Alfa Romeo: differenze tra le versioni

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La casa del Biscione ha partecipato con successo a differenti categorie di [[Automobilismo|competizioni automobilistiche]]. Nel 1925 ha vinto il primo [[Campionato mondiale costruttori|campionato del mondo di automobilismo]] organizzato nella storia<ref name="Owen pag. 21-22">{{Cita|Owen, 1985|pagg. 21-22}}.</ref>, mentre nel 1950 e nel 1951 ha conquistato le prime due edizioni del [[Campionato mondiale di Formula 1]]<ref name="enciclopedia pag. 23">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 23}}.</ref>. Nel 1975 e nel 1977 si è invece aggiudicata il [[Campionato del mondo sportprototipi]]<ref name="italiancar">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.italiancar.net/pilot/ms054.htm|titolo= Autodelta – A history
|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=italiancar.net}}</ref>. Con delle vetture Alfa Romeo la [[Scuderia Ferrari]] ha esordito nelle competizioni<ref>{{cita|Massaro, 2000|pag. 24}}.</ref>.
 
== Storia ==
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La genesi del marchio è collegata alla fondazione della [[Società Italiana Automobili Darracq]], che fu aperta a [[Napoli]] il 6 aprile 1906<ref name="Sannia pag. 8">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 8}}.</ref><ref name="Tabucchi pag. 14">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 14}}.</ref>. Questa azienda, che produceva su licenza alcuni modelli della [[Darracq|casa madre francese]]<ref name="Owen pag. 8">{{Cita|Owen, 1985|pag. 8}}.</ref>, alla fine del 1906 fu trasferita a Milano con la costruzione di uno stabilimento in zona Portello<ref name="Sannia pag. 12">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 12}}.</ref>. Le vendite si dimostrarono insufficienti a garantire la sopravvivenza dell'attività produttiva<ref name="Sannia pag. 12"/>; alla fine del 1909 la società fu posta in [[liquidazione]] e venne rilevata da alcuni imprenditori lombardi il 24 giugno 1910, quando l'azienda mutò il nome in ALFA ([[acronimo]] di "Anonima Lombarda Fabbrica Automobili")<ref name="Sannia pag. 14"/><ref name="Sannia pag. 12"/>. Già nel 1910 fu lanciato il primo modello di autovettura, l'[[ALFA 24 HP]]<ref name="Sannia pag. 14"/><ref>{{Cita|Owen, 1985|pagg. 8-9}}.</ref>. Progettata da [[Giuseppe Merosi]], la 24 HP ebbe successo sui mercati e quindi fu seguita da altri modelli<ref name="Sannia pag. 15">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 15}}.</ref><ref name="Owen pag. 9-10">{{Cita|Owen, 1985|pagg. 9 e 10}}.</ref>.
 
Prima dell'entrata dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]], le vendite dell'ALFA aumentarono gradualmente, passando dagli 80 esemplari del 1911 ai 272 del 1914, per poi calare ai 207 del 1915<ref name=Storia1>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_4.htm |titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Le origini dell'ALFA |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= retecivica.milano.it}}</ref>. Con lo scoppio del conflitto (1914) e l'entrata in guerra dell'Italia (1915), la casa automobilistica entrò in crisi<ref name="Tabucchi pag. 24"/> poiché priva delle risorse finanziarie necessarie per convertirsi alla produzione bellica<ref name="Tabucchi pag. 24"/><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/mobilitazione/ |titolo=Definizione di "Mobilitazione" su "treccani.it"|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=treccani.it}}</ref><ref name="Sannia pag. 16">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 16}}.</ref>.
 
[[File:Nicola Romeo.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.7|Nicola Romeo]]
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[[File:Alfa Romeo 1900 berlina (front view).jpg|sinistra|miniatura|Alfa Romeo 1900]]
Nel 1945 l'Alfa Romeo ritornò alla tradizionale attività di produzione di automobili con l'assemblaggio della prebellica [[Alfa Romeo 6C|6C&nbsp;2500]]<ref name="Sannia pag. 46">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 46}}.</ref><ref name="Owen pag. 42">{{Cita|Owen, 1985|pag. 42}}.</ref><ref name="Tabucchi pag. 122">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 122}}.</ref>. Nel 1946 fu nominato responsabile tecnico [[Orazio Satta Puliga]], il cui contributo (in sinergia con [[Giuseppe Luraghi]] presidente di [[Finmeccanica]], la finanziaria dell'IRI era proprietaria dell'Alfa Romeo<ref name=dizionario>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-eugenio-luraghi_(Dizionario-Biografico)/|titolo= Biografia di Giuseppe Luraghi - Dizionario Biografico degli Italiani|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= treccani.it}}</ref>) si sarebbe rivelato decisivo per la trasformazione dell'Alfa Romeo in una casa automobilistica produttrice di autovetture di ampia diffusione<ref name="Owen pag. 42"/>.
 
La nuova [[Alfa Romeo 1900|1900]] debuttò nel 1950 e fu decisiva per risollevare le sorti dell'azienda<ref name="enciclopedia pag. 23"/><ref name="Sannia pag. 50">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 50}}.</ref>. I costi di produzione vennero abbattuti grazie all'introduzione anche al Portello, nel 1952, della [[catena di montaggio]]<ref name="Sannia pag. 50"/>. Con la 1900, l'Alfa Romeo passò quindi da casa automobilistica che assemblava modelli di lusso, a livello quasi artigianale, a marchio che produceva industrialmente i propri prodotti, con l'abbattimento dei costi di produzione<ref name="Owen pag. 45">{{Cita|Owen, 1985|pag. 45}}.</ref>. Dallo stabilimento del Portello uscirono migliaia di veicoli l'anno mentre in precedenza la produzione si attestava al massimo a mille vetture annue<ref name="Sannia pag. 50"/><ref name="Owen pag. 44">{{Cita|Owen, 1985|pag. 44}}.</ref>. La crescita fu costante: dalle 6.104 vetture assemblate nel 1955, la capacità produttiva dello stabilimento raggiunse, nel 1960, le 57.870 unità<ref>{{da}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.italy.dk/sport/alfa_romeo_portello_arese.html|titolo= ALFA Romeo fyldte 100 år den 24. juni 2010
ALFAs Milano-historie - fra Portello til Arese til Fiat...|accesso=10 settembre 2014|formato=|editore= italy.dk}}</ref>.
 
La nuova vettura destinata alla media borghesia, in un mercato automobilistico italiano che nella seconda parte degli [[Anni 1950|anni cinquanta]] si era pienamente ripreso dalla crisi postbellica<ref name="Owen pag. 45"/><ref name="Sannia pag. 52">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 52}}.</ref> fu la [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Giulietta]], cioè un modello più piccolo, meno costoso e costruttivamente più semplice della 1900<ref name="Sannia pag. 52"/><ref name="Owen pag. 46">{{Cita|Owen, 1985|pag. 46}}.</ref>. La vettura ebbe un successo senza precedenti e si guadagnò il soprannome di "fidanzata d'Italia"<ref name="Sannia pag. 62"/>. Grazie al lancio della 1900 e della Giulietta, le vendite dell'Alfa Romeo ebbero un cospicuo incremento, e ciò garantì la salvezza del marchio<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 140}}.</ref>.
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=== Gli anni sessanta e settanta ===
[[File:Alfa Romeo Giulia Super.jpg|miniatura|Alfa Romeo Giulia]]
Nel 1960 Luraghi diventò presidente e tornò così a occuparsi della casa automobilistica del Biscione dopo un'esperienza alla [[Lanerossi]]<ref name=dizionario/><ref name="treccani-luraghi">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-luraghi/ |titolo=Biografia di Giuseppe Luraghi - Enciclopedie on line|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=treccani.it}}</ref>. Il modello che sostituì la Giulietta, la [[Alfa Romeo Giulia|Giulia]], venne introdotta sui mercati nel giugno del 1962<ref name="Sannia pag. 75">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 75}}.</ref> e negli anni seguenti furono lanciate sul mercato molte varianti, che completarono la gamma del modello anche con versioni spiccatamente sportive come la [[Alfa Romeo Giulia GT|Giulia GT]]<ref name="Sannia pag. 75-76">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 75-76}}.</ref><ref name="Sannia pag. 80">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 80}}.</ref><ref name="Sannia pag. 86">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 86}}.</ref>.
 
Per completare la gamma, l'Alfa Romeo decise poi di lanciare sui mercati anche un modello [[spyder]]: il [[Alfa Romeo Spider (Duetto)|Duetto]], che debuttò nel marzo del 1966<ref name="Sannia pag. 86"/>. La vettura ebbe un grandissimo successo che travalicò i confini nazionali arrivando fino agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref name="Sannia pag. 87">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 87}}.</ref>. In questi anni l'Alfa Romeo, all'apogeo della fama<ref name="Sannia pag. 87"/>, introdusse un'altra vettura che passò alla storia e che fu prodotta in un numero molto ristretto di esemplari, la [[Alfa Romeo 33 Stradale|33 Stradale]]<ref name="Sannia pag. 87"/><ref name="Tabucchi pag. 188-190">{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 188 e 190}}.</ref>. Di questi anni fu anche l'inaugurazione del [[Centro Sperimentale Balocco|Centro Sperimentale]], una pista di collaudo a [[Balocco (Italia)|Balocco]]<ref name="enciclopedia pag. 23"/><ref name="Tabucchi pag. 174">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 174}}.</ref>.
 
Nel 1972 fece il suo esordio l'[[Alfa Romeo Alfasud|Alfasud]], cioè un modello medio-piccolo che segnò l'ingresso della casa del Biscione in questo segmento<ref name="Sannia pag. 104">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 104}}.</ref>; fu la prima Alfa Romeo a [[trazione anteriore]] e fu il primo modello della casa del Biscione a installare il [[motore boxer Alfa Romeo]]<ref name="enciclopedia pag. 24">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 24}}.</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/08/30/alfaromeo-alfasud-1972-1983-altra-icona-degli-anni-70/|titolo=AlfaRomeo AlfaSud (1972-1983) altra icona degli anni 70|accesso= 29 agosto 2014|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>.
 
