Velleio Patercolo: differenze tra le versioni

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== Età moderna ==
 
La sua opera fu rinvenuta nel [[1515]] nell'abbazia [[alsazia]]naAbbazia di Murbach|abbazia alsaziana di [[Murbach]], dove [[Beatus Rhenanus]], nome umanistico di Beat Bild, ne ritrovò i manoscritti, curando poi nel [[1520]] un'edizione approssimativa uscita a [[Basilea]]. Tuttavia «la fonte più autorevole per la critica del testo velleiano è costituita dalla copia dell'''editio princeps'' in cui Alberto Burer, amanuense del Renano, inserì alla fine un'appendice di correzioni desunte da una sua più esatta collazione del codice ''Murbacensis'', ora perduto».<ref>E.Paratore, ''Storia della letteratura latina'', Firenze, Sansoni, 1967, p.543</ref>
 
Nel [[XX secolo]] si è teso a rivalutare la figura di Velleio Patercolo, in precedenza visto come una sorta di storico cortigiano, come un adulatore di Tiberio. In realtà, molti entusiasmi e molti riferimenti poco obiettivi sono da ascriversi al fatto che Patercolo era stato per molti anni soldato, e Tiberio, suo comandante, l'aveva infine anche fatto eleggere alla pretura. Si è riconosciuta, inoltre, una ''humanitas'' non comune, evidente soprattutto nel modo di tratteggiare i personaggi.<ref>E.Paratore, pp.540-43</ref>