Monte Bianco: differenze tra le versioni

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[[File:Mont Blanc from Aosta Valley.JPG|thumb|left|upright=1.1|Il versante sud del Monte Bianco visto dalla Valle d'Aosta]]
{{Vedi anche|Massiccio del Monte Bianco}}
Visto dalla parte italiana, il ''Tetto delle Alpi'' non è poi così appariscente rispetto alle altre vette che lo circondano. A differenza dell'altro grande gigante delle Alpi, il [[Monte Rosa]], visibile in tutta la [[Pianura Padana]] nord-occidentale fino alle prime [[Appennini|alture appenniniche]], il Monte Bianco compare solo all'ultimo momento lungo la strada per [[Courmayeur]], nascosto da una miriade di satelliti minori. Guardandolo da ovest è invece ben visibile da molto lontano, sia dalle alture del [[Massiccio Centrale]] francese, da quelle dei [[Vosgi]], dalle alture del [[Massiccio del Giura|Giura]], dalla Svizzera, dalla [[Foresta Nera]].

È perennemente innevato e si trova nella parte centrale di una catena di monti che si estende in lunghezza per 40&nbsp;km, in larghezza dagli 8 ai 15&nbsp;km, su territori di tre diverse nazioni occupando una superficie di circa 645&nbsp;km²: il massiccio del Monte Bianco<ref>Guida d'Italia del Touring Club Italiano, Guide rosse, Volume 2, Torino e Valle d'Aosta, Edizioni Touring, 1996, pagina 652</ref>. Se si esclude la [[parete est del Monte Rosa]] di [[Macugnaga]], la più alta delle Alpi, in questo massiccio sono presenti alcune tra le pareti più elevate del sistema alpino quali la Brenva e la nord delle Grandes Jorasses e sono raggruppate quaranta cime al di sopra dei 4.000&nbsp;m, con un terzo di superficie ad una quota non inferiore ai 3.000 m<ref>Sul sito della Regione Autonoma Valle d'Aosta, notizie sul Gruppo del Bianco {{cita web|url= http://www.regione.vda.it/turismo/scopri/aree_turistiche/montebianco/monte_bianco_descrizione_area_i.asp|titolo= La catena del Monte Bianco|accesso= 21 ottobre 2010|editore= www.regione.vda.it}}</ref>. L'azione degli agenti erosivi sulle rocce granitiche ha formato nel tempo creste acuminate e vette a guglia di particolare bellezza che richiamano nella regione alpinisti da ogni parte del mondo.

Mentre il versante francese discende lentamente in pendio, il versante italiano è formato da una ripida e maestosa muraglia granitica che dalle sommità maggiori precipita sul fondo delle valli Ferret e Veny. Su questo versante si trovano le pareti da scalare più difficili e impegnative. I luoghi abitati sono situati al disotto dei 2.800&nbsp;m, mentre rari e difficili sono i [[valico|valichi]], il più basso dei quali è quello del [[Colle del Gigante|Gigante]] a 3.359&nbsp;m. Ecco alcune emblematiche cime:
* Il [[Dente del Gigante]] (4.014&nbsp;m) è una delle più celebri cime. Si erge per circa 160&nbsp;m al di sopra della caratteristica ''gengiva'' di neve.
* Le [[Grandes Jorasses]]: sulla sua parte sommitale, lunga circa 1&nbsp;km, raggruppa una sequenza di sei punte, cinque delle quali superano i 4.000&nbsp;m.
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=== Altezza ===
[[File:Mont Blanc 3D small.gif|thumb|upright=1.1|Monte Bianco 3D]]
Al di sotto della calotta sommitale, sotto una coltre di ghiaccio e di neve spessa dai 16 ai 23&nbsp;m, a quota 4.792&nbsp;m si trova la cima rocciosa, spostata di 40&nbsp;m circa più ad ovest rispetto alla vetta stessa. Nel [[1740]] il [[Matematica|matematico]] svizzero [[Nicolas Fatio de Duillier]] fu il primo a determinarne l'altezza tramite il [[Trigonometria|sistema trigonometrico]]: secondo i suoi calcoli il ''Bianco'' misurava 4.000&nbsp;m. Trentacinque anni dopo, nel [[1775]], usando lo stesso metodo di de Duillier, il matematico inglese [[George Schuckburgh-Evelyn]] indicò la quota a 4.804&nbsp;m. Tramite il [[barometro]] nel [[1787]] [[Horace-Bénédict de Saussure]] misurò 4.809,07&nbsp;m mentre nel [[1844]] il fisico francese [[Auguste Bravais]] misurò 4.810&nbsp;m e nel [[1892]] [[Joseph Vallot|Joseph]] e [[Henry Vallot]] 4.807,20 m<ref name= Monte-Bianco >{{cita web|url= http://www.angeloelli.it/montagne/MONTE%20BIANCO%20-%204807%20m.%20-%20(Massiccio%20del%20Monte%20Bianco).html|titolo= Monte Bianco|accesso= 24 gennaio 2011|editore= www.angeloelli.it}}</ref>.