[[File:Alfetta1972WP.jpg|miniatura|sinistra|Alfa Romeo Alfetta]]
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Il periodo compreso tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]] fu caratterizzato dalla presenza, nella gamma Alfa Romeo, di modelli obsoleti e superati che non vennero sostituiti da vetture nuove all'altezza del prestigio del marchio<ref name="Sannia pag. 122">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 122}}.</ref>. Era lacunosa anche la fattura dei modelli, che difettavano per l'assemblaggio poco curato e per la scarsa qualità dei materiali<ref name="Sannia pag. 122"/>. Migliorò temporaneamente la situazione il lancio, nel 1983, del modello che sostituiva l'Alfasud, la [[Alfa Romeo 33|33]]<ref name="Sannia pag. 129">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 129}}.</ref>, che ebbe un ottimo riscontro commerciale<ref name="enciclopedia pag. 24"/><ref name="Sannia pag. 129"/>. Al contrario l'[[Alfa Romeo Arna|Arna]], sempre del 1983 e frutto di una di [[joint venture]] con la [[Nissan Motor|Nissan]], fu un clamoroso flop commerciale<ref name="Sannia pag. 130-134">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 130-134}}.</ref>. Con questo modello, il prestigio dell'Alfa Romeo raggiunse probabilmente il punto più basso della sua storia<ref name="Sannia pag. 130">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 130}}.</ref>.
 
A questo punto l'Alfa Romeo, priva della liquidità necessaria per rinnovare la gamma, lanciò sui una nuova ammiraglia basata sui modelli precedenti, la [[Alfa Romeo 90|90]] (1984)<ref name="Sannia pag. 134-138">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 134-138}}.</ref>. Anche la [[Alfa Romeo 75|75]] (1985) fu l'ennesimo frutto della strategia di derivare i nuovi modelli da vetture precedenti<ref name="Sannia pag. 138">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 138}}.</ref>; ebbe un buon successo e fu il primo modello a montare il nuovo motore [[Twin Spark]]<ref name="Sannia pag. 138"/><ref name="mitoalfaromeo">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/10/15/twin-spark-motore-alfa-romeo/|titolo=Storia e dettagli sul Twin Spark Motore Alfa Romeo|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>. I conti tuttavia rimasero in rosso<ref name="Sannia pag. 138"/> per gli alti costi di produzione; ad esempio, all'inizio degli anni ottanta, l'Alfa Romeo per assemblare un'Alfetta spendeva una cifra tripla rispetto al prezzo a cui il modello era poi venduto al pubblico<ref name="enciclopedia pag. 24"/>. Così il presidente dell'IRI, [[Romano Prodi]], decise di vendere la casa automobilistica a un gruppo privato<ref name="Sannia pag. 142"/>. Nel 1986, dopo un'accesa battaglia con la [[Ford]], il [[gruppo Fiat]] acquisì l'Alfa Romeo grazie all'intercessione dello stesso Prodi<ref name="Sannia pag. 142"/><ref>{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=PRODI+Romano|titolo=Biografia di Romano Prodi|accesso=29 agosto 2014|editore=cinquantamila.corriere.it}}</ref>. Nel 1987 venne introdotta la [[Alfa Romeo 164|164]], un'ammiraglia che rappresentò una pietra miliare nella storia della casa, dato che fu il primo modello Alfa Romeo di questo segmento a trazione anteriore<ref name="Sannia pag. 146">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 146}}.</ref>. La coupé in serie limitata [[Alfa Romeo SZ|SZ]] e la roadster [[Alfa Romeo RZ|RZ]] furono i primi modelli interamente concepiti sotto la guida del gruppo Fiat, pur mantenendo architetture meccaniche derivanti dalla base Alfetta<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 262 e 264}}.</ref>.
[[File:Alfa Romeo 156 2.0 T. Spark.jpg|miniatura|Alfa Romeo 156]]
Con la [[Alfa Romeo 155|155]] (1992)<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 270 e 272}}.</ref> la nuova proprietà iniziò a far derivare la meccanica dei modelli Alfa Romeo da quella delle vetture Fiat con l'obiettivo di contenere i costi<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 272 e 274}}.</ref>. Poco dopo furono lanciati i due modelli che sostituirono la 33, la [[Alfa Romeo 145|145]] e la [[Alfa Romeo 146|146]], che debuttarono, rispettivamente, nel 1994 e nel 1995<ref name="enciclopedia pag. 26">{{Cita|Enciclopedia Quattroruote, 2003|pag 26}}.</ref><ref name="Sannia pag. 151">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 151}}.</ref>. L'anno della svolta fu il 1997, grazie al lancio della [[Alfa Romeo 156|156]]<ref name="Sannia pag. 156">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 156}}.</ref> che segnò, con la sua linea sportiva e innovativa, una rottura con le vetture del passato ed ebbe subito un successo notevole<ref name="enciclopedia pag. 26"/><ref name="Tabucchi pag. 294"/><ref name="Sannia pag. 159">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 159}}.</ref>. Nel 1998 terminò la produzione della 164, che cedette il posto alla nuova ammiraglia [[Alfa Romeo 166|166]]<ref name="Sannia pag. 159"/>.
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=== Gli anni duemila e duemiladieci ===
[[File:Alfa 147 rossa diesel 2002 1.9.jpg|miniatura|sinistra|Alfa Romeo 147]]
Il nuovo millennio iniziò per la casa del Biscione sotto ottimi auspici commerciali. Il nuovo modello che venne introdotto nel 2000, la compatta [[Alfa Romeo 147|147]], ebbe infatti un grande successo tra il pubblico e riuscì ad aggiudicarsi il premio [[Volante d'Oro]] nel 2000 e il titolo di Auto dell'anno nel 2001<ref name="Tabucchi pag. 302">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 302}}.</ref><ref name="Sannia pag. 160">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 160}}.</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/14/Alfa_Romeo_147_auto_dell_co_0_0011148533.shtml|titolo= Esplora il significato del termine: L'Alfa Romeo 147 auto dell'anno 2001. È il decimo successo del gruppo Fiat|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=archiviostorico.corriere.it }}</ref>. Nel 2003 avvenne la presentazione del modello [[Alfa Romeo GT|GT]], che l'anno successivo vinse il premio di "Automobile più bella del mondo"<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.newstreet.it/articolo_id_391.html |titolo= Alfa Romeo GT |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= newstreet.it}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://web.archive.org/web/20130921193658/http://www.quattroruote.it/notizie/eventi/ecco-le-piu-belle-del-mondo-concorso|titolo= Esplora il significato del termine: Premio "''Auto più bella del Mondo''" edizione 2004|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=quattroruote.it}}</ref>.
 
Nel 2005 debuttò la [[Alfa Romeo 159|159]], ovvero il modello di gamma medio-alta che sostituì la 156<ref name="Sannia pag. 170">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 170}}.</ref>. La vettura venne realizzata in collaborazione con il gruppo [[General Motors]]; il pianale, infatti, era frutto di una cooperazione con il marchio [[Opel]] che però non ebbe seguito<ref name="Sannia pag. 170"/>. Il 2007 fu la volta del debutto della supersportiva [[Alfa Romeo 8C Competizione|8C Competizione]], le cui forme vennero suggerite dalla [[Alfa Romeo 33 Stradale|33 Stradale]]<ref name="Sannia pag. 172">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 172}}.</ref>. Venne commercializzata in serie limitata e i 500 esemplari previsti furono tutti venduti appena introdotti sul mercato a facoltosi clienti<ref name="Sannia pag. 172"/>. Era dotata di un motore V8 [[Maserati Squadra Corse]] da 4,7&nbsp;l e 450&nbsp;CV, che era assemblato dalla [[Ferrari]] e che derivava dal propulsore montato sulla [[Maserati 4200 GT]]<ref name="Sannia pag. 172"/>. L'8C Competizione segnò il ritorno della casa del Biscione alla trazione posteriore<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.autopareri.com/Alfa-Romeo-Alfa-8C-competizione.html|titolo= Alfa Romeo : Alfa 8C competizione|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=autopareri.com}}</ref>. La vettura ebbe un ottimo successo e per tale motivo il gruppo Fiat decise di realizzarne anche una versione spyder, che entrò in produzione nel 2009<ref name="Sannia pag. 179">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 179}}.</ref>.
 
Nel giugno 2008 è avvenuto invece il lancio commerciale della compatta [[Alfa Romeo MiTo|MiTo]], concepita per tentare di incrementare le vendite estendendo la gamma verso il basso<ref name="Sannia pag. 179">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 179}}.</ref>.
Nel 2010, in occasione del centenario di fondazione della casa, l'Alfa Romeo ha presentato il modello che ha sostituito la 147, la [[Alfa Romeo Giulietta (2010)|Giulietta]]<ref name="Sannia pag. 183">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 183}}.</ref>. Nel 2013 è entrata invece in produzione la [[Alfa Romeo 4C|4C]]<ref>{{cita web|url=http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/09/06/alfaromeo-4c-2013/|titolo=AlfaRomeo 4C (2013)|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref>.
 
== La storia del marchio di fabbrica ==
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* Nel 1925 è stata aggiunta una [[corona d'alloro]] in ricordo della vittoria dell'[[Alfa Romeo P2]] al primo campionato del mondo di automobilismo organizzato nella storia<ref name="Sannia pag. 17"/>.
* Nel 1946, dopo la vittoria della [[Repubblica Italiana|Repubblica]] al [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum del 2 giugno]], sono state inserite due linee ondulate in sostituzione dei nodi sabaudi<ref name="Sannia pag. 17"/>.
* Nel 1972, con la conversione dello stabilimento Alfasud di Pomigliano d'Arco alla produzione automobilistica, sono state tolte dal marchio la scritta "MILANO", le linee ondulate, la corona d'alloro e il trattino che separava "ALFA" e "ROMEO" (restyling di [[Pino Tovaglia]]<ref>{{cita libro | cognome= Fioravanti| nome= Giorgio |coautori = | titolo= Il dizionario del grafico| editore= Zanichelli| città= Bologna| anno= 1993|lingua p= |url = |accesso = |pagine = pag. 468|id isbn= ISBN 888-8081408-11614116-0|cid=Fioravanti, 1993}}</ref>)<ref name="Sannia pag. 17"/>.
 
