Principio olografico: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 39:
== Nota su Principio Olografico e Paradossi di Zenone ==
 
Il principio olografico risolve il [[paradosso informativodell'informazione del buco nero]], ma non solo: i [[paradossi di Zenone]] fin dall'antichità derivano la loro inconfutabilità dalla tensione insolubile tra finito e infinito. Secondo il principio olografico lo spazio-tempo dell'universo è una superficie poliedrica chiusa, di area di Planck per faccia, con un numero molto grande ma non illimitato di facce (corrispondenti a quanti, o atomi, o bit d'informazione), dunque non è infinito, ed ecco il punto: se l'infinito viene meno il paradosso cade.
I paradossi diderivanti da soluzioni a risultato infinito per quesiti fisici elementari sono da sempre una sfida per la ricerca scientifica teorica: prima stimolarono [[Democrito]] nella formulazione della teoria atomistica e poi [[Max Planck]] nella formulazione dei principi della meccanica quantistica (per risolvere un analogo paradosso riguardante una soluzione ad energia infinita per la somma delle radiazioni del corpo nero su tutte le frequenze possibili). In tal senso i quanti (o atomi, o bit) rappresentano la quadratura del cerchio o meglio la non esistenza dei cerchi in natura, al più approssimati da poligoni di lunghezza di Planck di lato. Tornando al principio olografico: l'universo è descritto da una superficie poliedrica numerabile con 10 elevato a gogle e spicci (che può sembrare molto ma è poco rispetto a infinito), con ciò riprendendo in qualche modo [[Pitagora]] e la teoria della numerabilità di tutte le cose.
La soluzione ai paradossi di Zenone è un corollario del principio olografico, una teoria ardita nata per battere un il paradosso informativo, pura teoria che affonda le radici su basi puramente empiriche. Nondimeno, facendo un altro esercizio di "[[dualità]]", rimane il fatto che, da un punto di vista puramente logico e razionale (da ratio: divido... illimitatamente): finito e infinito, poliedri e circonferenze ideali, numeri interi e numeri reali, esistono paritariamente, e dunque i paradossi di Zenone rimangono inconfutabili. (Franco Boggi)