Nell'agosto del [[1986]] la misurazione [[Quota ortometrica|ortometrica]] rilevata tramite satellite risultava di 4.804,4&nbsp;m. Successivamente l'altezza ufficiale è stata per lungo tempo 4.807&nbsp;m, per poi passare nel [[2001]] a 4.810,40&nbsp;m; nel [[2003]] a 4.808,45&nbsp;m; nel [[2005]] fu di 4.808,75&nbsp;m; nel [[2007]] a 4.810,90&nbsp;m e nell'ultima misurazione nel settembre [[2009]] a 4.810,45 m<ref>Notizie sui risultati dell'ultima campagna di misure nel settembre 2009 {{cita web|url= http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2009/11/05/01011-20091105FILWWW00525-l-altitude-du-mont-blanc-reste-stable.php|titolo= L'altitude du Mont Blanc reste stable|accesso= 21 ottobre 2010|editore= www.lefigaro.fr|lingua=fr}}</ref>. Queste variazioni sono dovute ai [[vento|venti]] che accumulano la [[neve]] sulla cima, determinandone conseguentemente l'altezza. Se durante l'anno si registrano meno giorni ventosi rispetto all'anno precedente, di conseguenza si accumulerà meno neve condizionandone l'altezza. A causa delle continue variazioni della calotta ghiacciata a partire dal 2001 ogni due anni viene fatto un rilevamento ufficiale. Le misurazioni vengono effettuate a cura della Camera provinciale dei geometri dell'Alta Savoia in collaborazione con una società specializzata in rilevamenti tramite [[GPS]]. Dopo la [[siccità]] del 2003 la misurazione effettuata nel mese di settembre di quell'anno attestava l'altezza a 4.808,45&nbsp;m e si constatò in quell'occasione che la cima si era spostata di 0,75&nbsp;cm verso nord-ovest rispetto alla posizione del 2001.

Durante quella campagna di misurazioni sono stati sistemati sulla calotta sommitale più di 500 punti fissi di riferimento al fine di studiare con precisione il variare del volume di ghiaccio al di sopra dei 4.800&nbsp;m che nel 2003 era di 14.600&nbsp;m³, 14.300&nbsp;m³ nel 2005 per arrivare ai 24.100&nbsp;m³ attuali<ref>{{cita web|url= http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/ambiente/monte-bianco-cresce/monte-bianco-cresce/monte-bianco-cresce.html|titolo=Monte Bianco in controtendenza
il ghiacciaio aumenta di volume|autore=Luigi Bignami|accesso= 21 ottobre 2010|editore= www.repubblica.it}}</ref>. Il Monte Bianco è la montagna più alta di tutta la catena alpina e considerata anche la più alta dell'[[Europa]]<ref name= Altezza />. Nonostante le fonti più autorevoli non considerano il [[Caucaso]] come limite geografico orientale del continente<ref>L'[http://kids.britannica.com/elementary/art-68675/Europe Encyclopaedia Britannica] pone il limite orientale lungo la depressione del Kuma-Manich. L'[http://www.treccani.it/enciclopedia/europa/ Enciclopedia Treccani] pone il limite orientale lungo la linea ideale che unisce le foci del Don (Rostov) e della Dvina Settentrionale (Arcangelo)</ref>, tuttavia talora vengono citate quali vette più alte d'Europa quelle situate in [[Russia|territorio russo]] e [[Georgia|giorgiano]], come l'[[Elbrus]] che culmina a 5.642&nbsp;m, il [[Dykh Tau]] con 5.203&nbsp;m, il [[Shkhara]] a 5.200&nbsp;m e il [[Kazbek]] 5.047 m<ref>{{cita web|nome= Peakbagger|cognome= |url=http://www.peakbagger.com/list.aspx?lid=2301|titolo= Montagne Euro-asiatiche oltre i 4500-me|accesso= 20 ottobre 2010|sito= www.Peakbagger.com}}</ref>.
 
