Catene di Porto Pisano: differenze tra le versioni

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== Storia ==
=== Premesse storiche ===
{{vedi anche|Battaglia della Meloria|Campopisano}}
La guerra fra [[Repubblica di Genova|Genova]] e [[Repubblica di Pisa|Pisa]] vide la rovinosa sconfitta di quest'ultima ([[Battaglia della Meloria]], [[1284]]): secondo le cronache, circa undicimila pisani furono fatti prigioneri e deportati a [[Genova]] dove, in larga maggioranza, perirono, venendo poi sepolti nella zona che ancora oggi porta il nome di [[Campopisano]]. La [[battaglia della Meloria]] segnò l'inizio del declino della repubblica marinara toscana.
 
=== La battaglia contro Genova ===
[[File:Catene di Porto Pisano Murta 01.jpg|150x150px|miniatura|Anelli delle catena a [[Murta]], nel territorio del comune di Genova.]]Nel [[1290]], in seguito ad una pace siglata fra [[Repubblica di Genova|Genova]] e [[Repubblica di Pisa|Pisa]] ([[1288]]), ma da quest'ultima non rispettata, la flotta genovese decise di dirigersi nuovamente verso quello che allora costituiva il [[Porto Pisano]], tuttavia chiuso da una grossa catena. Secondo le cronache, fu il genovese Noceto Ciarli (o Chiarli) ad aver avuto l'idea di accendere un fuoco sotto di esse, in modo da poter indebolire il metallo e da rompere facilmente gli anelli che chiudevano il porto. L'astuta mossa dei genovesi permise loro di entrare nel [[Porto Pisano|porto di Pisa]] e di raderlo al suolo, interrandolo e cospargendolo di sale (esattamente come i [[Impero Romano|Romani]] avevano fatto con [[Cartagine]]), in modo da renderlo totalmente infertile ed inutilizzabile.