Exchange-traded fund: differenze tra le versioni

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La ''gestione passiva'' rende tali fondi molto economici, con spese di gestione solitamente inferiori al punto percentuale, e quindi competitivi nei confronti dei ''[[Fondi comuni di investimento|fondi attivi]]''. La loro diversificazione grande o enorme, unita alla negoziazione borsistica, li rende competivivi nei confronti dell'investimento in singole [[Azione (finanza)|azioni]] e meno rischioso.
 
Tuttavia la minore rischiosità è riferita agli ETF comuni, perché esitonoesistono anche ETF prettamente speculativi, specifici per il trading giornaliero: a leva, invertiti, od a leva invertita.
 
Con gli ETF è possibile investire in molti settori dell'economia mondiale riguardanti: la liquidità (cioè obbligazioni ''[[zero coupon]]'' a brevissima scadenza), indici obbligazionari (nazionali, corporate, eccetera), i mercati azionari geografici (indici mondiali, riferiti ad una singla nazione, ovvero ad uno o più continenti), le materie prime, i settori merceologici (per esempio i consumi ciclici europei, o la finanza statunitense, la agricoltura nordamericana, le società medicali mondiali, eccetera...). Gli ETF azionari che investono in indici sovranazionali possono avere compresa la copertura dal rischio di cambio valutario. <ref>in inglese: ''hedged''; se la divisa protetta è quella europea: ''euro hedged''</ref>. Negli [[Stati Uniti]] sono negoziati già dagli [[Anni 1990|anni novanta]], in Italia sono stati quotati a partire dal [[2002]].