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=== Ghiacciai ===
Il massiccio del Bianco è una delle più vaste zone alpine ricoperte dai ghiacci, ed i suoi ghiacciai, in tutto 65, occupano un'area di 165&nbsp;km²<ref>Bruno Martinis, ''La fragilità del Bel Paese, geologia dei paesaggi italiani'', pagina 77</ref>. I più estesi sono localizzati sul versante francese dove i pendii sono meno ripidi ed esposti a nord. Tra questi il [[ghiacciaio dei Bossons]] e la [[mer de Glace]] che arrivano fin quasi alla vallata di Chamonix. Nelle Alpi quest'ultimo è il terzo per grandezza, con circa 40 [[km²]] di estensione, dopo quello di [[Ghiacciaio dell'Aletsch|Aletsh]] nelle [[Alpi Bernesi]] in Svizzera e quello del Gorner nel [[Monte Rosa]] sempre in Svizzera. Sul versante meridionale, quello italiano, sono presenti i ghiacciai del [[Ghiacciaio del Freney|Freney]], della [[Ghiacciaio della Brenva|Brenva]], del [[Ghiacciaio del Miage|Miage]], [[Ghiacciaio del Monte Bianco|del Monte Bianco]], del Triolet, di [[Ghiacciaio di Prè de Bar|Pré de Bar]] per citarne alcuni. Tra i paesaggi glaciali alpini, quello della Val Veny è uno dei più singolari: due imponenti fiumane gelate scendono dalla cima del Bianco fino a quota 1.200&nbsp;m sul fondo della valle sbarrandone l'ingresso. Continuando nella valle stessa, un'altra lingua glaciale, quella del ghiacciaio del Miage, irrompe nella vallata occupandola per tutta la larghezza per quasi tre km di lunghezza<ref>{{cita web|nome= La Catena delle Alpi|cognome= |url= http://xoomer.virgilio.it/ccweb_2003/mthomepage1.html|titolo= Il Monte Bianco - La catena delle Alpi |accesso= 25 ottobre 2010|sito= xoomer.virgilio.it}}</ref>.

Attualmente il Monte Bianco è sottoposto a continui monitoraggi per meglio conoscere e capire quanto accade ai ghiacci sulla calotta sommitale. A causa dei cambiamenti climatici e del conseguente generalizzato incremento termico, da alcuni decenni quelli del Bianco (ed in generale lungo tutto l'arco alpino) sono in forte regresso specialmente i più piccoli. Secondo dati provenienti dalle più recenti ricerche, negli ultimi anni si assiste ad un particolare fenomeno che fa aumentare considerevolmente la coltre ghiacciata oltre i 4000, tanto che la cima del monte è aumentata di 2,15&nbsp;m e tutta la calotta sommitale di 10.000&nbsp;m³ di ghiaccio. Secondo i meteorologi questo incremento è spiegato dal fatto che negli ultimi anni è aumentato il numero delle giornate caratterizzate da venti provenienti da occidente, ossia quelli che spingono verso le Alpi le perturbazioni oceaniche molto ricche di umidità. Tale umidità si trasforma in neve ad alta quota, ed in pioggia a quote più basse<ref>{{cita web|nome= Luigi|cognome=Bignami|url= http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/ambiente/monte-bianco-cresce/monte-bianco-cresce/monte-bianco-cresce.html|titolo= Il Monte Bianco cresce|accesso=4 novembre 2010|sito= www.repubblica.it}}</ref>.