== La produzione ==
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{{vedi anche|Stabilimento Alfa Romeo del Portello|Stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco|Stabilimento Alfa Romeo di Arese}}
[[File:Alfa portello anni '30.jpg|miniatura|destra|Lo stabilimento Alfa Romeo del Portello in un disegno degli [[Anni 1930|anni trenta]]<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 92}}.</ref>]]
In Italia i siti produttivi strettamente legati al marchio Alfa Romeo sono stati quattro. Il primo, che venne aperto a Milano nel [[Portello|quartiere del Portello]], nacque agli albori della storia della casa del Biscione. Tale fabbrica fu impiantata nel 1906 nel capoluogo meneghino in occasione del trasferimento della Darracq da Napoli a Milano e fu chiusa nel 1986, quando l'ultimo dipendente venne trasferito ad [[Arese]]<ref name="Sannia pag. 12">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 12}}.</ref><ref name="motorbox.com">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.motorbox.com/auto/magazine/costume-societa/addio-vecchio-portello |titolo= Addio vecchio Portello|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=motorbox.com}}</ref>. Le strutture dello stabilimento sono state poi demolite nel 2004<ref name="motorbox.com"/>.
 
Il secondo sito produttivo Alfa Romeo che venne attivato fu quello di Pomigliano d'Arco. I lavori di costruzione iniziarono nel 1938 con l'obiettivo di destinare il nuovo sito produttivo alla progettazione e all'assemblaggio di motori aeronautici<ref name="Sannia pag. 38"/>. Con la finalità di favorire l'occupazione delle regioni del [[Sud Italia]], negli anni sessanta Giuseppe Luraghi decise di convertire lo stabilimento in un sito produttivo di automobili<ref name="Sannia pag. 107">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 107}}.</ref>. La prima vettura Alfa Romeo prodotta a Pomigliano d'Arco fu l'Alfasud, il cui assemblaggio iniziò nel 1972<ref name="Sannia pag. 104">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 104}}.</ref>. L'ultima è stata invece la 159, che è stata prodotta fino al 2011<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alvolante.it/news/l%E2%80%99alfa_romeo_159_ha_ore_contate-544911044|titolo= L'Alfa Romeo 159 ha le ore contate|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= alvolante.it}}</ref>. A partire dal dicembre dello stesso anno nello stabilimento è iniziato l'assemblaggio della [[Fiat Panda (2012)|Fiat Panda]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://economia.ilmessaggero.it/home/fiat_la_panda_polacca_a_pomigliano_dal_2013_volumi_e_occupati_in_crescita/220920.shtml|titolo= Fiat, la Panda «polacca» a Pomigliano. Dal 2013 volumi e occupati in crescita|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= economia.ilmessaggero.it}}</ref>. Nel 2008 tale stabilimento è stato intitolato a [[Giambattista Vico]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.autoblog.it/post/12784/riapre-lo-stabilimento-di-pomigliano-darco|titolo= Riapre lo stabilimento di Pomigliano d'Arco|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= autoblog.it}}</ref>.
 
Il terzo sito produttivo costruito in ordine di tempo dall'Alfa Romeo fu invece quello di Arese, che venne inaugurato nel 1963<ref name="Sannia pag. 71">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 71}}.</ref><ref name="corriereultimanotte">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/22/All_Alfa_Romeo_Arese_prima_co_9_091122027.shtml|titolo= All'Alfa Romeo di Arese prima dell'ultima notte|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= archiviostorico.corriere.it }}</ref>. La fabbrica di Arese toccò poi l'apice della capacità produttiva negli anni settanta e ottanta, dopo di cui venne progressivamente ridimensionata per poi essere chiusa nel 2005<ref name="alfaroma">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaroma.it/alfa-romeo-ed-arese-breve-storia-di-un-polo-industriale-italiano/|titolo= Alfa Romeo ed Arese. Breve storia di un polo industriale italiano|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= alfaroma.it}}</ref><ref name="mitoarese">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2012/02/19/alfaromeo-di-arese-2012-cosa-e-rimasto-oggi-dello-storico-stabilimento/|titolo= AlfaRomeo di Arese 2012 :cosa è rimasto oggi dello storico stabilimento|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= mitoalfaromeo.com}}</ref>.
 
L'ultimo stabilimento aperto dall'Alfa Romeo in Italia è stato quello di [[Pratola Serra]]. È stato inaugurato nel 1981 per l'assemblaggio dell'Arna e dal 1996 produce motori per il gruppo Fiat<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.mitoalfaromeo.com/notizie/2011/09/05/alfaromeo-arna-1983-1987/ |titolo= AlfaRomeo ARNA (1983-1987)
|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=mitoalfaromeo.com}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.pratolaserra.gov.it/documenti/Relazione%20Assessore%20Petruzziello.pdf |titolo= I^ incontro lavoro per rilancio FIAT e sicurezza ai lavoratori|accesso=29 agosto 2014|formato={{PDF}}|editore=pratolaserra.gov.it}}</ref>.
 
I modelli Alfa Romeo commercializzati in seguito non sono stati più assemblati in fabbriche collegate specificamente al marchio del Biscione. Infatti la [[Alfa Romeo 8C Competizione|8C Competizione]] è stata prodotta a [[Modena]] negli stabilimenti della [[Maserati]]<ref name="allaguida.it">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.allaguida.it/s/alfa-romeo-8c/|titolo= Alfa Romeo 8C|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= allaguida.it}}</ref>, ovvero nello stesso sito produttivo dov'è assemblata la 4C<ref name="newstreet.it">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.newstreet.it/auto/articoli/alfa-romeo-4c-verra-prodotta-a-modena/|titolo= Alfa Romeo 4C verrà prodotta a Modena|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= newstreet.it}}</ref>, mentre la MiTo e Giulietta sono fabbricate, rispettivamente, negli stabilimenti Fiat [[Fiat Mirafiori|di Mirafiori]] ([[Torino]])<ref name="Sannia pag. 179"/> e [[Stabilimento Fiat di Cassino|di Cassino]]<ref name="http">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/13300/alfa-romeo-giulietta-genera-lavoro-e-movimenta-cassino|titolo= L'Alfa Giulietta crea lavoro e movimenta Cassino|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>.
 
=== L'occupazione in Italia ===
[[File:AlfaRomeoArese5.jpg|miniatura|upright=1.4|sinistra|Lo stabilimento Alfa Romeo di Arese]]
Nei primi anni di attività l'ALFA poteva contare su circa 300 dipendenti<ref name=Storia1 />, che crebbero a 2.200 durante la fase di ricostruzione che seguì il primo conflitto mondiale (1919)<ref name=Storia1 />. I lavoratori si ridussero a 1.200 all'inizio degli anni venti a causa della crisi economica del primo dopoguerra<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/Comunali2001/valter.molinaro/Milano/mi09/1_5.htm |titolo= La fabbrica e la produzione dell'Alfa Romeo a Milano – Dalla riconversione postbellica all'ingresso nell'I.R.I.|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=retecivica.milano.it}}</ref>. Con l'ampliamento delle capacità produttive e la diversificazione dell'attività, il numero dei dipendenti continuò poi a crescere fino a superare i 6.000 dipendenti nel 1937 ed a toccare le 14.000 unità all'inizio della seconda guerra mondiale (1940)<ref name="Tabucchi pag. 110">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 110}}.</ref>.
 
A conflitto terminato, poco prima dell'inaugurazione delle prime catene di montaggio, la forza lavoro totale impiegata tra il Portello e Pomigliano d'Arco corrispondeva a circa 8.500 persone (1949)<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 130}}.</ref>. Da questo momento in poi il numero dei lavoratori continuò a crescere. All'inizio degli anni settanta, al culmine della capacità produttiva, la forza lavoro impiegata all'Alfa Romeo sfiorava i 29.000 dipendenti<ref name="Tabucchi pag. 210"/>. La profonda crisi iniziata alla fine degli anni settanta e la strategia perseguita dal gruppo Fiat portarono, a partire dalla metà degli anni ottanta, a un costante ridimensionamento del numero degli impiegati<ref>{{cita web|url=http://www.linkiesta.it/marchionne-declino-fiat|titolo=Marchionne? Il declino Fiat è cominciato 25 anni fa|accesso=29 agosto 2014|editore=linkiesta.it|formato=}}</ref>. Lo stabilimento di Arese, ad esempio, è passato dai 22.400 dipendenti del 1974<ref>{{cita web|url=http://www.grupposenioresalfaromeo.it/arese.pdf|titolo=Alfa Romeo - Sipario su Arese|accesso=26 settembre 2013|editore=grupposenioresalfaromeo.it|formato=PDF}}</ref>, ai 19.000 del 1982<ref name="tgcom">{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/articolo466247.shtml|titolo=Alfa, Fiat non ritira trasferimenti|accesso=29 agosto 2014|editore=tgcom24.it|formato=}}</ref>, ai 16.000 del 1986<ref name="tgcom"/> e ai 9.500 lavoratori nel 1993<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/25/agnelli-se-tocchi-arese-sono-guai.html|titolo=Agnelli, se tocchi Arese sono guai|accesso=29 agosto 2014|editore=repubblica.it|formato=}}</ref>, per poi arrivare all'azzeramento delle maestranze con la chiusura della fabbrica. A febbraio 2013, nello stabilimento di Pomigliano d'Arco, lavoravano circa 2.400 persone<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/economia/fiat_pomigliano_accordo_sindacati/notizie/250038.shtml|titolo=Pomigliano, accordo con i sindacati. Lavoratori di Fiat Group Automobiles in Cassa integrazione dal primo marzo|accesso=29 agosto 2014|editore=ilmessaggero.it}}</ref>.
 
In seguito alla chiusura dei siti produttivi del Portello e di Arese e dopo la messa in produzione di modelli non appartenenti al marchio del Biscione a Pomigliano d'Arco, i lavoratori impiegati per la realizzazione di vetture Alfa Romeo fanno parte delle maestranze dei vari stabilimenti del gruppo Fiat<ref name="allaguida.it"/><ref name="newstreet.it"/><ref name="http"/>.
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=== La produzione fuori dall'Italia ===
[[File:1971 FNM 2150.jpg|miniatura|destra|Una FNM 2150]]
Nel 1952 la casa del Biscione siglò un accordo con l'azienda automobilistica brasiliana [[Fàbrica Nacional de Motores|FNM]] per la costruzione in loco di autocarri pesanti<ref name="brasile">{{cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/370/le-alfa-romeo-brasiliane|titolo=Le Alfa Romeo Brasiliane|accesso=29 agosto 2014|editore=omniauto.it|formato=}}</ref>. Nel 1961 iniziò la produzione automobilistica con il modello [[FNM JK]] (in seguito ribattezzato "FNM 2000") che era, in sostanza, la versione brasiliana dell'[[Alfa Romeo 2000 (1958)|Alfa Romeo 2000]]<ref name="brasile"/>. Nel 1968 l'Alfa Romeo acquisì il controllo della FNM e l'anno seguente la 2000 fu sostituita dalla [[FNM 2150|2150]]<ref name="brasile"/>. Nel 1974 la 2150 venne rimpiazzata dall'[[Alfa Romeo 2300]], che fu pertanto il primo modello prodotto dalla FNM a portare il marchio della casa automobilistica del Biscione<ref name="brasile"/>. Nell'estetica la 2300 ricalcava l'Alfetta anche se erano presenti delle sostanziali differenze nelle dimensioni<ref name="brasile"/>. Nel 1978, alla 2300 "base", venne affiancata la versione Ti<ref name="brasile"/>. La 2300 restò in produzione fino al 1988<ref name="brasile"/>.
 
