Francesco Maria Barracu: differenze tra le versioni

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Tornato in patria fu insignito di medaglia d'oro al valore. Si dedicò poi al giornalismo soprattutto su questioni coloniali. Dopo l'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre del 1943]] rimase fedele a [[Benito Mussolini]] e partecipò alla fondazione della [[Repubblica Sociale Italiana]] (RSI), contribuendo a convincere il maresciallo [[Rodolfo Graziani]] ad assumere il ministero della Difesa Nazionale.
 
Nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri della RSI, ebbe notevole ruolo sul trasferimento al [[nord]] dei funzionari dei ministeri e nell'organizzazione dell'amministrazione repubblicana. Tentò, ma senza successo, di annettere la [[Sardegna]] al governo di [[Salò]], poi costituì formare una legione di militi sardi nota come [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]].
 
Durante la prima riunione del neonato [[Partito Fascista Repubblicano]] attaccò duramente il segretario [[Alessandro Pavolini]] ed il ministro [[Guido Buffarini-Guidi]], supplicando invano al [[duce]] di prenderne il posto. Accusato da [[Giovanni Preziosi]] d'esser massone, negli ultimi mesi di guerra si schierò con la corrente estremista e chiese che [[Milano]] non venisse abbadonata, nel tentativo di farne l'"[[Assedio dell'Alcázar di Toledo|Alcazar]] del fascismo".