Satyāgraha: differenze tra le versioni

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Con il termine '''Satyagraha''' ([[lingua sanscrita|sanscrito]] ''satyāgraha'', in [[devanagari]] सत्याग्रह) si indica il tipo di lotta ''nonviolenta'' praticata da [[Mohandas Gandhi|Gandhi]], [[Martin Luther King]], [[Aung San Suu Kyi]], [[Marco Pannella]] e altri nella storia. La parola deriva dai termini in sanscrito ''satya'' (verità), la cui radice ''sat'' significa Essere/Vero, e ''agraha'' (fermezza, forza). Le traduzioni italiane che più si avvicinano al significato di ''Satyagraha'' sono "vera forza", "forza dell'amore" o "fermezza nella verità". Il [[termine]] porta con sé l'idea di ''[[ahimsa]]'', cioè assenza di danneggiamento. In [[Italia]] lo stesso concetto è identificato con il nome di [[Nonviolenza]] e ha visto le sue radici ad opera di [[Aldo Capitini]].
== Origine del termine ==
 
Durante la prima campagna che ebbe inizio in Sudafrica l'11 settembre 1906, la stampa internazionale, ma anche lo stesso Gandhi, solevano indicare le azioni e lotte organizzate da Gandhi coi termini 'resistenza passiva' o "disobbedienza civile". Gandhi, nel corso del 1907, avviò una riflessione volta a discutere criticamente l'uso di questi termini. Solo alcuni anni dopo (attorno al 1913) Gandhi iniziò a rifarsi al termine "ahimsa" = nonviolenza / innocenza (letteralmente: "assenza della volontà di nuocere"). Peraltro Gandhi stesso diverrà consapevole assai presto che l'ahimsa è da intendersi in senso positivo, e non semplicemente negativo, come pura "assenza di violenza". Ahimsa significa l'appello ad una "forza altra", distinta dalla violenza e ad essa opposta, e la definirà "forza che dà vita".
 
Così Gandhi il 18 dicembre [[1907]] indisse, dalle colonne del settimanale degli indiani del Sudafrica "Indian Opinion", un concorso per trovare un nome più appropriato e che sapesse cogliere a pieno lo spirito del metodo.<br />
La proposta vincente fu suggerita da shri Maganlal Gandhi: sadagraha, cioè “fermezza in una buona causa”. A Gandhi la parola piacque, ma&nbsp;– dice lui stesso nella sua autobiografia – “affinché fosse più comprensibile io poi la cambiai in satyagraha, che da allora in poi è diventata comune in lingua gujarati per definire la nostra lotta”. Il 10 gennaio [[1908]] ''Indian Opinion'' pubblica per la prima volta la parola Satyagraha, che da allora divenne il nome ufficiale del movimento e del metodo di lotta promosso da M. K. Gandhi: la forza che nasce dalla verità e dall’amore.
 
In Italia il termine comunemente adottato nel linguaggio comune è [[Nonviolenza]], mentre Satyagraha resta quasi sconosciuto, salvo in alcuni contesti come quelli dei movimenti nonviolenti o del [[Radicalismo]].
 
== Le fonti e i contenuti ==
 
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[[Martin Luther King]] praticò il satyagraha ispirandosi direttamente alle gesta nonviolente di [[Gesù]] e di Gandhi. Negli [[Stati Uniti d'America]] del Sud organizzò un boicottaggio agli autobus, poiché vigevano delle norme che imponevano discriminazioni razziali nei posti a sedere. Altri esempi di Martin Luther King sono la marcia su [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]] per la conquista dei diritti civili e i numerosi [[sit-in]].
Un esempio italiano poco noto è la manifestazione nel luglio 1944 delle donne di Carrara in Piazza delle erbe per opporsi ai nazisti che volevano deportare tutta la popolazione in Emilia per riuscire così ad isolare i partigiani. I nazisti cedettero.
 
== Collegamenti esterni per approfondire gli esempi storici ==
* [http://italy.peacelink.org/storia/ Storia della movimento nonviolento]
 
== Origine del termine ==
 
Durante la prima campagna che ebbe inizio in Sudafrica l'11 settembre 1906, la stampa internazionale, ma anche lo stesso Gandhi, solevano indicare le azioni e lotte organizzate da Gandhi coi termini 'resistenza passiva' o "disobbedienza civile". Gandhi, nel corso del 1907, avviò una riflessione volta a discutere criticamente l'uso di questi termini. Solo alcuni anni dopo (attorno al 1913) Gandhi iniziò a rifarsi al termine "ahimsa" = nonviolenza / innocenza (letteralmente: "assenza della volontà di nuocere"). Peraltro Gandhi stesso diverrà consapevole assai presto che l'ahimsa è da intendersi in senso positivo, e non semplicemente negativo, come pura "assenza di violenza". Ahimsa significa l'appello ad una "forza altra", distinta dalla violenza e ad essa opposta, e la definirà "forza che dà vita".
 
Così Gandhi il 18 dicembre [[1907]] indisse, dalle colonne del settimanale degli indiani del Sudafrica "Indian Opinion", un concorso per trovare un nome più appropriato e che sapesse cogliere a pieno lo spirito del metodo.<br />
La proposta vincente fu suggerita da shri Maganlal Gandhi: sadagraha, cioè “fermezza in una buona causa”. A Gandhi la parola piacque, ma&nbsp;– dice lui stesso nella sua autobiografia – “affinché fosse più comprensibile io poi la cambiai in satyagraha, che da allora in poi è diventata comune in lingua gujarati per definire la nostra lotta”. Il 10 gennaio [[1908]] ''Indian Opinion'' pubblica per la prima volta la parola Satyagraha, che da allora divenne il nome ufficiale del movimento e del metodo di lotta promosso da M. K. Gandhi: la forza che nasce dalla verità e dall’amore.
 
In Italia il termine comunemente adottato nel linguaggio comune è [[Nonviolenza]], mentre Satyagraha resta quasi sconosciuto, salvo in alcuni contesti come quelli dei movimenti nonviolenti o del [[Radicalismo]].
 
== Bibliografia ==
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* Gandhi, "''Teoria e pratica della nonviolenza''", Einaudi
* Gandhi, "''Una guerra senza violenza''" (titolo originale "''Satyagraha in South Africa''"), Libreria Editrice Fiorentina
 
== Collegamenti esterni per approfondire gli esempi storici ==
* [http://italy.peacelink.org/storia/ Storia della movimento nonviolento]
 
[[Categoria:Filosofia politica]]