Convoglio navale: differenze tra le versioni

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== Cenni storici ==
[[File:Convoy en route to CapetownConvoy_WS-12_en_route_to_Cape_Town,_1941.jpg|thumb|27 novembre 1941:un [[Vought SB2U Vindicator]] della [[United States Navy|US Navy]], partito dalla [[portaerei]] {{nave|USS|Ranger|CV-4|6}}, perlustra il tratto di mare antecedente il convoglio navale in rotta verso [[Città del Capo]], [[Sudafrica]].]]
Ogni nave che nel corso dei secoli dovette affrontare la minaccia dei pirati, portava con sé un minimo di armamento per autodifesa. L'aggregazione di più di una nave offriva mutua assistenza contro attacchi non di massa, o che non venissero effettuati da navi militari. Per proteggere un gruppo di mercantili nei confronti di una minaccia militare forte bisognava comunque ricorrere ad una scorta di navi da guerra. Quindi le navi mercantili osservavano una rotta comune, con velocità adeguata alla nave più lenta e una formazione con distanze reciproche più o meno costanti.
Esempi precoci di convogli sono riscontrabili nella marineria italiana sin dal XI e XII secolo, come gruppi di navi mercantili (amalfitane, pisane, genovesi e veneziane soprattutto), che imbarcavano un gruppo di soldati ciascuna e viaggiavano dandosi reciproca protezione. Verso il XIII secolo Venezia accompagnò spesso i suoi mercantili con una scorta militare, anche indiretta (ovvero con un gruppo di galere da guerra che controllava la rotta e rimaneva in agguato nelle zone più pericolose). Fino al '400 fu comunque molto più conveniente rendere i mercantili in grado di autodifendersi, i Genovasi costruirono grandi "Cocche di mercato", da cui fu derivata la Caracca genovese i veneziani (presto copiati dalle altri nazioni rivierasche mediterranee) grosse "Galere di mercato", in grado di viaggiare a velocità paragonabili a quelle delle navi da guerra.