Nuovi dati provenienti dalla stazione meteorologica impiantata sul [[ghiacciaio del Gigante]], la più alta stazione di monitoraggio meteo-glaciale in Italia, gestita dai ricercatori dell'[[Università di Milano]] e dal Comitato Ev-K2-[[Consiglio Nazionale delle Ricerche|C.N.R]]<ref>{{cita web|nome= G.P. Verza, C. Smiraglia, G Diolaiuti|url= http://users.unimi.it/glaciol/stampabianco.pdf|titolo= Temperature elevate sul ghiacciaio del Gigante |accesso=5 novembre 2010|sito= users.unimi.it}}</ref>, hanno dimostrato un comportamento anomalo riguardante l'energia solare che arriva sui ghiacci in inverno: i ghiacciai di fatto risultano scuri perché vecchi e poco rinnovati, e di conseguenza riflettono meno (ossia per una percentuale del 69%) la luce solare che assorbono invece in quantità maggiore (ossia il 31%) predisponendoli ad una più accelerata fusione durante il periodo estivo quando le temperature sono molto più elevate<ref>{{cita web|nome= Pubblicato in Nature & Co., Scienza & Scienze |url= http://angela83.wordpress.com/2008/03/12/listeria-del-monte-bianco/|titolo= L'isteria del Monte Bianco |accesso=5 novembre 2010|sito= angela83.wordpress.com}}</ref>.
 
[[File:Dalla vetta monte bianco.jpg|thumb|left|upright=1.1|Il [[Monte Bianco di Courmayeur]] visto dalla cima del Bianco.]]
 
=== Clima ===
Il Monte Bianco è situato a 45° di latitudine Nord, dista 240&nbsp;km dal [[mar Mediterraneo]] e 620&nbsp;km dall'[[Oceano Atlantico]]<ref name=Clima-Monte-Bianco>{{cita web|nome=Jean|cognome=Corbel|url= http://www.persee.fr/articleAsPDF/rga_0035-1121_1963_num_51_2_3132/article_rga_0035-1121_1963_num_51_2_3132.pdf|titolo= Ghiacciai e clima nel massiccio del Monte Bianco|accesso=9 novembre 2010|sito= www.persee.fr}}</ref>. Nel massiccio in cui si trova, il clima è semicontinentale ed è condizionato dai venti umidi provenienti dall'Atlantico. Questi una volta giunti sul massiccio tendono a raffreddarsi lungo lo spartiacque e sulle testate delle valli, determinando condizioni di piovosità a basse altitudini, con un massimo di precipitazioni in luglio e agosto e un minimo a gennaio e febbraio<ref>IGM/IGN-CAI/CAF, Firenze 2002, ''Guida Alpi senza frontiere'', Guida n. 16, ''Petit Saint Bernard – Mont Blanc'', pagina 145</ref>. Le condizioni meteorologiche possono variare molto rapidamente con abbondanti nevicate, nebbie improvvise e vento gelido. Al di sopra dei 3.000&nbsp;m circa, le precipitazioni autunnali e primaverili cadono essenzialmente sotto forma di neve, raramente come pioggia ghiacciata, e sono più frequenti nel periodo estivo che in quello invernale a causa della diminuita umidità dell'aria fredda in inverno<ref name="Clima-Monte-Bianco"/>.

Sopra i 3.800&nbsp;m la totalità delle precipitazioni sono di carattere nevoso e garantiscono un forte accumulo di neve ai ghiacciai che attorniano la montagna. Queste precipitazioni si trasformano spesso in vere e proprie tempeste di neve, specialmente sulle quote più alte e sulla parte sommitale dove durante queste bufere gli accumuli di neve fresca arrivano fino a 4 metri di spessore. Si possono stimare tra i 150 e i 160 il numero dei giorni di precipitazioni nevose oltre i 3500&nbsp;m, con una intensità delle precipitazioni sulla vetta di circa 20&nbsp;cm di neve (corrispondenti a circa 20&nbsp;mm di acqua) giornalieri<ref name="Clima-Monte-Bianco"/>. Durante l'anno, tra il 15 di giugno e il 15 di luglio, a cavallo del [[solstizio]] d'estate, sulla parte sommitale si può assistere ad una sorta di disgelo, con temperature massime che raggiungono i 3&nbsp;°C. L'azione del sole fonde la neve superficiale creando acqua che filtra negli strati inferiori per poi gelarsi rapidamente.

