Credenza: differenze tra le versioni

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Le teorie causali delle credenze presentano peraltro delle problematicità, dovute al fatto che il criterio della [[causalità]] con cui in ambito scientifico si tende a giudicare una credenza e a ritenerla o meno giustificata in base alla sua corrispondenza con la [[realtà]], non basta tuttavia a giustificarla. Le credenze ritenute «false» dalla [[scienza]], infatti, risulterebbero in tal modo prive di spiegazione, perchè non potrebbero essere causate da eventi inesistenti. Per spiegare la genesi di qualunque tipo di credenza occorre dunque rinunciare a una prospettiva causale, propria dell'ideologia [[scientismo|scientista]], e assumere invece un'ottica [[finalismo|finalistica]], tipica dell'[[intenzionalità]] della coscienza, dove cioè la soggettività e l'oggettività siano tali da non non poter sussistere l'una senza l'altra. Lo studioso [[Tim Crane]] sostiene in proposito che le credenze sono stati intenzionali diretti a un oggetto che ne esprime il contenuto.<ref>T. Crane, ''Elements of Mind: an introduction to the Philosophy of Mind'', Oxford University Press, 2001 (trad. it.: ''Fenomeni mentali'', Cortina, Milano 2003).</ref> Il fatto stesso di credere in qualcosa implica la [[verità]], o quanto meno l'autenticità, della [[coscienza]] che pone in atto la credenza.<ref>F. Braga Illa, ''A proposito di rappresentazioni'', op. cit., p. 98.</ref>
 
Nell'ambito della [[filosofia della scienza]], [[Karl Raimund Popper]] ha contestato l'approccio [[verificazionismo|verificazionista]] e [[induzione|induttivo]] di gran parte del mondo scientifico che dietro la pretesa di ritenere giustificata una teoria nasconde in realtà un atteggiamento [[ideologia|ideologico]] basato su credenze camuffate.<ref>Karl R. Popper, ''Poscritto alla Logica della scoperta scientifica. Il realismo e lo scopo della scienza'', pp. 55-187, a cura di W. Bartley, trad. di M. Benzi e S. Mancini, Il Saggiatore, 2009.</ref>
 
Anche all'interno della [[psicologia]] [[esoterismo|esoterica]] si rileva la confusione, di cui è spesso vittima la scienza, tra sapere e credere: il primo nasce da un'esperienza di natura [[metafisica]] e personale, mentre è solo sul secondo che si basa la trasmissione delle nozioni scientifiche.<ref name=dethlefsen>T. Dethlefsen, ''Il destino come scelta'', pp. 14-15, trad. di [[Paola Giovetti]], Mediterranee, 1984.</ref>