Vidkun Quisling: differenze tra le versioni

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Quando, il 9 aprile [[1940]], [[Operazione Weserübung|la Germania invase la Norvegia]], Quisling divenne il primo uomo nella storia a proclamare un [[colpo di stato]] durante un programma radiofonico, annunciando l'instaurarsi di un governo ''ad hoc'' durante la confusione dell'invasione, nella speranza che i tedeschi lo sostenessero. Lo scenario in cui si svolse questa azione fu la fuga aerea verso nord del re e del governo, e Quisling ebbe il timore che tutto il potere politico potesse finire in mani tedesche, a discapito della popolazione norvegese<ref>Paul M. Hayes, "Quisling" (David & Charles, Newton Abbot, 1971), p. 212–7.</ref>. Quisling aveva fatto visita ad [[Adolf Hitler]] in [[Germania]] l'anno precedente, ma Hitler pensò che Quisling non gli fosse di alcuna utilità. Quisling aveva scarso appoggio dalla popolazione e il suo governo durò solamente cinque giorni, dopo i quali [[Josef Terboven]] fu nominato [[Reichskommissar]], l'incarico più elevato in Norvegia, agli ordini diretti di Hitler. Il rapporto tra Quisling e Terboven fu teso, anche se Terboven, considerando probabilmente un vantaggio avere un norvegese in un'apparente posizione di potere, per ridurre il risentimento della popolazione nominò Quisling [[Presidente dei Ministri]] nel 1942, un incarico che l'autoproclamatosi ''Fører'' assunse il 1º febbraio 1943.
 
Vidkun Quisling rimase al potere fino al suo arresto, il 9 maggio 1945, in una residenza di [[Bygdøy]] a [[Oslo]], cui aveva dato il nome di [[Gimlé]], come il posto dove, nella [[mitologia norrena]], si erano stabiliti i sopravvissuti dal [[Ragnarök]]. La casa, ora chiamata [[Villa Grande]], è oggi un museo dedicato alle vittime dell'[[Olocausto]]<ref>[{{cita web|lingua=en|url=http://www.highbeam.com/doc/1P1-112640182.html |titolo=Norway turns traitor Quisling's home into symbol of tolerance|editore=highbeam.com|data=30 agosto 2005|accesso=21 settembre 2014}}</ref>. Nei processi che seguirono la guerra, Quisling, insieme ad altri due dirigenti del Nasjonal Samling, [[Albert Viljam Hagelin]] e [[Ragnar Skancke]], fu dichiarato colpevole di alto tradimento e condannato a morte. Le accuse si basavano soprattutto sulla sua condotta durante la guerra: il colpo di stato dell'aprile 1940, la revoca dell'ordine di mobilitazione, i suoi innumerevoli incoraggiamenti alla popolazione norvegese ad arruolarsi volontariamente nell'esercito tedesco, la sua collaborazione alla deportazione degli ebrei, le responsabilità nell'esecuzione di patrioti norvegesi e molto altro.
 
La condanna alla fucilazione fu eseguita nella [[Akershus festning|Fortezza di Akershus]]<ref>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,852394,00.html Justice-I], ''Time Magazine'', 5 novembre 1945</ref>. Le sue ultime parole prima di essere fucilato furono: "Sono condannato ingiustamente, e muoio innocente."<ref>{{harvnb|Bratteli|Myhre|1992|p=198}}.</ref> Dopo la morte il suo corpo venne cremato e le ceneri furono interrate nella sua cittadina natale, Fyresdal.<ref>{{harvnb|Cohen|2000|p=279}}.</ref> La sentenza è stata oggetto di controversie, in quanto la pena capitale è stata reintrodotta nel codice legislativo norvegese dal governo in esilio nel gennaio del [[1942]], dopo esser stata abolita nel [[1815]]. La Corte Suprema definì le condanne a morte incostituzionali in base all'articolo 97 ([[Legge ex post facto|Effetto retroattivo]]). Maria Vasilijevna, la vedova d'origine russa di Quisling, visse ad Oslo fino alla sua morte nel 1980<ref>Yourieff, Alexandra Andreevna Voronine; Kirsten A. Seaver (2007), [http://books.google.com/books?id=kaiyKJZxjBUC&pg=PR12&lpg=PR12&dq=maria+quisling+oslo+died+1980&source=bl&ots=qa2rFAAx3J&sig=JEvV74qj7nA5rDah45IPy0hZAdA&hl=en&ei=Nz3dSoTYC4_usQPZ1N3iDw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CBwQ6AEwBQ#v=onepage&q=1980&f=false. In Quisling's shadow: the memoirs of Vidkun Quisling's first wife, Alexandra], Hoover Institution Press. p. 457. ISBN 978-0-8179-4832-0</ref>. Non avevano avuto figli<ref>Dahl, Hans Fredrik (1999). [http://books.google.com/books?id=GaR-7WVcVjgC&pg=PA129&dq=maria+quisling+childless&ei=Qj_dSsuuMZX6lQSlvoX-Bw#v=snippet&q=childless&f=false. Quisling: A Study in Treachery], Cambridge University Press. p. 129. ISBN 978-0-521-49697-1</ref>.