Oltre alle abbondanti nevicate anche i venti giocano un ruolo determinante per la formazione e la conservazione della calotta ghiacciata sommitale. Se da una parte quelli secchi d'inverno spazzano via la neve, dall'altra i venti umidi primaverili, caratterizzati da abbondanti precipitazioni, ne apportano grandi quantità<ref name="Clima-Monte-Bianco"/>. Sulla cima la velocità dei venti può raggiungere i 150&nbsp;km/h e la temperatura i&nbsp;– 40&nbsp;°C. Sono frequenti anche le perturbazioni causate dal [[foehn]], un vento caldo che spira proveniente dalla Val Ferret, e nel superare i contrafforti del versante valdostano perde umidità provocando forti nevicate in alta quota, per poi ridiscendere verso la valle dell'Arve ancora più caldo favorendo giornate soleggiate. Durante le escursioni sulla montagna, il vento rafforza la sensazione di freddo e la temperatura percepita risulta inferiore a quella effettiva nell'ambiente circostante ([[Windchill#Temperatura effettiva e temperatura percepita|effetto Windchill]]).
 
[[File:Ranunculus glacialis (habitus).jpg|thumb|upright=1.1|Fiori di [[Ranunculus glacialis]].]]
 
=== Flora e Fauna ===
Nel territorio su cui svetta il Monte Bianco i pendii delle montagne sono ripidi e levigati dai ghiacciai, con suoli prevalentemente acidi, conseguentemente l'ambiente è piuttosto povero di flora. Generalmente le nevi persistono oltre i 2.800&nbsp;m di altitudine. Sulla parte ovest le prime pendici si situano sui 3.500&nbsp;m mentre sull'opposto versante partono dai fondovalle valdostani. Date le condizioni estreme la vita delle specie vegetali e animali è molto limitata, ma tra i crepacci o al riparo tra le pareti granitiche, alcune specie di piante riescono a sopravvivere sino ai 4.000&nbsp;m, come il [[Ranunculus glacialis|ranuncolo dei ghiacciai]]. A quelle altitudini si trovano anche [[muschio|muschi]] e [[licheni]]. A quote più basse i suoli spesso originano da calcescisti, o da [[calcare|rocce calcaree]] e le condizioni di vita per le piante sono meno estreme, pur rimanendo caratteristiche di un severo [[ambiente naturale|ambiente]] di montagna.

A queste [[altitudine|altitudini]] prevalgono le [[foresta|foreste]] di [[conifere]], popolate soprattutto dall'[[abete rosso]] e dal [[larice]], ma localmente anche dal [[pino cembro]] e dal [[pino uncinato]]. Nella [[prateria]] alpina invece si possono osservare molte specie di fiori tra cui le vistose infiorescenze gialle dell'[[Hugueninia tanacetifolia]], una pianta [[endemismo|endemica]] del settore occidentale delle Alpi, e l'[[anemone|Anemone narcissiflora]], e ancora la [[genziana]] ([[Gentiana acaulis|Genziana kochiana]], la [[Gentiana clusii|Genziana clusii]]), la notissima [[Leontopodium|stella alpina]], la rara [[campanula]] gialla. Nel sottobosco si può trovare l'[[orchidea]] ''scarpetta di Venere'' (''[[Cypripedium calceolus]]''), l'orchidea [[Dactylorhiza sambucina]], il [[lilium|giglio]] martagone (''[[Lilium martagon]]''), l'[[aquilegia]], la [[viola (botanica)|viola]] (''[[Viola calcarata]]''), e le comuni genzianelle blu (''[[Gentiana verna]]'' e ''[[Gentiana acaulis]]''). Interessante la presenza dell'[[ibrido]] tra la genziana purpurea (''[[Gentiana purpurea]]'') e la genziana punteggiata (''[[Gentiana punctata]]''). Salendo più in alto si incontrano arbusti come il [[rododendro]] (''[[Rododendro|Rhododendron ferrugineum]]'') e il [[mirtillo]].[[File:Aiguille Noire de Peuterey from Val Ferret, 2010 August.JPG|thumb|upright=1.1|left|Versante sud visto dalla Val Ferret]] Nel cuore del massiccio, a 2.175&nbsp;m [[Livello del mare|slm]] si trova il [[giardino botanico]] più alto d'[[Europa]]: il [[Giardino alpino Saussurea]], che raccoglie e valorizza le specie naturali della flora caratteristica del Monte Bianco.