L'Alfa Romeo esordì sul mercato [[sudafrica]]no nel 1958<ref name="sudafrica">{{cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=149|titolo=L'Alfa Romeo in Sud Africa|accesso=29 agosto 2014|editore=alfasport.net|formato=}}</ref>. Grazie al successo riscosso dalle proprie vetture, la casa del Biscione decise di costituire nel 1962 l<nowiki>'</nowiki>''Alfa Romeo South Africa ltd'' (A.R.S.A.), ovvero una struttura finalizzata alla vendita e all'assistenza di autovetture Alfa Romeo in Sudafrica<ref name="sudafrica"/>. Dal 1973 al 1984 l'Alfa Romeo produsse la Giulia, l'Alfetta, l'Alfasud (berlina e Sprint), la Giulietta, la [[Alfa Romeo Alfetta GT|GTV6]] e l'Alfa 6 in uno stabilimento costruito a [[Brits (Sudafrica)|Brits]]<ref name="sudafrica"/><ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.alfagtv6.com/gtv6_30.htm|titolo=Alfa Romeo GTV6 3.0 liter|accesso=29 agosto 2014|editore=alfagtv6.com|formato=}}</ref>, dove vennero assemblate poi anche la [[Fiat 132]], la [[Fiat 128|Fiat 128 Pick up]] e la [[Daihatsu Cuore|Daihatsu Charade]] grazie a un accordo stipulato tra l'Alfa Romeo e le due case automobilistiche concorrenti<ref name="sudafrica"/><ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome= |nome= |linkautore= |coautori= |anno= 1983|mese= maggio|titolo= |rivista= [[Quattroruote]]|volume= |numero= |pagine= 63|id= |url= |lingua= |accesso= |abstract= }}</ref>. Lo stabilimento di Britts fu chiuso nel 1984 a causa di una cospicua e duratura contrazione dei volumi di vendita delle vetture Alfa Romeo su questo mercato<ref name="sudafrica"/>.
 
Dal 2002 al 2004 le 156 destinate ai mercati asiatici furono assemblate in [[Thailandia]] nello stabilimento [[General Motors]] di [[Rayong]]<ref>{{cita web|url=http://www.thevrl.com/group/alfa-romeo-156|titolo=Alfa Romeo 156 |accesso=20 maggio 2014|editore=thevrl.com|formato=}}</ref>. Tale produzione fu il risultato di una [[joint venture]] tra la Fiat e il gruppo automobilistico statunitense citato<ref>{{en}} {{cita web|url=http://web.archive.org/web/20110706101729/http://www.autoweb.com.au/cms/A_53941/title_Equipment-Boost-For-2002-Alfa-Romeo-166/newsarticle.html|titolo=Equipment Boost For 2002 Alfa Romeo 166|accesso=29 agosto 2014|editore=autoweb.com.au|formato=}}</ref>.
 
== La tecnologia ==
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Il [[Variatore di fase Alfa Romeo|variatore di fase]] è stato montato per la prima volta nella storia nel 1980 sulla Spider "Duetto"<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://alfaspiderfaq.org/spdrfaq_v3.pdf|titolo=Alfa Romeo Spyder FAQ|formato=PDF|accesso=29 agosto 2014|editore=alfaspiderfaq.org}}</ref><ref name="fiatpress">{{Cita web|url=http://www.fiatpress.com/press/detail/10935 |titolo=Fiat Group: una storia di primati tecnologici e motorizzazioni all'avanguardia|accesso=29 agosto 2014|editore=fiatpress.com}}</ref>. In seguito questa tecnologia ideata dall'Alfa Romeo è stata applicata da quasi tutti i costruttori automobilistici<ref name="fiatpress"/>. Un'innovazione più recente è stato il [[cambio robotizzato]] [[Selespeed]]. Tale componente, utilizzato per la prima volta sulla 156, ha rappresentato il primo cambio manuale automatizzato mai montato su una vettura di serie<ref name="fiatpress"/><ref>{{en}}{{Cita web|url= http://www.alfaworkshop.co.uk/alfa_romeo_156.shtml|titolo= Alfa Romeo 156|accesso=29 agosto 2014|editore=alfaworkshop.co.uk}}</ref>. La 156 è stata anche la prima autovettura al mondo a montare un [[Motore Diesel|motore turbo Diesel]] [[common rail]]<ref name="Sannia pag. 159"/><ref>{{en}}{{Cita web|url= http://web.archive.org/web/20130703105445/http://www.autonews.com/files/07_ane_ptc/speakers.html |titolo= New powertrain technologies conference |accesso=29 agosto 2014|editore=autonews.com}}</ref>. Anche questa tecnologia si è poi diffusa sui modelli Diesel di quasi tutte le altre case automobilistiche mondiali<ref>{{Cita web|url= http://www.omniauto.it/glossario/common-rail |titolo= Common Rail |accesso=29 agosto 2014|editore=omniauto.it}}</ref>. Sulla MiTo hanno esordito il sistema di monitoraggio [[Alfa Romeo DNA]]<ref>{{cita web|url=http://www.quattroruote.it/news/novita/2008/07/04/prime_impressioni_sul_dna.html|titolo=Alfa MiTo - Prime impressioni sul DNA
|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= quattroruote.it}}</ref> e il nuovo tipo di [[cambio a doppia frizione]] "TCT" ideato dal gruppo Fiat<ref name="fiatpress"/><ref>{{en}} {{cita web|url=http://www.autoexpress.co.uk/alfa-romeo/mito/18058/alfa-romeo-mito-tct|titolo=Alfa Romeo MiTo TCT|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= autoexpress.co.uk}}</ref>.
 
== Il design ==
[[File:Alfa Romeo 8c Spider - Flickr - The Car Spy (3).jpg|miniatura|Il logo del Centro Stile Alfa Romeo]]
La prima [[Divisione (organizzazione aziendale)|divisione aziendale]] dell'Alfa Romeo che si è occupata di [[Progettazione di automobili|design]] è stato l'"Ufficio Progettazione Carrozzeria", che è stato costituito negli anni quaranta<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.riar.it/en/node/226|titolo=Il Centenario|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=Registro italiano Alfa Romeo}}</ref>. Il [[Centro Stile Alfa Romeo]] è stato invece fondato nel 1990 e aveva originariamente sede all'interno dell'area dove sorgeva lo stabilimento di Arese<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.autoblog.it/post/20560/alfa-romeo-cassa-integrazione-di-sette-settimane-per-arese-siamo-alla-chiusura-dei-battenti|titolo=Alfa Romeo, cassa integrazione di sette settimane per Arese. Siamo alla chiusura dei battenti?|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=autoblog.it}}</ref>. Nel 2011 questo dipartimento è stato spostato a Torino<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.autoblog.it/post/31667/alfa-romeo-il-centro-stile-va-a-torino|titolo=Alfa Romeo: il centro stile va a Torino|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=autoblog.it}}</ref>.
 
Oltre che dalla divisione interna all'azienda, la linea dei modelli Alfa Romeo è stata anche disegnata da professionisti esterni. I più importanti [[designer]] che hanno accettato commissioni per la casa automobilistica del Biscione sono stati [[Nuccio Bertone]], [[Battista Pininfarina]], [[Ugo Zagato]], [[Giorgetto Giugiaro]] e [[Marcello Gandini]]<ref name="Sannia pag. 65-100">{{Cita|Sannia, 2010|pagg. 65-100}}.</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://web.archive.org/web/20080211230501/http://www.conceptcars.it/carrozzieri/italdesign.htm|titolo=Italdesign - Giugiaro - Storia del marchio|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=conceptcars.it}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.alfaromeo75.it/file/Montreal.htm|titolo=La bella dell'Expo|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=alfaromeo75.it}}</ref>.
 
Due stilemi che caratterizzano il frontale dei modelli Alfa Romeo da decenni e che distinguono i modelli della casa del Biscione dalle altre vetture sono lo [[Scudetto e trilobo Alfa Romeo|scudetto e il trilobo]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.tio.ch/News/Motori/634550/Alfa-Romeo-Giulia-GT-Modernismo-retro/5|titolo= Alfa Romeo Giulia GT: Modernismo retrò|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=tio.ch}}</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/press/detail/5953|titolo=Stile distintivo e abitacolo spazioso da grande berlina|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=alfaromeopress.com}}</ref>.
 
=== Le vetture di serie ===
L'Alfa Romeo ha prodotto alcune vetture da strada che hanno segnato la storia del design dell'[[industria automobilistica]] italiana. I primi modelli Alfa Romeo che si distinsero per la loro estetica furono quelli commercializzati negli anni trenta. La loro linea elegante e raffinata contribuì a far diventare famoso in tutto il mondo il marchio Alfa Romeo<ref name="Owen pag. 39">{{Cita|Owen, 1985|pag. 39}}.</ref><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 68}}.</ref>. Per quanto riguarda le vetture successive, la 1900 ebbe un design all'avanguardia che derivava da quello delle vetture prebelliche<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.conceptcarz.com/vehicle/z14034/Alfa-Romeo-1900-CSS.aspx |titolo= 1955 Alfa Romeo 1900 CSS news, pictures, and information |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= conceptcarz.com}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.conceptcarz.com/vehicle/z14037/Alfa-Romeo-Giulietta-Spider.aspx |titolo= 1960 Alfa Romeo Giulietta Spider news, pictures, and information |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= conceptcarz.com}}</ref>. Questa linea fu poi confermata sul modello successore della 1900, la Giulietta<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/506/alfa-romeo-giulietta |titolo= Alfa Romeo Giulietta |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>.
 
