Manuele II del Portogallo: differenze tra le versioni

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Pur in questa situazione, tuttavia, Manuele II continuò ad invocare la calma degli animi ed a rifiutare l'idea di un intervento forzoso per la sua restaurazione, prevedendo piuttosto dei colloqui di pace da tenersi a Parigi, temendo che l'aumento dell'illegalità nel paese avrebbe potuto minarne la posizione negoziale. Paiva Couceiro e gli integralisti si servirono per la gestione della situazione del luogotenente generale Aires de Ornelas e proprio a lui Paiva indirizzò un telegramma, convinto in un appoggio immediato del re alle operazioni di un colpo di stato di quelle dimensioni, scrivendo senza esitazioni "Si va avanti. Parola del re".
 
Il 19 gennaio [[1919]], con mille soldati e alcuni pezzi di artiglieria, Paiva Couceiro restaurò a [[Porto]]la monarchia costituzionale nella persona di Manuele II, istituendo anche un governo provvisorio a cui aderirono le città di [[Minho]], [[Tras-os-Montes]] e parte del distretto di [[Aveiro]], ma contrariamente a quanto previsto dallo stesso Couceiro, il resto del paese non si unì a questa proposta. Il governo repubblicano rimase saldo a Lisbona, dove Aires de Ornelas era rimasto con poche centinaia di monarchici alla guida del 2°º reggimento di lancieri. Di fronte all'aumento del numero di rifugiati che temevano rappresaglie repubblicani, il comandante del reggimento, che era monarchico, fece ritirare la guarnigione e marciò verso [[Monsanto]] ove si unì con altre forze monarchiche per poi rivelarsi in un nulla di fatto.
 
Col fallimento della restaurazione nel centro e nel sud del paese, 13 febbraio di quello stesso anno la Guardia Nazionale era riuscita a ripristinare la repubblica a Porto e molti dei monarchici catturati vennero condannati a pene esemplari. Il re, in esilio, ricevette solo poche e sporadiche informazioni sugli eventi che si stavano verificando e seppe del fallimento dai giornali. Nei mesi successivi il sovrano trasferì la propria influenza presso i tribunali britannici di modo che potesse ottenere delle petizioni per richiedere l'amnistia per i propri conterranei. Questo fatto peggiorò un poco anche la figura dello stesso monarca che ora veniva accusato anche da alcuni monarchici di avere disinteresse verso gli sforzi da loro compiuti per salvare la patria e ridonargli un trono.