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Il termine '''gabella''' (dall'[[lingua araba|arabo]] dialettale ''gabēla'', variante di ''qabāla'' (lett. "versamento"), passando per il [[Lingua latina|latino]] medievale ''gabulum'') indicava, nel [[diritto tributario]] all'origine in [[Francia]] e in Italia, le [[Imposta indiretta|imposte indirette]] sugli [[Scambio|scambi]] e sui [[Consumo|consumi]] di [[Merce|merci]]. Erano riscosse da esattori particolarmente invisi alla popolazione, i [[gabelliere|gabellieri]], figura a metà fra l'[[Pubblico uffcialeufficiale|ufficiale pubblico]] e il libero [[concessionario]] in proprio.<ref>[http://www.archiviodistato.prato.it/fondi/f_prato/htm/finanza5.htm Le gabelle del Comune di Prato]</ref>
 
Le gabelle sui generi alimentari di prima necessità (grano ecc.) erano spesso applicate in maniera onerosa ed abusiva. Tristemente famosa era la gabella sul [[Cloruro di sodio|sale]], istituita in Francia nel XIV secolo. La ''gabella emigrationis'' era la tassa corrisposta da un emigrante per il capitale che portava con sé. La ''gabella hereditatis'' era la tassa dovuta per mandare all'estero un dono o un'eredità.