Fortezza della Verrucola: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Fortezza della Verrucola dei Bosi2.JPG|thumb|upright=1.4|]]
La '''Fortezza della Verrucola'''<ref>Il toponimo, che deriva dal latino ''verrucola'', diminutivo di ''verruca'', è adoperato per indicare formazioni geomorfologiche prominenti.</ref> è una costruzione medievale che si trova a [[Fivizzano]] in [[Toscana]], nella [[Lunigiana]] ([[Provincia di Massa e Carrara]]).<br/>

La fortezza, le cui prime notizie documentate risalgono agli inizi del [[XII secolo]], conserva tutti gli elementi di un [[castrum]] [[medioevo|medievale]] con un vero sistema di fortificazioni che risponde all'organizzazione militare e giuridica di un dominio [[feudo|feudale]]. Le mura castellane includono la corte, la cappella, e diverse torri.
È del gennaio [[2014]] lo studio del ricercatore fivizzanese Rino Barbieri che ha identificato, lungo le mura castellane che guardano a levante, le rovine di una Chiesa avente una [[architettura preromanica]]: la più volte citata nei documenti medievali come Chiesa di Santa Margherita che ai più appariva solo come un muro di contenimento o romano. <ref>[http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2014/01/26/news/caccia-alla-tomba-del-condottiero-1.8545792 Caccia alla tomba del condottiero - Cronaca - il Tirreno<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> È in questa chiesa che il grande condottiero e feudatario [[Spinetta Malaspina]] voleva essere sepolto allorché nel [[1352]] dettò il suo [[testamento]]. Del vecchio edificio religioso si sono perse le tracce da secoli, forse da quel [[terremoto]] rovinoso del [[1481]] che fracassò anche il Castello. Da allora la popolazione utilizzò la cappella del maniero malaspiniano e della vecchia chiesa si perse la memoria. La rivelazione del sito originario della chiesa protoromanica potrebbe portare a nuove scoperte archeologiche.
[[File:Fivizzano-Verrucola-chiesa santa Margherita.JPG|thumb|Fivizzano-Verrucola-chiesa santa Margherita]]
 
==Storia==
Nella documentazione medievale il toponimo ''Verrucola'' viene associato al nome di una famiglia nobile, i Bosi, che detiene il dominio dell'insediamento. Strutture difensive vengono documentate a Verrucola dei Bosi già alle soglie del XII secolo. <br/><br/>
L'importanza strategica dovuta alla presenza di percorsi viari transappenninici fa sì che nel corso dei secoli XIII e XIV Verrucola sia contesa tra diverse forze. L'antica signoria dei Bosi, i [[Dallo]], i Nobili di [[Castello Aghinolfi]], i Lucchesi ed i [[Malaspina]] lottano tra loro per assumerne il dominio<ref>Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica... '', p. 235-236</ref>. Questi ultimi rivendicano antichi privilegi imperiali basati su diritti legati alla propria genealogia. Sulla base di questi privilegi comprendono Verrucola nella loro prima divisione del [[1221]] tra Corrado e Opizzone Malaspina ma non ne avranno il pieno dominio che oltre un secolo dopo.<br/><br/>
Nei primi del [[XIV secolo]] Verrucola viene in possesso del comune di Lucca con una successiva lotta fra i Lucchesi di [[Castruccio Castracani]] e [[Spinetta Malaspina]] che ne diviene unico signore nel [[1340]] e la assegna per testamento ai figli di [[Isnardo II]] suoi nipoti. Niccolò, l'ultimo dei quattro figli di Isnardo II, e la sua famiglia, nel giugno del [[1418]] sono assaliti nel castello da sicari dei marchesi di Castel dell'Aquila, loro congiunti. Gli unici scampati alla strage sono la giovane Giovanna e il fanciullo Spinetta che chiedono protezione alla Repubblica Fiorentina.<br/><br/>
I marchesi dell'Aquila s'impadroniscono del feudo, ma incontrano l'opposizione di Firenze che lo recupera a favore del superstite Spinetta<ref>E. Bassani, ''Castelli di Lunigiana'', p. 74</ref>. Tuttavia i coinvolgimenti bellici di Verrucola non sono ancora finiti ed il castello viene conquistato nel [[1437]] da [[Niccolò Piccinino]], per conto del [[ducato di Milano]], e ancora nel [[1450]] del marchese [[Iacopo di Fosdinovo]]. Spinetta prima di morire lascia il suo feudo per testamento alla [[Repubblica Fiorentina]] che vi consolida il suo dominio. <br/><br/>
La struttura subisce gravi danneggiamenti nel [[1481]] a seguito di un terremoto. Parzialmente recuperata è trasformata per conto del monaco agostiniano [[Alessio Casani]] nel [[XVI secolo]] in un monastero di monache agostiniane.<br/> Nel [[1977]] il castello viene recuperato dallo scultore [[Pietro Cascella]] e dalla moglie [[Cordelia von den Steinen]] che ne fanno la loro dimora.<ref>Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica...'' , p. 240</ref>.
 