Prende il nome dal fiore ''[[Saussurea alpina]]'', chiamato così in onore dello scienziato ginevrino [[Horace-Bénédict De Saussure]], promotore della prima ascesa al Monte Bianco nel 1786<ref>[http://www.saussurea.net/ Fonte: sito del Giardino alpino Saussurea]</ref>. I mammiferi non possono sopravvivere a condizioni così difficili contrariamente a certe specie di uccelli. A altitudini più basse invece la [[fauna]] si presenta più ricca e variata. La vicinanza di due Parchi Nazionali ([[Parco Nazionale del Gran Paradiso|Gran Paradiso]] e della [[Parco nazionale della Vanoise|Vanoise]]) ha contribuito al mantenimento e alla diffusione di alcune specie che si erano ridotte a pochi esemplari. Tra i [[mammiferi]] si può incontrare il [[Rupicapra rupicapra|camoscio alpino]] che frequenta sia la prateria del piano alpino che i boschi del piano subalpino, dove è anche possibile incontrare due grandi [[erbivoro|erbivori]] come il [[Cervus elaphus|cervo]] e il [[capriolo]]. Le ampie pietraie del piano alpino vedono la presenza dello [[stambecco]], dell'[[Aquila chrysaetos|aquila reale]] e della sua principale fonte di alimentazione: la [[Marmota marmota|marmotta]]. Un animale che si incontra sia nelle praterie di alta quota che nel fondovalle è la [[Vulpes vulpes|volpe]]. Nell'area del massiccio sono state osservate ben 184 specie di [[uccelli]] e circa 110 sono nidificanti. Oltre all'aquila, tra i [[rapaci]] si possono avvistare la [[Buteo buteo|poiana]], l'[[Accipiter gentilis|astore]], il [[Falco tinnunculus|gheppio]].

Talvolta si può osservare il volo circolare dell'''avvoltoio degli agnelli'', il [[Gypaetus barbatus|gipeto]] estinto sull'arco Alpino all'inizio del [[XX secolo]] e reintrodotto di recente. Sono presenti anche il [[Fagiano|fagiano di monte]], il [[francolino di monte]] (nella Savoia e il [[Canton Vallese|Vallese]] ma non più nella Valle d'Aosta) e il [[corvo imperiale]]. Poche sono invece le specie di [[rettili]] e si trovano comunque a quote relativamente basse, tra questi la [[Natrix natrix|natrice]] dal collare, mentre dove il terreno è pietroso e soleggiato si può incontrare l'[[Vipera aspis|aspide]].
 
[[File:Brenva ridge from Punta Helbronner, 2010 July.JPG|thumb|upright=1.1|La ''Aiguille della Brenva'' posta lungo il ghiacciaio della Brenva: l'erosione delle rocce granitiche ha formato creste acuminate.]]
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[[File:Fluorite-Quartz-mun05-139a.jpg|upright=1.1|thumb|left|Il Monte Bianco è conosciuto anche per i suoi cristalli di [[fluorite]].]]
 