[[File:Alfa Romeo Tipo 33 Stradale Front.jpg|miniatura|Alfa Romeo 33 Stradale]]
Negli anni sessanta fu commercializzata la Giulia, che era caratterizzata da una forma particolarmente aerodinamica frutto dell'uso della [[galleria del vento]]<ref name="Owen pag. 54">{{Cita|Owen, 1985|pag. 54}}.</ref>. Grazie al suo bassissimo [[Coefficiente di penetrazione aerodinamica|C<sub>x</sub>]] venne coniato lo slogan "la Giulia, l'auto disegnata dal vento"<ref name="Sannia pag. 75"/>. Nello stesso periodo fu anche lanciato sui mercati l'ultimo lavoro di Pininfarina prima di morire, la spyder Duetto<ref name="Sannia pag. 86"/>. La sua linea ebbe un grande successo e segnò una pietra miliare nella storia del design delle vetture Alfa Romeo<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.supercars.net/cars/1956.html |titolo= 1966 Alfa Romeo 1600 Duetto Spider|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= supercars.net}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.conceptcarz.com/vehicle/z8834/Alfa-Romeo-Duetto-1600.aspx |titolo= 1967 Alfa Romeo Duetto 1600 news, pictures, and information|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= conceptcarz.com}}</ref>. In questi anni l'Alfa Romeo introdusse un altro modello che passò alla storia, la 33 Stradale<ref name="Sannia pag. 87"/>. Derivata dal modello da competizione [[Alfa Romeo Tipo 33|Tipo 33]], la 33 Stradale venne dotata di una carrozzeria che da molti addetti ai lavori è considerata tra le più belle della sua epoca<ref name="Tabucchi pag. 188-190"/>.
 
Nel 1970 venne introdotta la [[Alfa Romeo Montreal|Montreal]]<ref name="supercars-montreal">{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.supercars.net/cars/34.html |titolo= 1970→1977 Alfa Romeo Montreal |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= supercars.net}}</ref>. Secondo i piani iniziali lo sviluppo del modello doveva fermarsi allo stadio di [[concept car]] ma in seguito, grazie al grande successo che registrò anche per sua linea così innovativa e differente da quella delle Alfa Romeo precedenti, fu deciso di produrla in serie<ref name="supercars-montreal"/><ref name="motortrend">{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.motortrend.com/classic/roadtests/12q2_1972_alfa_romeo_montreal/ |titolo= 1972 Alfa Romeo Montreal Classic Drive |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= motortrend.com}}</ref>. Nel 1972 venne introdotta l'Alfetta, ovvero un modello che in seguito diventò uno degli emblemi dell'industria automobilistica italiana di questo decennio e che era caratterizzato da una linea a cuneo all'avanguardia per i tempi<ref name="alfetta">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.omniauto.it/magazine/853/alfa-romeo-alfetta|titolo= Alfa Romeo Alfetta |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>, .
 
[[File:Alfa Romeo Montreal.PNG|miniatura|sinistra|Alfa Romeo Montreal]]
Il modello che segnò uno spartiacque con le vetture del passato fu la 33<ref name="trentatre">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.omniauto.it/magazine/2053/lalfa-romeo-33 |titolo= L'Alfa Romeo 33 |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= omniauto.it}}</ref>, con la quale l'Alfa Romeo ruppe una tradizione consolidata da qualche decennio passando da modelli caratterizzati da un design decisamente sportivo a vetture aventi linee più ricercate ed eleganti<ref name="trentatre"/>. Anche l'equipaggiamento fu reso più ricco, tant'è che venne introdotto, proprio sulla 33, l'allestimento "Quadrifoglio Oro"<ref name="trentatre"/>.
 
Negli anni novanta la linea innovativa della 156 marcò l'inizio di un nuovo concetto di stile che fu poi applicato anche sui modelli seguenti, pur con gli aggiornamenti del caso<ref name="Sannia pag. 156"/>, e che coniugava le linee caratteristiche di famosi modelli Alfa Romeo del passato con nuovi stilemi<ref name="Tabucchi pag. 294">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 294}}.</ref>.
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[[File:Alfa Romeo Disco Volante.JPG|miniatura|Alfa Romeo Disco Volante]]
La prima concept car prodotta dall'Alfa Romeo è stata la [[ALFA 40-60 HP|40-60 HP Aerodinamica]] (1914)<ref name="al volante"/>. Questo modello venne dotato di una linea che ricordava quella di un dirigibile ed è considerata - da parte degli addetti ai lavori - la prima [[monovolume]] della storia<ref name="al volante"/>. Negli anni cinquanta la casa automobilistica del Biscione ha realizzato una serie di modelli che sono diventati in seguito pietre miliari per il design automobilistico mondiale<ref name="BAT">{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/7282/bertone-bat11|titolo=Bertone BAT11|accesso=29 agosto 2014|editore=omniauto.it}}</ref><ref name="conceptcarz.com/vehicle">{{en}}{{Cita web|url=http://www.conceptcarz.com/vehicle/z4824/Alfa-Romeo-BAT-7.aspx|titolo=1954 Alfa Romeo B.A.T. 7 news, pictures, and information|accesso=29 agosto 2014|editore=conceptcarz.com}}</ref>. Le [[Alfa Romeo BAT|BAT]] (BAT), questo il loro nome, derivavano dalla 1900 Sprint e furono progettate da [[Franco Scaglione]] per conto di Bertone come esercizio stilistico atto a rendere massimo l'effetto aerodinamico<ref name="BAT"/>. Dalla 1900 è derivata anche la [[Alfa Romeo Disco Volante|Disco Volante]]<ref name="omni">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.omniauto.it/magazine/19510/alfa-romeo-disco-volante-storia-retrospettiva|titolo=Alfa Romeo Disco Volante, l'Ufo con lo Scudo|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=omniauto.it}}</ref>. Grazie alla linea molto particolare e alla popolarità scaturita dalla sua partecipazione alla [[Mille Miglia]], la Disco Volante diventò famosa in breve tempo facendo piovere all'Alfa Romeo decine di prenotazioni "sulla fiducia"<ref name="omni"/>. Tuttavia la casa del Biscione decise di non produrla in serie nonostante le pressioni di personaggi famosi come l'astronauta [[Charles Conrad]] e l'attore [[Tyrone Power]]<ref name="omni"/>.
 
Il modello da competizione Tipo 33 e la sua derivata 33 Stradale sono diventate la base di molte concept car prodotte negli anni sessanta e settanta<ref name="al volante"/>. Tra esse ci sono state la [[Alfa Romeo 33 Bertone Carabo|Carabo]] e la [[Alfa Romeo 33 Cuneo|Cuneo]]<ref name="al volante"/>. La Carabo, che è stata realizzata nel 1968, era dotata di soluzioni stilistiche che in seguito sono state utilizzate sulla [[Lamborghini Countach]]<ref>{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/21690/bertone-carabo-un-coleottero-da-sogno|titolo=Bertone Carabo, un coleottero da sogno|accesso=29 agosto 2014|editore=omniauto.it}}</ref>. La Cuneo, che è stata invece presentata nel 1971, ha stupito il pubblico per le sue linee molto squadrate in un periodo in cui le forme arrotondate andavano per la maggiore<ref name="al volante"/>.
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L'Alfa Romeo ha prodotto [[Veicolo commerciale|veicoli commerciali]] dal 1914 al 1988 ed è stata, dopo la Fiat, l'azienda italiana che ha costruito questa tipologia di mezzi di trasporto per più tempo<ref name="negri">{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20101025034457/http://www.negri.it/camionalfa.htm|titolo="Camion Alfa" – Fondazione Negri|accesso=29 agosto 2014|editore=negri.it}}</ref>.
 
Il primo [[autocarro]] realizzato dall'Alfa Romeo, che venne prodotto nel 1914, fu ottenuto modificando una 24 HP<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 34}}.</ref>. Il primo camion non derivante da un'autovettura fu il [[Alfa Romeo 50|Tipo 50]], che venne lanciato sui mercati nel 1931<ref name="90 anni">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/press/article/2421|titolo=Alfa Romeo compie 90 anni - Non solo auto|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=alfaromeopress.com}}</ref>. L'ultimo modello di camion Alfa Romeo fu invece prodotto nel 1967<ref name="negri"/>. Grazie alla loro diffusione nelle [[Colonialismo italiano|colonie italiane]] durante gli anni trenta in [[Etiopia]], ancora nel XXI secolo, il termine ''romeo'' indica genericamente l'"autocarro"<ref name="90 anni"/>. I camion Alfa Romeo più celebri, che vennero prodotti dagli anni quaranta agli anni sessanta, furono il [[Alfa Romeo 430|430]], l'[[Alfa Romeo 800|800]] ed il [[Alfa Romeo Mille|Mille]]<ref name="negri"/>. Alcuni di essi erano dotati di dimensioni così ampie da avere una capacità di carico corrispondente a quella massima concessa dal [[codice della strada]]<ref name="negri"/>. I camion della casa del Biscione sono stati anche prodotti su licenza in [[Spagna]] e [[Brasile]]<ref name="negri"/>.
 
Il primo [[furgone]] costruito dall'Alfa Romeo fu il [[Alfa Romeo Romeo|Romeo]], che venne prodotto dal 1954 al 1967<ref name="alfaklub.dk">{{da}}{{Cita web|url=http://www.alfaklub.dk/index.php?option=com_content&view=article&id=212:200706&catid=69:60til69&Itemid=85|titolo=Alfa Romeo T10, A11/F11 og A12/F12|accesso=29 agosto 2014|editore=alfaklub.dk}}</ref>. Successivamente furono commercializzati l'[[Alfa Romeo A11 e F11|F11/A11]], che fu realizzato dal 1967 al 1971, e l'[[Alfa Romeo A12 e F12|F12/A12]], che venne invece prodotto dal 1967 al 1983<ref name="alfaklub.dk"/>. Gli ultimi veicoli commerciali leggeri realizzati dall'Alfa Romeo furono l'[[Alfa Romeo AR6|AR6]] e l'[[Alfa Romeo AR8|AR8]]. Traevano origine da un accordo con l'[[Iveco]] ed erano, rispettivamente, dei [[Fiat Ducato]] e [[Iveco Daily]] rimarchiati<ref>{{Cita web|url=http://alfaromeocashtalk.wordpress.com/category/alfa-romeo/|titolo=Alfa Romeo|accesso=29 agosto 2014|editore=alfaromeocashtalk.wordpress.com}}</ref>. L'ultimo esemplare di furgone Alfa Romeo - un AR6 - uscì dalle catene di montaggio nel 1988<ref>{{Cita web|url=http://www.omniauto.it/magazine/3454/iveco-daily|titolo=Iveco Daily|accesso=29 agosto 2014|editore=omniauto.it}}</ref>.
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{{vedi anche|Alfa Romeo Avio}}
[[File:Alfa Romeo D2.jpg|miniatura|sinistra|upright=0.8|Un Alfa Romeo D2]]
Il primo motore Alfa Romeo utilizzato su un [[aeroplano]] fu installato nel 1910 su un [[biplano]] Santoni-Franchini<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 19}}.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=705 |titolo=Marco Rigoni racconta... Il biplano Santoni/Franchini |accesso=29 agosto 2014|formato=PDF|editore=alfasport.net}}</ref>. Dopo questo propulsore seguì la produzione di altri motori aeronautici realizzati su licenza<ref name=enciclopedia>{{Cita web|url=http://www.enciclopediadellautomobile.com/it/stampa/scheda/38/2567/ |titolo=Alfa Romeo |accesso=29 agosto 2014|formato= |editore=enciclopediadellautomobile.com}}</ref><ref name="alfasportI">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=131|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo I|accesso=29 agosto 2014|editore=alfasport.net}}</ref>.
 