L'importanza strategica dovuta alla presenza di percorsi viari transappenninici fa sì che nel corso dei secoli XIII e XIV Verrucola sia contesa tra diverse forze. L'antica signoria dei Bosi, i [[Dallo]], i Nobili di [[Castello Aghinolfi]], i Lucchesi ed i [[Malaspina]] lottano tra loro per assumerne il dominio<ref>Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica... '', p. 235-236</ref>. Questi ultimi rivendicano antichi privilegi imperiali basati su diritti legati alla propria genealogia. Sulla base di questi privilegi comprendono Verrucola nella loro prima divisione del [[1221]] tra Corrado e Opizzone Malaspina ma non ne avranno il pieno dominio che oltre un secolo dopo.<br/><br/>
==Architettura==
 
Nei primi del [[XIV secolo]] Verrucola viene in possesso del comune di Lucca con una successiva lotta fra i Lucchesi di [[Castruccio Castracani]] e [[Spinetta Malaspina]] che ne diviene unico signore nel [[1340]] e la assegna per testamento ai figli di [[Isnardo II]] suoi nipoti. Niccolò, l'ultimo dei quattro figli di Isnardo II, e la sua famiglia, nel giugno del [[1418]] sono assaliti nel castello da sicari dei marchesi di Castel dell'Aquila, loro congiunti. Gli unici scampati alla strage sono la giovane Giovanna e il fanciullo Spinetta che chiedono protezione alla Repubblica Fiorentina.<br/><br/>
 
I marchesi dell'Aquila s'impadroniscono del feudo, ma incontrano l'opposizione di Firenze che lo recupera a favore del superstite Spinetta<ref>E. Bassani, ''Castelli di Lunigiana'', p. 74</ref>. Tuttavia i coinvolgimenti bellici di Verrucola non sono ancora finiti ed il castello viene conquistato nel [[1437]] da [[Niccolò Piccinino]], per conto del [[ducato di Milano]], e ancora nel [[1450]] del marchese [[Iacopo di Fosdinovo]]. Spinetta prima di morire lascia il suo feudo per testamento alla [[Repubblica Fiorentina]] che vi consolida il suo dominio. <br/><br/>
 
La struttura subisce gravi danneggiamenti nel [[1481]] a seguito di un terremoto. Parzialmente recuperata è trasformata per conto del monaco agostiniano [[Alessio Casani]] nel [[XVI secolo]] in un monastero di monache agostiniane.<br/> Nel [[1977]] il castello viene recuperato dallo scultore [[Pietro Cascella]] e dalla moglie [[Cordelia von den Steinen]] che ne fanno la loro dimora.<ref>Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica...'' , p. 240</ref>.
 
==Descrizione==
[[Immagine:Fortezza della Verrucola dei Bosi3.JPG|thumb|left|]]
La [[planimetria]] della fortezza corrisponde ai caratteristici nuclei urbani medievali. La moltitudine di torri, edifici e palazzi costruiti dai diversi possessori fa sì che non si possa identificare un unico nucleo architettonico. Ciò nonostante sono evidenti i connotati medievali che sono rimasti anche in età [[rinascimento|rinascimentale]].<br/><br/> L'imponenza e il prestigio del palazzo hanno fatto sì che i feudatari successivi a Spinetta, che apportò al complesso possenti torri di fiancheggiamento e completò la cinta muraria, non ne abbiano modificato la struttura. <br><br/>
 
Nella parte alta del colle sorge un edificio di ridotte dimensioni di pianta rettangolare. All'interno del borgo si erge un grande palazzo di forma quadrangolare che si articola su tre livelli sovrapposti nel quale possiamo riconoscere la residenza di Spinetta. Maestosa è la sala del pian terreno chiamata sala d'armi, coperta da una struttura voltata gravante in parte sulla muratura perimetrale e in parte su di un unico pilastro centrale di pianta ottagonale.<br/><br/> Una grossa torre rettangolare di architettura trecentesca si alza sul lato orientale. Sul perimetro dell'intero complesso si ergono circuiti murari. La porta principale della fortezza a nord è affiancata ad una torre quadrangolare<ref>Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica...'' , p. 239</ref>.
 
==Note==
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==Bibliografia==
 
* E. Bassani, ''Castelli di Lunigiana'', Carrara, 1963
* Nicola Gallo, ''Guida storico-architettonica dei castelli della Lunigiana toscana'', Prato, Istituto Valorizzazione Castelli, 2002