Aristarco di Samotracia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: niente spazio dopo l'apostrofo
m →‎Biografia: grassetti
Riga 21:
Ἀρίσταρχος - soprannominato «ὀ γραμματικώτατος» - venne da [[Samotracia]] ad [[Alessandria]] per studiare sotto [[Aristofane di Bisanzio]]. Fu maestro del [[Tolomeo VII|figlio]] di [[Tolomeo VI|Tolomeo Filometore]] e poi bibliotecario della celebre [[biblioteca di Alessandria]], che lasciò alla morte di Tolomeo VI, nel [[145]], ritirandosi a [[Cipro]].
 
Si mantenne fedele all'insegnamento di Aristofane, difendendo, in grammatica, il principio dell<nowiki>'</nowiki>''analogia'', secondo il quale le forme grammaticali vanno desunte dall'esempio offerto dai maggiori scrittori. Sua l'edizione di [[Omero]] più celebre dell'antichità, tramandata nel «commento dei Quattro»: egli esprimeva la convinzione che Omero, il maggior poeta greco, fosse l'autore sia dell'''[[Iliade]]'' che dell'''[[Odissea]]|''Odissea'']].
 
Oltre ad Omero, commentò [[Anacreonte]], [[Archiloco]], [[Aristofane]], [[Erodoto]], [[Eschilo]], [[Esiodo]], [[Ione]] e [[Pindaro]], e fu autore di Συγγράμματα (Syngràmmata), brevi discussioni critiche di natura monografica sulle opinioni di altri commentatori. Se dei suoi scritti restano pochi frammenti, in compenso numerose sono le testimonianze indirette riportate dai grammatici successivi e dagli scoliasti. Fu inoltre l'inventore del genere degli Ὑπομνήματα (hypomnèmata), cioè commentari continui ai testi letterari: oltre a intervenire sulla tradizione testuale, Aristarco motivava e chiariva le sue scelte di ecdotica filologica, ed è forse questo il motivo per il quale fu il filologo di maggior successo tra gli esponenti della scuola di Alessandria. Il commento alle opere letterarie era contenuto in un rotolo papiraceo diverso da quello del testo, e la διπλή ( > ) era il segno del richiamo dal testo letterario al commento.