Nuova Antologia: differenze tra le versioni
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==Storia==
La rivista fu fondata a Firenze sul finire del [[1865]]
Il titolo
Il primo numero recò la data di gennaio [[1866]]. La Nuova Antologia era edita dalla «Società Successori Le Monnier», presieduta da [[Bettino Ricasoli]].<ref>{{cita|Ceccuti|p. 14|Ceccuti, 2001}}</ref> Nelle prime dodici annate la rivista, che uscì in fascicoli mensili di circa 200 pagine, ebbe come collaboratori nomi illustri come [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], [[Ferdinando Petruccelli della Gattina|Petruccelli della Gattina]], [[Niccolò Tommaseo|Tommaseo]], [[Andrea Maffei (poeta)|Maffei]], [[Terenzio Mamiani|Mamiani]], [[Giacomo Boni|Boni]] e altri.
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Nel gennaio [[1878]] la periodicità passò da trimestrale a quindicinale. In marzo Nuova Antologia fu trasferita a [[Roma]], in via San Sebastianello, nei pressi di piazza di Spagna. Dopo la trasformazione della periodicità e il trasferimento, nel gennaio [[1880]] si decise anche di togliere dalla testata le parole ''scienze, lettere e arti'', trasferite nel sottotitolo «Rivista di scienze, lettere e arti». Dopo la morte del fondatore ([[1888]]), la direzione venne affidata al fratello, Giuseppe Protonotari. Nel [[1900]] il sottotitolo divenne «Rivista di lettere scienze ed arti».
La ''Nuova Antologia'', sotto la direzione di [[Maggiorino Ferraris]] ([[1897]] - [[1926]])
Durante la [[Prima guerra mondiale]] la rivista interruppe le pubblicazioni, ma quando nel dopoguerra le riprese, non riuscì a recuperare le caratteristiche che l'avevano distinta nel panorama letterario fra la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e gli inizi del [[XX secolo|Novecento]]. Nuova Antologia non cercò di stare al passo con le altre riviste che avevano recuperato scegliendo la via del dibattito e della polemica letteraria, ma ne rimase distante preferendo sempre la linea più tradizionale e non incline alle battaglie ideologiche.
Con l'avvento del [[fascismo]], il regime decise d'impossessarsi della rivista. La
▲Con l'avvento del [[fascismo]], il regime decise d'impossessarsi della rivista. La nuova sede fu posta in via del Collegio Romano.<ref>{{cita|Ceccuti|p. 18|Ceccuti, 2001}}</ref>Nuova Antologia divenne la rivista ufficiale dell'[[Accademia d'Italia]]; la direzione fu affidata a [[Luigi Federzoni]] (dal [[1932]] alla caduta del regime nel luglio [[1943]]). La rivista presentava delle rubriche fisse, come le "Rassegne" di letteratura, economia, arti e scienze e le "Ricerche". Ebbe altri collaboratori famosi, come [[Eugenio Garin]], [[Alessandro Bonsanti]], [[Carlo Bo]], [[Nicola Abbagnano]], [[Norberto Bobbio]], [[Renzo De Felice]], [[Arturo Carlo Jemolo]], [[Matilde Serao]], [[Grazia Deledda]], [[Giovanni Papini]], [[Luigi Ugolini]] e [[Nicolò d'Alfonso]]. Tra le anticipazioni si ricordano le pagine delle ''[[Sorelle Materassi (romanzo)|Sorelle Materassi]]'' di [[Aldo Palazzeschi]] e de ''[[Il mulino del Po]]'' di [[Riccardo Bacchelli]].
Tra la caduta del regime (25 luglio 1943) e la liberazione di Roma (4 giugno 1944) la rivista ebbe uscite irregolari.
Durante la [[Repubblica Sociale Italiana]], una Nuova Antologia fu edita tra Firenze e Milano (diretta da [[Giovanni Gentile]] nei suoi ultimi mesi di vita), mentre a Roma ripresero le uscite regolari nell'Italia liberata. La rivista venne riscattata ([[1945]]) da un gruppo di industriali presieduto da Guido Zerilli Marimò. La società editrice venne denominata «Nuova Antologia», lo stesso nome della rivista.<ref>{{cita|Ceccuti|p. 22|Ceccuti, 2001}}</ref>
Alla metà del XX secolo la diffusione era limitata a poche migliaia di copie, vendute perlopiù su abbonamento, ma era elevato il suo prestigio, dato che raccoglieva il meglio dell'intellettualità italiana. Nel Comitato direttivo della Nuova Antologia entrarono [[Giovanni Spadolini]] (direttore ''de facto'' della rivista), [[Aldo Ferrabino]], [[Pasquale Jannaccone]], [[Giuseppe Paratore]] ed [[Arturo Carlo Jemolo]]
Alla fine degli anni Cinquanta Nuova Antologia trovò una nuova sede in via dell'Umiltà. Nel decennio successivo la sede fu trasferita in via Marcello Malpighi (nei pressi della [[Nomentana]]). Negli anni settanta la Nuova Antologia attraversò un periodo di crisi, giungendo a un passo dalla chiusura. [[Giovanni Spadolini]], direttore dal 1956, lanciò una campagna di stampa che incontrò un insperato successo (novembre 1977 – febbraio 1978). Dopo aver salvato la rivista di cui era direttore, Spadolini ne rilevò anche la proprietà (al prezzo simbolico di una lira) e si occupò in prima persona del suo rilancio.<ref>{{cita|Ceccuti|p. 26|Ceccuti, 2001}}</ref>
Trasferì la sede della rivista a [[Firenze]], dov'era nata, e mutò la periodicità da mensile a trimestrale. Il primo fasciolo della nuova edizione uscì
Nella sua lunga storia, Nuova Antologia lanciò due giovani che divennero firme di prim'ordine del giornalismo italiano: [[Indro Montanelli]] (1935) ed [[Eugenio Scalfari]] (1946).<ref>{{cita|Ceccuti|p. 22|Ceccuti, 2001}}</ref>
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*[[Giovanni Spadolini]] (gennaio 1956 – agosto 1994)<ref>Spadolini era dal 1955 direttore del [[Resto del Carlino]], quindi non poteva assumere ufficialmente la carica di direttore. Fu ripresa la formula del Comitato direttivo. Spadolini assunse la direzione formale del periodico nel 1972, dopo aver lasciato il Corriere della Sera.</ref>
*[[Cosimo Ceccuti]] (1994 – in carica)
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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