica tragica classica per parlare di argomenti biblici e sacri a fini apologetici e di conversione.
 
Il [[medioevo]] è caratterizzato da molte rappresentazioni, per lo più a sfondo sacro ed edificante, ma difficilmente possiamo scorgervi un legame o una parentela con la tragedia.