Monte Bianco: differenze tra le versioni

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=== La tragedia del Freney ===
Nel mese di luglio del [[1961]] sul versante italiano del Bianco si consumò una delle vicende più drammatiche della storia dell'alpinismo<ref>{{cita web|nome= Giovanni|cognome= Staiano|url= http://www.meteogiornale.it/notizia/15531-1-freney-luglio-1961-4-giorni-di-maltempo-causarono-una-delle-piu-grandi-tragedie-dellalpinismo|titolo= Freney, luglio 1961: 4 giorni di maltempo causarono una delle più grandi tragedie dell'alpinismo|accesso= 28 ottobre 2010|sito= www.meteogiornale.it}}</ref>. Il [[Pilone Centrale del Freney]] era una meta molto ambita dagli scalatori di tutto il mondo, una delle ultime non ancora conquistate. La sua parete di granito rosso era difficilissima da scalare e per molti addirittura ritenuta impossibile. [[Walter Bonatti]] e [[Pierre Mazeaud]], già entrambi leggende dell'alpinismo, si incontrarono domenica 9 luglio al [[Bivacco della Fourche]] diretti verso lo stesso obiettivo e decisero di unire le forze per tentare la scalata insieme.

Con loro [[Andrea Oggioni]], [[Roberto Gallieni]], [[Pierre Kohlmann]], [[Robert Guillaume (alpinista)|Robert Guillaume]] e [[Antoine Vieille]], tutti rocciatori conosciuti ed esperti. Il tempo era buono ed erano previste condizioni stabili. Dopo una giornata e mezza di avvicinamento, raggiunsero la ''Chandelle'', ossia la cuspide sommitale del pilone, a 4.500&nbsp;m di quota. Quando mancavano 120&nbsp;m alla fine della scalata, la cordata fu investita da un'improvvisa bufera di neve che li bloccò sulla parete. Erano le 2 del pomeriggio di martedì 11 luglio: il tempo era cambiato velocemente come spesso accade sul Monte Bianco. Fu impossibile continuare, bisognava ritirarsi per trovare riparo nel rifugio Gamba (attuale [[rifugio Monzino]]). Intanto a [[Courmayeur]] scattò l'allarme grazie alle guide alpine [[Gigi Panei]] e [[Alberto Tassotti]] i quali furono i primi a comprendere la disperata situazione dei sette alpinisti scoprendone le tracce al Bivacco della Fourche. Partirono subito i soccorsi per rintracciare gli alpinisti oramai bloccati da tre giorni. Nella cittadina accorsero giornalisti e curiosi e tutta l'Italia seguì lo sviluppo della tragedia raccontata ora per ora in diretta televisiva e radiofonica dai giornalisti [[Emilio Fede]] e [[Andrea Boscione]]<ref>{{cita web|nome= Intervista a Marco Albino Ferrari|url= http://www.infinitestorie.it/frames.speciali/speciali.asp?ID=749|titolo= Un dramma nazionale sul Monte Bianco|accesso=5 novembre 2010|sito= www.infinitestorie.it}}</ref>.

Mentre Bonatti indicava la via verso la salvezza, stremato dal freddo e dalla fatica perse la vita Antoine Vieille la mattina di sabato 15 luglio ai ''Rochers Gruber'', dopo 5 bivacchi in parete. Robert Guillaume nella serata dello stesso giorno precipitò in un crepaccio del [[ghiacciaio del Freney]]. Nella notte tra sabato e domenica 16 luglio fu Andrea Oggioni a perdere la vita sul colle dell'[[Brouillard-Innominata|Innominata]] a soli tre quarti d'ora dal rifugio Gamba. I superstiti si avvicinavano lentamente alla salvezza, ma appena prima di giungere al rifugio Pierre Kohlmann crollò nella neve privo di vita<ref>{{cita web|nome= Erri|cognome= De Luca|url= http://archiviostorico.corriere.it/1996/agosto/15/vetta_mitico_Monte_Bianco_alla_co_0_9608155525.shtml|titolo= E in vetta al mitico Monte Bianco alla fine esplose tutto il mondo|accesso= 28 ottobre 2010|sito= www.archiviostorico.corriere.it}}</ref>. Alle 3 del mattino di domenica, Walter Bonatti e Gallieni giunsero finalmente al rifugio Gamba dove trovarono gli uomini delle squadre di soccorso. Subito dopo raggiunsero Mazeaud rimasto indietro, salvandolo.
 
[[File:B-17C with RAF colors.jpg|thumb|left|upright=1.1|[[Boeing B-17 Flying Fortress|Bombardiere B17 ''Fortezza volante'']].]]