==== I quarzi del Monte Bianco ====
Milioni di anni dopo (come già accennato, da 70 milioni di anni è tuttora in evoluzione) l'orogenesi alpina sollevò questa intrusione di granito formando delle fratture nelle quali si formarono crepe e fessure<ref name=Minerali-Monte-Bianco>{{cita web|nome= I minerali del Monte Bianco|url= http://www.minerali.it/articolo-scientifico/Minerali-e-geologia-del-Monte-Bianco/Articoli/35886c0b-960d-4707-91f3-c4759d4125b3/Minerali-e-geologia-del-Monte-Bianco.aspx|titolo= Minerali e geologia del Monte Bianco|accesso= 25 ottobre 2010|sito= www.minerali.it}}</ref>. La formazione dei minerali di [[cristallo|cristalli]] è il risultato di un'iniezione d'[[acqua|acqua mineralizzata]] in queste fessure. Il processo di crescita dei quarzi nelle fessure alpine non è ancora completamente conosciuto. Per questa ragione il Monte Bianco è conosciuto anche come località mineralogica e dalle sue pendici provengono una gran quantità di [[minerale|minerali]] diversi, soprattutto [[quarzo|quarzi]] di rocca e [[fluorite|fluoriti]] rosa considerate le migliori. A testimonianza di un passato di sfruttamento delle risorse minerarie nel massiccio, sul versante italiano si trovano ancora due antiche miniere di [[galena|galena argentifera]] e di [[blenda]], abbandonate ormai da tempo. Una era conosciuta già nell'antichità con il nome di ''Trou des Romains'' e pare realmente che il suo sfruttamento sia iniziato in [[Impero romano|epoca romana]]<ref name=La-miniera-di-Trou-les-Romans>{{cita web|nome= L'antica miniera di Trou les Romans|url= http://www.regione.vda.it/turismo/prima_di_partire/informazioni/pagina_ricerche_e.asp?tipo=scheda&pk=2453&nomesch=sch_Percorsi&ts=percorsi&strTitoloVit=Trou%20des%20Romains|titolo= Trou des Romains|accesso= 25 ottobre 2010|sito= www.regione.vda.it}}</ref>; l'altra, la [[miniera]] del [[Miage]] è stata abbandonata nell'[[XIX secolo|Ottocento]], ed è posizionata a 3.500&nbsp;m d'altezza, con l'ingresso direttamente dalla parete rocciosa, alle falde della ''Tète Carrè''.

A 3.462&nbsp;m [[livello del mare|slm]], a [[Punta Helbronner]], sulla ''Terrazza dei Ghiacciai'' si trova una mostra permanente di cristalli provenienti dal Massiccio e tra i 150 minerali esposti si possono ammirare le più particolari varietà di [[quarzo ialino|quarzo di rocca]], di morioni ialini e fumé<ref name=I-Cristalli-del-Monte-Bianco>{{cita web|nome= Crystals of the Monte Bianco|url= http://www.summitpost.org/crystals-of-the-monte-bianco/437560|titolo= Crystals of the Monte Bianco|accesso= 24 gennaio 2011|sito= www.summitpost.org}}</ref>; le [[Vesuvianite|vesuviane]] ed i [[Granato|granati]] rinvenuti presso [[Châtillon (Italia)|Châtillon]], i minerali delle antiche miniere, tra i quali i campioni di [[oro]] nativo di [[Brusson (Italia)|Brusson]] e di violano di ''Saint Marcel'', unica località di ritrovamento al mondo. La conoscenza che Jacques Balmat aveva del massiccio, era dovuta anche al fatto che lui stesso era un cercatore di cristalli, (oltre che un cacciatore di camosci), e se il [[quarzo]] e la [[fluorite]] sono i minerali sovrani del Monte Bianco, se ne possono trovare molti altri ancora come: l'[[Adularia]] (KAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>); l'[[Ankerite]] (Ca(Fe++, Mg, Mn) (CO<sub>3</sub>)<sub>2</sub>); il [[Berillo]] (Be<sub>3</sub>Al<sub>2</sub>Si<sub>6</sub>O<sub>18</sub>); la [[Calcite]] (CaCO<sub>3</sub>); la [[Dolomite]] (MgCa(CO<sub>3</sub>)<sub>2</sub>); l'[[Ematite]] (Fe<sub>2</sub>O<sub>3</sub>); la [[Fluorapatite]] (Ca<sub>5</sub>(PO<sub>4</sub>)<sub>3</sub>F); la [[Galena]] (PbS); la [[Siderite]] (FeCO<sub>3</sub>); il [[Titanite]] (CaTiSiO<sub>5</sub>); l'[[Epidoto]] (Ca<sub>2</sub>(Fe+++, Al)<sub>3</sub>(SiO<sub>4</sub>)<sub>3</sub>(OH)).<ref name="Clima-Monte-Bianco"/>
 
[[File:Mont Blanc Wocher.jpg|upright=1.1|thumb|[[Marquardt Wocher]], 1790, M.G. Paccard sulla via del Monte Bianco l'8 agosto [[1786]].]]