Villa Favorita (Ercolano): differenze tra le versioni

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|paese = ITA
|divamm1 = {{IT-CAM}}
|Città= Ercolano
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
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|periodo costruzione = [[1768]] - [[1792]]
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|architetto = [[Ferdinando Fuga]]
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|appaltatore = famiglia Beretta
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|proprietario = [[Ministero di Grazia e Giustizia]]
|proprietario storico = Stefano Reggio e Branciforte, principe di Aci e Campofiorito, [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV di Borbone]], [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina d'Austria]], [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]].
|proprietario storico =
}}
 
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== Storia ==
[[Ferdinando Fuga]], già impegnato a [[Napoli]], realizzò l’edificio a partire dal [[1762]] su un preesistente casino appartenente alla famiglia del Duca Beretta di Simari. Dopo poco la villa e il parco furono acquistati da Stefano Reggio die GravinaBranciforte, principe di Jaci e di Campofiorito. Nel [[1768]], a lavori appena conclusi, il principe organizzò un fastoso ricevimento in onore dei Principi reali Ferdinando e [[Maria Carolina]] d’[[d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina d'Austria]], novelli sposi e al quale parteciparono anche il Granduca [[Leopoldo di Toscana]], con la consorte Maria Luisa di Borbone, che sarebbero divenuti Imperatori d’[[Austria]].
 
Alla morte del principe di Aci, nel [[1792]] la villa entrò nel patrimonio del sovrano, secondo le volontà testamentarie del principe. [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV di Borbone]] vi trasferì l’Accademia degli Ufficiali di Marina.
 
Nel [[1799]] la villa fu restaurata e abbellita e il parco fu ampliato fino al mare con l’acquisizione della casina dei Zezza. Sulla costa fu realizzato un approdo per consentire l’accesso dal mare. A seguito degli eventi che portarono alla nascita e alla caduta della Repubblica Partenopea, Ferdinando IV fece ritorno a Napoli da Palermo sbarcando alla Favorita il [[27 giugno]] [[1802]]. Il re donò la villa al suo secondogenito Leopoldo, principe di Salerno, che realizzò un nuovo corpo di fabbrica adiacente, scuderie e depositi ma soprattutto la impreziosì con giochi e intrattenimenti alla moda tra cui balancoirs a foggia di cavallo, barca, e sedia e la palazzina delle montagne russe e lo rendeva accessibile ai sudditi nei giorni di festa.
 
Anche durante il regno di [[Gioacchino Murat]] la villa fu utilizzata dal sovrano francese in occasione di feste di corte.
Con il ritorno dei Borbone la villa fu nuovamente restaurata e ridecorata da Enrico Alvino per volontà di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]].
 
Tra il [[1879]] e il [[1885]] il governo italiano ospitò [[Ismail Pascià]], deposto [[Kedivè]] d’[[Egitto]] venuto in esilio in [[Italia]]. Molti ambienti del primo piano furono decorati in uno stile orientale “alla turca”.
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Nel [[1893]] la villa fu acquistata dal demanio dalla principessa di Santobuono che la tenne fino al 1936 e tornò al demanio per essere poi destinata ad usi militari. La sezione del parco sul mare fu ceduta a privati e da allora ha seguito un corso di eventi indipendenti dal resto della villa.
 
Nell’immediatoNell'immediato dopoguerra ospitò il convitto dei Salesiani per l’educazione e l’assistenza agli orfani di guerra.
Attualmente è di proprietà del [[Ministero di Grazia e Giustizia]] ed appartiene alla Scuola Superiore di Polizia Penitenziaria.