Nel 1932 venne fabbricato il primo motore aeronautico totalmente progettato dalla casa del Biscione, il [[Alfa Romeo D2|D2]], che fu poi montato sul [[Caproni Ca.101]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/press/article/2421|titolo=Alfa Romeo compie 90 anni - Non solo auto|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=alfaromeopress.com}}</ref>. I propulsori aeronautici dell'Alfa Romeo prodotti in questo decennio, grazie soprattutto all'uso su un numero ragguardevole di aeroplani della [[Regia Aeronautica]], contribuirono a scrivere pagine importanti della storia dell'aviazione italiana<ref name="alfasportII">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=132|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo II|accesso=29 agosto 2014|editore=alfasport.net}}</ref><ref name="alfasportIII">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=133|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo III|accesso=29 agosto 2014|editore=alfasport.net}}</ref>. La casa del Biscione aveva inoltre una propria linea di sviluppo e di produzione di eliche, sia [[Elica a passo fisso|a passo fisso]] sia [[Elica a passo variabile|a passo variabile]], che erano realizzate in [[duralluminio]]<ref name="alfasportII"/>. Per quanto concerne i materiali, l'Alfa Romeo brevettò diverse leghe metalliche che vennero in seguito abbondantemente utilizzate anche sulle autovetture<ref name="Tabucchi pag. 152">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 152}}.</ref>. Una delle più famose leghe metalliche ideate e realizzate dall'Alfa Romeo che derivavano dall'ambito aerodinamico fu la "Duralfa"<ref name="Tabucchi pag. 152"/>.
 
Durante la seconda guerra mondiale l'Alfa Romeo continuò a costruire motori aeronautici. Tra i più famosi ci fu l'[[Alfa Romeo RA 1000 RC.41|RA 1000 RC.41]], che venne prodotto su licenza della [[Daimler-Benz]]<ref>{{Cita web|url=http://www.museoscienza.org/dipartimenti/catalogo_collezioni/scheda_oggetto.asp?idk_in=ST120-00354&arg=canna|titolo=Motore aeronautico - Alfa Romeo RA 1000 RC.41-I Monsone|accesso=29 agosto 2014|editore=museoscienza.org}}</ref>. Questo propulsore rese possibile la costruzione del [[Macchi M.C.202]], ovvero il miglior [[aereo da caccia]] della Regia Aeronautica utilizzato durante il secondo conflitto mondiale<ref>{{cita libro | nome= Enzo | cognome= Angelucci | coautori=Paolo Matricardi | anno= 1978 | mese= | titolo= World Aircraft: World War II, Volume I | editore= Sampson Low | città= Maidenhead, Regno Unito |lingua= inglese | idisbn= ISBN 978-0-528-88170-1 | pagine= }}</ref>. Dopo lo scoppio del conflitto Ugo Gobbato decise di dotare la casa automobilistica del Biscione di una divisione aziendale specifica che si sarebbe occupata esclusivamente della produzione aeronautica. Nacque così, nel 1941, l'Alfa Romeo Avio<ref name=AlfaSportClub>{{cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=414|titolo= Alfa Romeo Aviazione|editore= alfasport.net|data=|accesso=29 agosto 2014}}</ref>.
 
Dopo la guerra l'Alfa Romeo continuò la sua attività nel campo aeronautico collaborando con varie aziende<ref name=enciclopedia/>. Nel 1979 l'Alfa Romeo stabilì un primato: fu la prima azienda italiana a progettare, sviluppare e costruire autonomamente un motore aeronautico a [[Turbina a gas|turbina]], l'[[Alfa Romeo AR318|AR318]], che venne poi installato su un [[Beechcraft King Air]]<ref name=enciclopedia /><ref name="alfasportV">{{Cita web|url=http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=135|titolo=Storia dell'attività motoristica aeronautica dell'Alfa Romeo – Capitolo V|accesso=29 agosto 2014|editore=alfasport.net}}</ref>. Nel 1981 Alfa Romeo Avio partecipò insieme alla [[Oto Melara]] e alla [[Fiat Avio]] alla realizzazione del vettore supersonico "Otomach 2"<ref name=enciclopedia />. Nel 1986 l'Alfa Romeo Avio è stata venduta alla [[Aeritalia]]<ref name="alfasportV"/>, mentre nel 1996 è passata alla [[Fiat Avio]]<ref>{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20130927190847/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/03/alfa-avio-passa-alla-fiat.html|titolo=Alfa Avio passa alla Fiat|accesso=29 agosto 2014|editore=repubblica.it}}</ref>. Nel 2005, all'interno della nuova società, l'Alfa Romeo Avio è stata coinvolta nello sviluppo del motore T700-T6E1. Tale propulsore è stato poi montato sull'[[elicottero]] [[NHI NH90]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20110815051452/http://articles.janes.com/articles/Janes-Helicopter-Markets-and-Systems/Alfa-Romeo-Avio-Italy.html|titolo=Alfa Romeo Avio (Italy), Buyer's guide engine manufacturers|accesso=29 agosto 2014|editore=janes.com}}</ref>.
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== Le competizioni automobilistiche ==
{{Vedi anche|Alfa Romeo (automobilismo)|Alfa Romeo (Formula 1)}}
La prima divisione aziendale dell'Alfa Romeo destinata esclusivamente alle [[Automobilismo|competizioni automobilistiche]] fu l'[[Reparto Corse Alfa Romeo|Alfa Corse]], che venne fondata nel 1938<ref name="Hull pag. 348">{{Cita|Hull, 1970|pag. 348}}.</ref>. Questo reparto si occupava della progettazione, della realizzazione e della manutenzione delle vetture da competizione, e fu inizialmente gestito da [[Enzo Ferrari]]<ref name="Hull pag. 348"/>. Nel 1963, per volere di Giuseppe Luraghi e grazie all'impegno di [[Carlo Chiti]], nacque invece l'[[Autodelta]], che l'anno successivo si tramutò nella sezione corse della casa del Biscione<ref name="Tabucchi pag. 174">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 174}}.</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.quattroruote.it/notizie/eventi/i-50-anni-dell-autodelta-festa-in-pista-per-la-squadra-dell-alfa-romeo|titolo= I 50 anni dell'Autodelta|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= quattroruote.it }}</ref>. Questo reparto esterno fu realizzato per dotare l'Alfa Romeo di una struttura snella e indipendente che sollevasse la casa madre dal cospicuo lavoro connesso alle competizioni<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 174 e 185}}.</ref>. Nel 1966 l'Alfa Romeo acquistò l'Autodelta, che divenne quindi il nuovo reparto corse ufficiale della casa sostituendo quello interno all'azienda<ref name="autodelta">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfasport.net/webPage/View.asp?id=161|titolo= L'Autodelta|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= alfasport.net}}</ref>. Nel 1985 l'Autodelta fu liquidata e dall'anno successivo le gare tornarono a essere gestite dalla storica sezione corse della casa del Biscione<ref name="autodelta"/><ref name="Tabucchi pag. 258">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 258}}.</ref>.
 
=== Dall'esordio agli anni quaranta ===
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L'Alfa Romeo debuttò nelle competizioni automobilistiche nel 1911 con la 24 HP<ref name="Sannia pag. 15">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 15}}.</ref>. Alcuni esemplari del modello furono iscritti alla [[Targa Florio]] senza fortuna e i risultati deludenti furono ripetuti anche l'anno seguente<ref name="Owen pag. 11">{{Cita|Owen, 1985|pag. 11}}.</ref>. Il successo nelle gare arrivò però nel 1913 grazie a una versione da competizione della [[ALFA 40-60 HP|40-60 HP]]. Il modello vinse la Parma-Poggio di Berceto classificandosi primo nella propria classe e secondo nella graduatoria assoluta<ref name="Owen pag. 11"/>. Questa vittoria diede all'ALFA l'impulso a continuare la partecipazione alle competizioni<ref name="Owen pag. 12">{{Cita|Owen, 1985|pag. 12}}.</ref>.
 
Negli anni venti l'Alfa Romeo ampliò l'attività sportiva grazie a piloti del calibro di [[Antonio Ascari]], [[Giuseppe Campari]], Enzo Ferrari e [[Ugo Sivocci]]<ref name="Owen pag. 16-20">{{Cita|Owen, 1985|pagg. 16-20}}.</ref>. Nel 1923 la casa del Biscione conquistò il primo grande successo imponendosi alla Targa Florio con una doppietta. Ugo Sivocci e Antonio Ascari tagliarono infatti il traguardo al primo e al secondo posto a bordo di due [[Alfa Romeo RL|RL]]<ref name="Owen pag. 17">{{Cita|Owen, 1985|pag. 17}}.</ref>. In questa occasione apparve per la prima volta il simbolo del [[quadrifoglio Alfa Romeo]] che, da allora, sarebbe comparso in tutte le attività competitive della casa del Biscione e sulle versioni più sportive delle sue vetture<ref name="targa-florio">{{cita web|cognome=|nome=|url= http://web.archive.org/web/20111003191704/http://www.targa-florio.it/rally/index.php?option=com_content&view=article&id=39&Itemid=70|titolo= L'Albo d'oro della Targa Florio |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=targa-florio.it}}</ref>. Nel 1925 l'Alfa Romeo vinse il primo [[Campionato mondiale costruttori|campionato del mondo di automobilismo]] organizzato nella storia imponendosi nel [[Gran Premio del Belgio]] [[Circuito di Spa-Francorchamps|a Spa-Francorchamps]] e nel [[Gran Premio d'Italia]] [[Autodromo Nazionale di Monza|a Monza]] grazie alle vittorie ottenute, rispettivamente, da Antonio Ascari e da [[Gastone Brilli-Peri]] su delle P2<ref name="Owen pag. 21-22"/><ref name="Sannia pag. 27"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 52 e 54}}.</ref>.
 
