Quota 90: differenze tra le versioni
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'''Quota 90''' è la definizione, coniata da [[Benito Mussolini]], per indicare il progetto di rivalutazione della [[lira italiana|moneta italiana]] volta a raggiungere il cambio di 90 [[Lira italiana|lire]] per una [[sterlina inglese]].
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==La realizzazione di Quota 90==
Nel [[1926]] l'attenzione del ministro [[Giuseppe Volpi]] (che aveva appena sostituito [[Alberto De Stefani]]) si concentrò sui problemi di svalutazione che avevano afflitto la moneta nazionale, deprezzandone il valore di circa il 20% rispetto al periodo antecedente la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]. In quel momento il cambio era di 153 Lire per una Sterlina e l'obiettivo di raggiungere ''Quota 90'', promosso da Mussolini durante il discorso di Pesaro del 18 agosto [[1926]], sembrò subito azzardato.
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Ma dall'opera di risanamento della Lira dipendeva l'esito delle trattative avviate con [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]] per ottenere prestiti utili al risanamento della situazione finanziaria italiana.<ref>Luigi de Rosa, ''La rivoluzione industriale in Italia'', Laterza, Bari, 1980, p. 59.</ref> La situazione era complicata anche da problemi internazionali: scisso da tempo il cordone ombelicale con la finanza tedesca, si stava esaurendo anche l'apporto degli investitori francesi. Già da qualche anno si erano creati motivi di tensione: da una parte Mussolini temeva che un'intesa con [[Parigi]] potesse irritare i britannici e che l'egemonia francese potesse ostacolare i piani di espansione nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]. A loro volta i francesi mostravano molto più interesse a riallacciare i rapporti con l'industria tedesca.
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