Máirtín Ó Direáin: differenze tra le versioni

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A partire dalla raccolta del 1962 predominano - sul ricordo ormai quasi irreale e leggendario dell'isola natìa (che per lui è diventata una specie di sogno, v. la poesia "Berkeley") - altri temi, con toni spesso amari sugli argomenti cittadini e nazionali. Il poeta, come tanti altri irlandesi inurbati in quegli anni, soffriva la vita cittadina a cui si sentiva estraneo e che gli sembrava meschina e priva di valori (v. per esempio la poesia "Ár ré dearóil", La nostra epoca meschina); inoltre condivideva con la sua generazione l'inevitabile delusione per la prosaica realtà dei primi decenni d'indipendenza dopo i grandi e nobili sogni degli anni insurrezionali che avevano illuminato la sua infanzia (v. per esempio la poesia "Éire ina bhfuil romhainn", L'Irlanda nel nostro avvenire).
 
E'È da notare che la sua opera poetica, inizialmente pionieristica dopo i secoli di rottura della cultura gaelica schiacciata dal potere coloniale anglofono, non rimase isolata: infatti, nella seconda metà del secolo XX, la poesia gaelica ebbe uno sviluppo e una fioritura inopinati per una lingua sempre sull'orlo dell'estinzione, con la comparsa di parecchi altri poeti di spicco, sempre più immersi nel mondo moderno. Con alcuni di loro - in particolare col quasi coetaneo Seán Ó Ríordáin nato nel 1916 - Ó Direáin ebbe interessanti ed amichevoli scambi.
 
Per chi non conosca il gaelico, un utile approccio all'opera del poeta può essere - in lingua inglese - la "Introduction" di Mac Síomóin e Sealy ai "Selected Poems" di Ó Direáin, con le loro traduzioni di parecchie sue poesie e con note.