Edina Altara: differenze tra le versioni

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== La ceramica ==
Tra le attività più note di Edina Altara c'è quella della produzione [[ceramica]], alla quale l'artista si dedica a partire dagli [[Anni 1930|Anni 30]]. L’intervento di Edina nella ceramica, tuttavia, si limita alla creazione dei disegni. A produrre i pezzi (piatti, piattini e mattonelle dipinti sottovetrina, con cornici sarde o in palma nana, queste ultime realizzate da [[Iride Altara|Iride]]), è la ditta sassarese Margelli (un negozio di gioielli e articoli da regalo), che ne affida la realizzazione alla Manifattura Ceramiche Faentine di Minardi. Si conosce anche un piatto, intitolato "A convegno", prodotto dalla [[Lenci (azienda)|Lenci di Torino]]. Negli anni[[Anni 1940|Anni Quaranta40]], a causa delle difficoltà della guerra, l’artista ripiega sulla più economica tecnica “a freddo” (decorazione con colori sintetici su ceramiche smaltate in bianco), e coinvolge le sorelle [[Iride Altara|Iride]] e Lavinia nella realizzazione dei propri bozzetti, dando vita quasi a una piccola impresa familiare. I bozzetti, realizzati a collage da Edina, una volta riprodotti in ceramica con la tecnica dello spolvero si traducevano in immagini asciutte e sintetiche. Delle mattonelle prodotte con la tecnica a freddo, si conoscono una settantina di soggetti differenti. In prevalenza si tratta di figure femminili (quelle maschili sono pochissime). Ci sono alcune maternità, ma per il resto sono solo figure singole. Delle mattonelle e dei piatti realizzati a [[Faenza]], si conoscono una ventina di soggetti. In gran parte sono scene con più persone. Questi soggetti venivano tradotti sia su piatti di varie misure, da piccolissimi a enormi (si conosce un esemplare del piatto "A Convegno" di una sessantina di centimetri di diametro), sia su mattonelle. Dello stesso disegno, infatti, è possibile trovare sia la versione su mattonella che quella su piatto.
 
== La moda ==