Scrittura sillabica: differenze tra le versioni

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Un sillabario è un insieme di simboli scritti che rappresentano (o si approssimano alle) le [[sillabe]], formanti le [[parola|parole]]. Un simbolo in un sillabario rappresenta tipicamente un suono [[consonante|consonantico]] opzionale seguito da uno [[vocale|vocalico]].
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Le lingue che usano la scrittura sillabica includono la [[lingua greca|greca]] [[Micene|micenea]] ([[Lineare B]]), la lingua nativa americana [[Sillabario Cherokee|Cherokee]], la lingua africana [[sillabario Vai|Vai]], la [[lingua creola]] [[Ndyuka]] (la [[sillabario Afaka|scrittura Afaka]]) basata sull'inglese e la lingua [[sillabario Yi|Yi]] in [[Cina]]. [[Nu shu]] è un sillabario che venne utilizzato per scrivere la lingua del [[Yao (popolo)|popolo Yao]] in Cina. La [[scrittura cinese]], [[scrittura cuneiforme|cuneiforme]], e [[scrittura maya|maya]] sono ampiamente sillabiche, sebbene siano basate su [[logogramma|logogrammi]]. Esse vengono perciò riferite talvolta come ''logosillabiche''.
La [[lingua giapponese]] utilizza due sillabari insieme chiamati [[kana]], vale a dire [[hiragana]] e [[katakana]] (sviluppati intorno al 700 d.C.). Essi sono principalmente usati per scrivere qualche parola nativa ed elementi grammaticali, come pure parole straniere, per es. ''hotel'' viene scritto con tre kana, ホテル (''ho-te-ru''), in giapponese. Poiché il giapponese utilizza molte sillabe CV (consonante + vocale), un sillabario è bene adatto per scrivere la lingua. Come in molti sillabari, tuttavia, le sequenze di vocali e consonanti finali sono scritte con glifi separati, in modo che entrambe ''atta'' e ''kaita'' sono scritte con tre kana: あった (''a-t-ta'') e かいた (''ka-i-ta''). Perciò a volte viene definito un sistema di scrittura ''[[mora (fonologia)|moraico]]''.
[[ImageFile:katakana origine.svg|thumb|left|I sillabari spesso iniziano come logogrammi semplificati, come viene qui mostrato dal sistema di scrittura del [[katakana]] giapponese. A sinistra vi è la lettera moderna, con la sua originaria forma cinese a destra.]]
 
Attualmente, le lingue che usano i sillabari tendono ad avere una [[fonotassi|fonotattica]] semplice, con una predominanza di sillabe monomoraiche (CV). Per esempio, la moderna [[sillabario Yi|scrittura Yi]] viene usata per scrivere un lingua che non ha nessun dittongo o code sillabiche; insolitamente tra i sillabari, c'è un glifo separato per ogni combinazione consonante-vocale-tono nella lingua (a prescindere da un tono che viene indicato con un segno diacritico). Pochi 'sillabari' hanno glifi per sillabe che non siano monomoraiche, e quelli che una volta le ebbero, nel tempo le hanno semplificate, eliminandone quella complessità. Per esempio, il [[sillabario Vai]] originariamente aveva glifi separati per la finale delle sillabe in una coda ''(doŋ),'' una vocale lunga ''(soo)'' o un dittongo ''(bai),'' sebbene non abbastanza glifi per distinguere tutte le combinazioni CV (alcune distinzioni furono ignorate). La scrittura moderna si è espansa per includere tutte le [[mora (fonologia)|more]], ma allo stesso tempo si è ridotta per escludere tutte le altre sillabe. Le sillabe bimoraiche sono adesso scritte con due lettere, come in giapponese: i dittonghi sono scritti con l'ausilio dei glifi V o hV, e la coda nasale è scritta con il glifo ''ŋ,'' che può formare una sillaba di per sé nella Vai. Nella [[Lineare B]], che trascriveva il greco, una lingua con sillabe e consonanti complesse iniziali, erano scritte con due glifi o semplificati a uno, mentre le code erano generalmente ignorate: "ko-no-so" per ''Knōsos,'' "pe-ma" per ''sperma.'' Il [[Sillabario cherokee]] generalmente usa vocali mute per la coda delle consonanti, ma ha anche un glifo per /s/, che può essere usato sia come coda che come un gruppo consonantico iniziale /sC/.