[[File:Alfa Romeo P2.jpg|miniatura|destra|Alfa Romeo P2]]
Gli anni trenta furono caratterizzati da un'assidua frequentazione delle gare destinate agli [[sport prototipi]]. I modelli di vetture più famosi e vincenti di questo furono la [[Alfa Romeo P3|P3]], la [[Alfa Romeo 6C 1750|6C 1750]], la 8C 2300 e la 8C 2900. Con queste vetture l'Alfa Romeo vinse sei edizioni consecutive della Targa Florio dal 1930 al 1935<ref name="targa-florio"/> e conquistò tutte le edizioni della [[Mille Miglia]] dal 1928 al 1938 a eccezione di quella del 1931, che fu appannaggio della Mercedes-Benz<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.1000miglia.eu/Mille-Miglia/La-Mille-Miglia-di-velocita/LAlbo-dOro-1927-1961/|titolo= Albo d'oro Mille Miglia|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=1000miglia.eu}}</ref>. Partecipò anche alla [[24 Ore di Le Mans]], vinta quattro volte consecutive dal 1931 al 1934 con la 8C 2300<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.ultimatecarpage.com/winners/&race=le_mans|titolo= 24 Hours of Le Mans Winners|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=ultimatecarpage.com}}</ref>. La casa del Biscione vinse le prime due edizioni del [[Campionato europeo di automobilismo|campionato europeo]] con [[Ferdinando Minoia]] e [[Tazio Nuvolari]] (1931 e 1932)<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/cha1.htm |titolo=The 1931 European Automobile Championship|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=kolumbus.fi}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/cha2.htm |titolo=The 1932 European Automobile Championship|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=kolumbus.fi}}</ref> e due [[Campionato europeo della montagna|campionati europei della montagna]] (1932 e 1933) con [[Rudolf Caracciola]], [[Carlo Felice Trossi]] e [[Mario Tadini]]<ref>{{en}}{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/hcwg.htm#HCC |titolo=Hill Climb Winners 1897-1949|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=kolumbus.fi}}</ref>. Nel complesso la vettura Alfa Romeo da competizione più vittoriosa di questo periodo fu la P3 (anche conosciuta come "Tipo&nbsp;B")<ref name="Tabucchi pag. 88">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 88}}.</ref>. Progettata da Vittorio Jano, è considerata una delle migliori auto da competizione mai costruite grazie ai numerosi allori conquistati soprattutto da Tazio Nuvolari<ref name="Tabucchi pag. 88"/><ref>{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.ultimatecarpage.com/car/4/Alfa-Romeo-Tipo-B-P3-Monoposto.html|titolo=Alfa Romeo Tipo B P3 Monoposto|accesso=29 agosto 2014|formato= |editore= ultimatecarpage.com }}</ref>. Dopo queste vittorie l'Alfa Romeo si ritirò momentaneamente dalle competizioni a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 112}}.</ref>.
 
=== Gli anni cinquanta e sessanta ===
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L'inizio degli anni cinquanta fu caratterizzato dalle due vittorie al [[Campionato mondiale di Formula 1|Mondiale di Formula 1]]. L'Alfa Romeo conquistò infatti le prime due edizioni di questo campionato aggiudicandosi il titolo nelle stagioni 1950 e 1951 grazie, rispettivamente, a [[Nino Farina]] a bordo di una [[Alfa Romeo 158|158]] (soprannominata "Alfetta" per le dimensioni contenute<ref name="enciclopedia pag. 23"/>) ed a [[Juan Manuel Fangio]], che invece pilotava una [[Alfa Romeo 159 (F1)|159]]<ref name="enciclopedia pag. 23"/>. Dopo questi due allori l'Alfa Romeo si ritirò momentaneamente da questo campionato<ref name="enciclopedia pag. 23"/>. Tale decennio è stato anche caratterizzato dell'esordio nelle competizioni [[Rally|ralli]]stiche, anche se la maggior parte delle vetture Alfa Romeo impiegate in queste gare erano iscritte da scuderie private. Le prime vittorie rallistiche importanti furono ottenute al [[Tour de Corse]] del 1957 ed al [[Rally di Finlandia|Rally dei mille laghi]] del 1958 grazie a due esemplari di Giulietta<ref name="asifed">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.asifed.it/wp-content/uploads/2013/05/60-anni-rally.pdf|titolo=60 anni nella polvere|accesso= 29 agosto 2014|formato=PDF|editore=asifed.it}}</ref>.
 
L'Alfa Romeo tornò in Formula 1 negli anni sessanta fornendo ad alcune squadre il propulsore senza però partecipare come costruttore<ref name="f1passion">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.f1passion.it/2012/12/f1-alfa-romeo-la-storia-del-biscione-nel-circus/|titolo=F1 - Alfa Romeo: la storia del biscione nel Circus |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=f1passion.it}}</ref>. I motori destinati a questo campionato vennero installati su vetture [[LDS (automobilismo)|LDS]], [[Cooper Car Company|Cooper]] e [[De Tomaso]]<ref name="f1passion"/>. Gli anni sessanta furono costellati dai primi successi nei [[Turismo (automobile)|campionati turismo]]. Le vittorie in questa categoria iniziarono con la Giulia GTA e proseguirono con le sue versioni successive<ref name="leggenda-GTA">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.alfaromeo75.it/file/GTA.htm|titolo=Alfa Romeo GTA, una leggenda italiana|accesso= 29 agosto 2014|formato=|editore=alfaromeo75.it}}</ref>. Con queste vetture l'Alfa Romeo vinse autorevolmente sei [[Campionato Europeo Turismo|campionati europei turismo]] (1966, 1967, 1969, 1970, 1971 e 1972)<ref name="leggenda-GTA"/>. Nel 1964 l'Alfa Romeo iniziò a partecipare ufficialmente alle corse rallistiche esordendo la Giulia TZ<ref name="italiancar"/><ref name="rallye-info">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.rallye-info.com/carmake_profile.asp?make=14|titolo=Alfa Romeo manufacturer profile & rally history|accesso= 29 agosto 2014|formato=PDF|editore=rallye-info.com}}</ref>. Fu fatta tale scelta per contrastare la quasi contemporanea adesione della Fiat e della [[Lancia (azienda)|Lancia]] che decisero di partecipare alle gare con la [[Fiat 124 Spider]] e la [[Lancia Fulvia Coupé HF]]<ref name="rallye-info"/>. Negli anni seguenti la casa del Biscione prese parte ai rally anche con la Giulia TI e la Giulia GTA conquistando ripetutamente la [[Coupe des Alpes]]<ref name="italiancar"/>.
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Questo decennio fu soprattutto caratterizzato dalle vittorie della Tipo 33 e delle sue derivate nel [[campionato del mondo sportprototipi]]<ref name="Tabucchi pag. 216">{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 216}}.</ref>. Nell'edizione del 1975 l'Alfa Romeo si impose nella graduatoria assoluta, mentre in quella del 1977 vinse tutte le gare della propria categoria<ref name="Tabucchi pag. 216"/>. I piloti artefici di questi successi furono [[Arturo Merzario]], [[Jacques Laffite]], [[Jochen Mass]], [[Derek Bell (pilota automobilistico)|Derek Bell]], [[Nino Vaccarella]], [[Jean-Pierre Jarier]], [[Vittorio Brambilla]] e [[Henri Pescarolo]]<ref name="Tabucchi pag. 216"/>.
 
Dal 1979 l'Alfa Romeo è stata fornitrice di propulsori per monoposto March di [[Formula 3]]<ref name="enciclopediaautomobile">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.enciclopediadellautomobile.com/it/i-38-2553/alfa-romeo/f3-e-turismo/|titolo=Alfa Romeo - F3 e Turismo |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=enciclopediadellautomobile.com}}</ref>. Tali motori derivavano da quelli montati sui modelli prodotti in serie<ref name="enciclopediaautomobile"/>. Negli anni settanta continuò la partecipazione ai rally con la l'Alfetta GT, l'Alfetta GTV6 e l'Alfasud<ref name="rallye-info"/>. Al [[campionato del mondo rally]] la casa automobilistica del Biscione si piazzò decima nel 1975, dodicesima nel 1976 e quattordicesima nel 1978<ref name="rallye-info"/>.
 
=== Gli anni ottanta ===
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In questo decennio l'Alfa Romeo continuò la partecipazione ai rally con la 75 e la 33<ref name="rallye-info"/>. Nel campionato del mondo di rally le vetture della casa automobilistica del Biscione si piazzarono al decimo posto nel 1984 ed al quattordicesimo nel 1985<ref name="rallye-info"/>.
 
Tra il 1982 e il 1985, con la GTV6, l'Alfa Romeo conquistò altri quattro campionati europei turismo, questa volta consecutivi<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.alfaromeo75.it/successi%20sportivi%20alfetta%20gt.htm|titolo=Palmares sportivo Alfetta GT/GTV|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=alfaromeo75.it}}</ref>. Negli anni ottanta la casa del Biscione si aggiudicò anche diversi campionati nazionali turismo grazie alle vittorie conquistate dalla 75<ref name="enciclopediaautomobile"/>.
 
