Biorisanamento: differenze tra le versioni

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Il '''biorisanamento''' (dall'inglese '''bioremediation''', chiamata anche '''biorimediazione''') è un insieme di tecnologie di [[depurazione]] delper suolomatrici ambientali, come suoli, sedimenti, acque di falda o acque di scarico, che utilizzano microorganismile naturalicapacita` odei ricombinantimicroorganismi perdi abbatteredegradare o trasformare sostanze tossiche e pericolose. attraversoIl biorimedio puo` sfruttare sia processi aerobici eche anaerobici. Tali processi possono essere applicati ''[[in situ]]'', sfruttando i microorganismi residenti ('''Biostimolazione''') o attraverso l’introduzione di ceppi batterici o fungini ('''Bioaugmentazione'''), oppure ''ex situ'' in [[Bioreattore|bioreattori]], e possono essere mediati da batteri (consorzi o ceppi microbici puri), da piante ([[fitorisanamento]]) o anche, per attenuazione naturale (natural attenuation) o coinvolgere solo i prodotti del metabolismo microbico (un esempio e` quello dei '''biosurfattanti'''). A partire dagli anni '90 si e` avanzata l'ipotesi che il biorimedio potesse sfruttare microorganismi ricombinanti (non naturali, geneticamente modificati).
 
Tra i composti in grado di essere degradati dai microrganismi figurano gli [[idrocarburi]], [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]], [[solvente|solventi]], composti alogenati, [[ammine]] e [[aniline]] e persino alcuni [[esplosivo|esplosivi]].<ref>''Bioremediation in marine oil spills'', International Maritime Organization, 2004, p.4, ISBN 9789280141870</ref> Questi composti organici possono essere convertiti, ad esempio in condizioni [[aerobiosi|aerobiche]], in [[acqua]], [[diossido di carbonio]] e [[biomassa]]. I [[metalli pesanti]] invece non sono in genere efficacemente assimilati dai microrganismi, pertanto in questo caso si ricorre alla [[fitorimediazione]] attraverso [[piante]] naturali o [[piante transgeniche|transgeniche]] in grado di [[bioaccumulazione|bioaccumulare]] questo tipo di tossici.<ref>{{Cita pubblicazione | autore=Meagher, RB | titolo=Phytoremediation of toxic elemental and organic pollutants | rivista=Current Opinion in Plant Biology | volume=3 | numero=2 | anno=2000 | pagine=153–162 | id=PMID 10712958 | doi=10.1016/S1369-5266(99)00054-0}}</ref> Ad esempio, ''[[Amaranthus retroflexus]]'' è stata mostrata essere in grado di immagazzinare l'[[isotopo]] radioattivo [[cesio (elemento)|cesio]]-137,<ref>M.M. Lasat ''et alii'' (1998); ''Phytoremediation of a radiocesium-contaminated soil : Evaluation of cesium-137 bioaccumulation in the shoots of three plant species'', Journal of environmental quality, '''27'''(1):165-169 {{ISSN|0047-2425}}</ref> mentre ''[[Thlaspi caerulescens]]'' è in grado di immagazzinare [[zinco]] e [[cadmio]].