Sferisterio Partenopeo: differenze tra le versioni
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Iniziata la costruzione negli [[Anni 1940|anni quaranta]] con il progetto di Franco Tortorelli, lo sferisterio fu ultimato circa dieci anni più tardi. Fu teatro di incontri nazionali ed internazionali di [[pelota basca]], di [[ping pong]] e di [[tamburello]] che all'epoca contava numerosi appassionati.
La struttura subì i primi danni durante il terremoto del [[1980]]. Il 3 gennaio [[1982]] era scoppiata una bomba davanti l'ingresso principale<ref>{{cita web |cognome= |nome= |wkautore= |coautori= |autore= |url= http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori2002/ranarossi/fermate/leopardi.htm|titolo= Lo sferisterio, una storia di ordinario racket |accesso= |formato= |lingua= |editore= |opera= |volume= |pagine= |pagina= |data= |anno= 2002 |mese= maggio |urlarchivio= |dataarchivio= |id= }}</ref>. Nella notte di [[Capodanno|San Silvestro]] del [[1986]] fu appiccato un incendio doloso che distrusse l'intera struttura. Le cronache dell'epoca riferirono che si era trattato di una “regolamento di conti” del clan camorristico locale che aveva chiesto un maxi pizzo sul concerto di Capodanno. Il giorno successivo si sarebbe dovuto svolgere il concerto di Capodanno con Riccardo Fogli e Franco Califano, tra l'altro, processato ed assolto dall'accusa di associazione mafiosa nell'ambito del [[Errore giudiziario|procedimento]] a carico di [[Enzo Tortora]].
Quattro giorni prima, inoltre vi era stato un altro attentato alla vita di uno dei gestori di un bar della zona, fortunatamente sventato in tempo<ref>{{cita web |cognome= Corsi |nome= Ermanno |wkautore= Ermanno Corsi |coautori= |autore= |url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/01/02/napoli-brucia-lo-sferisterio-una-vendetta-della.html|titolo= Napoli, brucia lo sferisterio uno vendetta della Camorra |accesso= |formato= |lingua= |editore= Repubblica |opera= |volume= |pagine= |pagina= 13 |data= 2 gennaio |anno= 1987 |mese= |urlarchivio= |dataarchivio= |id= }}</ref>. Il 4 ottobre [[1999]] la Sovrintendenza per i beni culturali ed artistici di Napoli pose la struttura sotto tutela, inibendone qualsiasi variazione di destinazione d'uso. Sono ancora visibili, infatti, gli altorilievi in marmo dei giocatori e sulla facciata principale spicca ancora il vecchio nome ''Jai Alai'' (gioco allegro) della pelota basca.
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