=== Gli anni novanta e duemila ===
[[File:Alfa 155 DTM.jpg|miniatura|Alfa Romeo 155 V6 TI DTM]]
Gli anni novanta sono stati il periodo di maggior successo della 155 nei campionati nazionali turismo<ref name="Lenguito">{{cita libro | cognome= Lenguito | nome= Gianluigi |coautori = Giuseppe Laraia, Marco D'Arco, Roberto Petrini| titolo= Alfa Romeo. Una favola moderna. | editore= Lybra Edizioni Digitali | città= | anno= 2011|lingua = |url = http://books.google.it/books?id=gc72y2HC4XAC&pg=PA74&lpg=PA74&dq=alfa+155+campionati+turismo&source=bl&ots=GZRhOqY19e&sig=qGykYmCeMbEenGUFI2Z1hbqgiT8&hl=it&sa=X&ei=ki12U_-qKJCy7Aa73oCwCg&redir_esc=y#v=onepage&q=alfa%20155%20campionati%20turismo&f=false|accesso =29 agosto 2014 |pagine pp= pagg. 74-75 |id = |cid=}}</ref>. Nel 1993 fece il suo esordio la [[Alfa Romeo 155 V6 TI DTM|155 V6 TI DTM]], ovvero una versione che disponeva della trazione integrale e di un motore V6 da 2500&nbsp;cm³ capace di erogare 420 [[Cavallo vapore|CV]] di [[Potenza (fisica)|potenza]]<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.cuorealfista.com/ApriScheda.asp?IdScheda=9|titolo= Alfa Romeo 155 |accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= cuorealfista.com}}</ref>. Nell'anno del debutto, la vettura vinse con [[Nicola Larini]] il [[Deutsche Tourenwagen Masters]] (DTM) interrompendo il dominio delle vetture tedesche<ref name="Lenguito"/><ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pagg. 278-284}}.</ref>.
 
Gli anni duemila furono invece il decennio delle vittorie della 156. Con essa la casa del Biscione si è aggiudicata, oltre alcuni campionati minori, quattro titoli europei turismo piloti dal 2000 al 2003 e tre campionati europei turismo marche dal 2000 al 2002<ref name="enciclopedia pag. 26"/><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url= http://www.alfaromeopress.com/cartelle/article/10661|titolo= L'Alfa Romeo Racing Team protagonista nel "World Touring Car Championship 2005"|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore= alfaromeopress.com}}</ref>.
 
== Gli "alfisti"==
Il termine "alfista", che nacque con la Giulietta negli anni cinquanta, definisce un pilota di una vettura Alfa Romeo oppure un appassionato del marchio del Biscione<ref name="Sannia pag. 62">{{Cita|Sannia, 2010|pag. 62}}.</ref><ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/A/alfista.aspx|titolo=Definizione di "alfista"|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=grandidizionari.it}}</ref>. Nel corso degli anni gli alfisti hanno costituito, sia in Italia che in altri Paesi<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.riar.it/it/node/32|titolo=Perché affiliarsi|accesso=29 agosto 2014|formato=|editore=Registro Italiano Alfa Romeo}}</ref>, numerosi club. Ad Arese ha sede il RIAR (acronimo di "Registro Italiano Alfa Romeo"), che è il club ufficiale dell'Alfa Romeo<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.riar.it/it/node/7|titolo=Cos'è il RIAR
|accesso=20 giugno 2014|formato=|editore=Registro Italiano Alfa Romeo}}</ref>.
 
== Le Alfa Romeo in dotazione alle forze dell'ordine ==
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Vetture Alfa Romeo sono state utilizzate anche in [[Film di James Bond|alcuni film incentrati sul personaggio di James Bond]]. In alcune scene di ''[[Octopussy - Operazione piovra]]'' l'agente segreto, interpretato da [[Roger Moore]], guida un'Alfetta GTV<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.007.info/FactfileOCTO.asp|titolo=Octopussy|accesso=29 agosto 2014|editore=007.info}}</ref>. Alcune 159 appaiono invece nel film ''[[Quantum of Solace]]'' come inseguitrici di James Bond ([[Daniel Craig]]), che è alla guida di una [[Aston Martin DBS V12]]<ref>{{Cita web|url=http://www.autoblog.it/tag/james+bond|titolo=Alfa Romeo 159 Limited Edition UK per celebrare James Bond |accesso=29 agosto 2014|editore=autoblog.it}}</ref>.
 
Una 2000 spider compare nel film ''[[La voglia matta]]'' dov'è guidata dal protagonista [[Ugo Tognazzi]]. In questa pellicola il modello Alfa Romeo riveste il ruolo di [[status symbol]]<ref>{{Cita|Tabucchi, 2010|pag. 168}}.</ref>. Una Giulietta Spider appare in ''[[Giulietta degli spiriti]]'' di [[Federico Fellini]]. La protagonista [[Giulietta Masina]] è corteggiata da un uomo che guida questo modello<ref>{{cita pubblicazione |quotes= |cognome= Neil |nome= Dan |linkautore= |coautori= |anno=2008 |mese=luglio |giorno=8 |titolo= It's love, Italian style Alfa Romeo: Reality lives up to the fantasy |rivista= Los Angeles Times|volume= |numero= |pagine= |id= |url= http://articles.latimes.com/2008/jul/09/autos/hy-alfa9|lingua=inglese |accesso= 29 agosto 2014|abstract= }}</ref>. Vetture Alfa Romeo sono anche presenti nei [[Film poliziottesco|film poliziotteschi]] prodotti in Italia negli anni settanta e ottanta dove vengono utilizzate nei lunghi inseguimenti sia dalle forze dell'ordine che dai delinquenti<ref name="nanni">{{Cita web|url=http://www.nannimagazine.it/articolo/5051/Alfa-Romeo-tra-cinema-e-musica-la-gloria-che-fu-e-il-sogno-di-un-riscatto |titolo=Alfa Romeo: tra cinema e musica, la gloria che fu e il sogno di un riscatto|accesso=29 agosto 2014|editore=nannimagazine.it}}</ref>.
 
Una Giulietta Spider appare anche nella pellicola ''[[Il giorno dello sciacallo (film)|Il giorno dello sciacallo]]'' dov'è guidata dal protagonista, [[Edward Fox]]<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://motoringconbrio.com/2010/09/12/cinematic-cars-alfa-romeo-giulietta-spider-in-the-day-of-the-jackal-1973/|titolo=Cinematic cars: Alfa Romeo Giulietta Spider in "The Day of the Jackal" (1973)|accesso=29 agosto 2014|editore=motoringconbrio.com}}</ref>. Ne ''[[Il padrino (film)|Il padrino]]'', [[Michael Corleone]], impersonato da [[Al Pacino]], guida una 6C mentre è in esilio in [[Sicilia]] con sua moglie [[Apollonia Vitelli-Corleone|Apollonia]], che muore proprio sul modello Alfa Romeo per un attentato dinamitardo<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.yeeeeee.com/2009/01/30/cars-of-the-godfather-triology-70-pics/|titolo=Cars of the GodFather Triology|accesso=29 agosto 2014|editore=yeeeeee.com}}</ref>. Ne ''[[Il gioco di Ripley]]'' l'attore protagonista del film, [[John Malkovich]], guida una 156 Sportwagon<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://imcdb.org/vehicle_122092-Alfa-Romeo-156-Sportwagon-2000.html|titolo=2000 Alfa Romeo 156 Sportwagon|accesso=29 agosto 2014|editore=imcdb.org}}</ref>. Nel film ''[[Fast & Furious 6]]'', tra le tante vetture proposte, c'è anche una Giulietta<ref>{{cita news|url=http://www.omniauto.it/magazine/22529/fast-furious-6-trailer-alfa-romeo-giulietta|titolo=Alfa Romeo è tornata in America, Giulietta è in "Fast & Furious 6"|pubblicazione=omniauto.it|autore=Eleonora Lilli|accesso=29 agosto 2014}}</ref>.
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=== Letteratura ===
Nel romanzo ''[[Angeli e demoni (romanzo)|Angeli e demoni]]'' di [[Dan Brown]] i membri delle [[Guardia Svizzera Pontificia|Guardie Svizzere]] guidano delle Alfa Romeo<ref>{{Cita web|url=http://books.google.it/books?id=hv7hjasiYhoC&pg=PT447&lpg=PT447&dq=Alfa+Romeo+angeli+e+demoni&source=bl&ots=7lW4doSVNd&sig=Ux33ZON_A70CNf5ERAxoEMhNupE&hl=it&sa=X&ei=Z3VRUpOrKOny4QSG5YCoBg&ved=0CEsQ6AEwBg#v=onepage&q=Alfa%20Romeo%20angeli%20e%20demoni&f=false |titolo=Angeli e demoni su Google books|accesso=29 agosto 2014|editore=}}</ref>. Nel romanzo ''[[Moonraker: il grande slam della morte]]'' di [[Ian Fleming]], James Bond è coinvolto inaspettatamente in un inseguimento dove Hugo Drax è tallonato da un giovane uomo alla guida di un'Alfa Romeo. La corsa si conclude con la morte di quest'ultimo e la distruzione dell'Alfa Romeo oltre che della vettura di Bond, una [[Bentley]]<ref>{{cita libro | cognome= Fleming | nome= Ian | titolo= Moonraker |url=http://books.google.com/books?id=Lvb7hH5SHvQC&dq=moonraker&q=Alfa&pgis=1#search |editore= Penguin Books | città= | anno= 2002|lingua=inglese |idisbn=ISBN 978-0-14-200206-3}}</ref>.
 
=== Musica ===
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome= | nome= | coautori = |curatore = Gianluca Pellegrini | titolo= Enciclopedia dell'auto - Quattroruote | editore= Editoriale Domus | città=Rozzano | anno=2003 |lingua = |id= |cid=Enciclopedia Quattroruote, 2003}}
* {{cita libro | cognome= Sannia | nome= Alessandro| coautori = |curatore = | titolo=Alfa Romeo - 100 anni di leggenda | editore= Gribaudo | città=Milano | anno=2010 |lingua isbn= |id= ISBN 978-88790688-7906-972-4|cid= Sannia, 2010}}
* {{cita libro | cognome= Owen | nome= David| coautori = |curatore = | titolo=Grandi Marche - Alfa Romeo| editore= Edizioni Acanthus | città=Milano | anno=1985 |lingua isbn= |id= {{NoISBN}}no|cid= Owen, 1985}}
* {{cita libro | cognome= Tabucchi| nome= Maurizio| coautori = |curatore = | titolo=Alfa Romeo 1910-2010 | editore= Giorgio Nada Editore | città=Milano | anno=2010 |lingua isbn= |id= ISBN 978-88-7911-502-5|cid= Tabucchi, 2010}}
* {{cita libro | nome= Sergio | cognome= Massaro| coautori= | mese= | titolo= Ferrari. Un mito. | editore= Demetra | città=| anno=2000 |lingua= | idisbn= ISBN 88-440-1635-4| pagine= |cid= Massaro, 2000}}
* {{cita libro | nome= Peter | cognome= Hull | coautori= Roy Slater | mese= | titolo= La storia dell'Alfa Romeo | editore= Baldini e Castoldi| città=Milano | anno=1970 |lingua= | id= {{NoISBN}}| pagineisbn= no|cid= Hull, 1970}}
 
== Voci correlate ==