Truppe ausiliarie dell'esercito romano: differenze tra le versioni

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Circa 50 unità ausiliarie, formate al tempo di Augusto, furono reclutate in modo eccezionale tra [[cittadinanza romana|cittadini romani]]. Ciò fu dovuto alla grave crisi determinata dalla [[rivolta dalmato-pannonica del 6-9]], che fu descritta dallo storico [[Svetonio]] come una della peggiori dai tempi delle [[guerre romano-puniche|guerre puniche]].<ref>[[Svetonio]], ''Tiberio'', 16.</ref> E benché la richiesta di un minimo di ricchezza di epoca Repubblicana fosse stata abbandonata con la [[riforma mariana dell'esercito romano|riforma mariana]], al fine di essere arruolati nella legione, tutti cittadini romani che erano vagabondi, criminali, debitori o [[liberti]], ne erano comunque esclusi. Augusto, però, alla disperata ricerca di reclute, fece invece ricorso ad una leva obbligatoria, dopo aver liberato migliaia di schiavi, come non era successo dai tempi della [[battaglia di Canne|disfatta di Canne]] di due secoli prima.<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LV, 31.1.</ref> Ma l'Imperatore trovò assolutamente incompatibile il fatto di ammettere tali uomini nelle legioni. Decise così di creare unità separate con questi individui. A queste unità fu così accordato il titolo di ''civium Romanorum'' (= cittadini romani), o ''c.R.'' più brevemente. Al termine della rivolta dalmato-pannonica, queste coorti rimasero attive e tra le loro file tornarono ad essere arruolati solo ''[[peregrinus|peregrini]]'', esattamente come per le altre unità ausiliarie, pur conservando il titolo iniziale di ''c.R.''.<ref name="Goldsworthy 2000 127">Goldsworthy (2000), p. 127.</ref><ref>Goldsworthy (2003), p. 64.</ref> Successivamente anche ad altre unità ausiliarie fu aggiunto il titolo di ''c.R.'' per meriti eccezionali, conferendo a tutti i suoi membri la cittadinanza romana.
{{Citazione|[...] due volte soltanto arruolò i liberti come soldati: la prima volta fu per proteggere le [[colonie romane|colonie]] vicine dell'[[Illirico romano|Illirico]], la seconda per sorvegliare la [[limes renano|riva del Reno]]. Erano schiavi che provenivano da uomini e donne facoltosi, ma egli preferì affrancarli subito e li collocò in prima linea, senza mescolarli ai soldati di origine libera (''peregrini'') e senza dar loro le [[armi e armature romane|stesse armi]].|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 25|Svetonio|harv=s}}.}}
 
A parte le unità di cittadini arruolate da Augusto, i cittadini romani furono reclutati regolarmente tra le ''auxilia''. Molto probabilmente, la maggior parte dei cittadini reclutati tra gli ausiliari erano i figli dei [[veterano (esercito romano)|veterani]] tra gli ausiliari che erano stati affrancati grazie al servizio prestato dei loro padri nell'esercito romano.<ref>Mattingly (2006), p.190</ref> Molti di loro potrebbero, infatti, aver preferito unirsi ai reggimenti dei loro padri, che rappresentavano per loro una specie di seconda famiglia, piuttosto che arruolarsi nelle legioni, ambiente per loro poco familiare.<ref>Holder (1980), pp.86–88</ref> L'incidenza dei cittadini nella auxilia sarebbe quindi cresciuto costantemente nel tempo fino a quando, dopo la concessione della cittadinanza a tutti i ''[[peregrini]]'' del [[212]] (''[[Constitutio antoniniana]]''), molte unità ausiliarie divennero prevalentemente, se non esclusivamente, unità di cittadini romani.