Offensiva Ostrogožsk-Rossoš': differenze tra le versioni
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Una massa enorme di circa 70.000 uomini si mosse nel disordine e nella disorganizzazione; nulla era stato preparato per una ritirata metodica e quindi i mezzi e le artiglierie furono abbandonate sul posto,le comunicazioni con il comando dell'ARMIR saltarono subito, gli unici mezzi di sfondamento disponibili erano quattro cannoni d'assalto tedeschi [[StuG III]]. Alla enorme colonna composta dalle tre divisioni alpine e dalla divisione ''Vicenza'', si unirono lungo la strada circa 10.000 tedeschi (i resti del 24º Panzerkorps) e tra 2.000 e 7.000 truppe ungheresi sbandate provenienti da nord che cercavano di sfuggire alla prigionia<ref>{{Cita|Bocca1997| p. 453|Bocca 1997|harv=s}}; {{Cita|Schlemmer2009| pp. 140-141 e 240|Schlemmer 2009|harv=s}}</ref>.
Fin dall'inizio il coraggio e la resistenza di alcun reparti alpini, con l'aiuto di alcuni elementi tedeschi motorizzati,
[[File:Disfatta.jpg|thumb|upright=1.4|Disfatta "multinazionale": colonna di prigionieri italiani, tedeschi, ungheresi e rumeni.]]
Dopo il raggruppamento generale a Postojali (20 gennaio), la ''Tridentina'' al comando del generale [[Luigi Reverberi]], l'unità più efficiente e combattiva delle truppe in ritirata, guidò l'attacco su [[Sceljakino]] che permise di superare un nuovo sbarramento sovietico; ma a questo punto le altre due divisioni alpine deviarono per errore più a nord e incapparono a [[Varvarovka]] (23 gennaio) in un nuovo ostacolo nemico; la battaglia fu disperata e le perdite altissime; interi reparti furono distrutti. I resti della ''Julia'', della ''Cuneense'' e della ''Vicenza'' proseguirono ancora verso sud allontanandosi dalla ''Tridentina'' e dai reparti tedeschi<ref>{{Cita|Scotoni2007| pp. 525-537|Scotoni 2007|harv=s}}</ref>.
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