Canna indica: differenze tra le versioni

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'''''Canna indica''''' <small>[[Linneo|L.]], 1753</small> o '''canna d'India''' (conosciuta anche come achira, achera, sagú, capacho, biri, cucuyús, juquián o papantla) è una pianta perenne appartenente alla famiglia della [[Cannaceae]] nativa dei [[Caraibi]] e delle aree centrali dell'[[America Centrale|America]].
 
== Nomi comuni, etimologia e concetto ==
Il nome "Achira" proviene dal termine [[quechua]] ''Achuy'', il cui significato primario è “starnutire”. Si rifà all'idea di “trasportare qualcosa tra i denti o con la bocca” e da qui al concetto di ciò che l'anima umana emette o esprime con spontaneità.
Per questo il termine ''achira'' indica "la parola", il "racconto", la "storia" ed è connesso alla trasmissione di conoscenza orale.
Può trovarsi in termini come ''Arachán'' una famiglia estinta nativa dell'Est dell'[[Uruguay]] e del [[Rio Grande do Sul|Rio Grande del Sud]] in [[Brasile]], ed anche nel nome della città di frontiera di [[Chuy]], posta tra questi due paesi. L'''achira'' è anche conosciuta in [[Colombia]] come ''sagú'' o ''chisgua'', come ''capacho'' o ''maraca'' in [[Venezuela]], come ''achera'' o ''atzera'' (o ''atcera'') in [[Perù]] ed [[Ecuador]] e come ''biri'' in [[Brasile]]. Altre denominazioni sono ''chui'o arawak imocoma''.
 
== Origine ==
È una pianta di origine centro-sudamericana, gli archeologi hanno scoperto che era già coltivata in Perù da 4500 anni.<br />
In Colombia le ''chibchas'' si utilizzavano per l'alimentazione. Attualmente, mediante processi di agroindustria rurale, si estrae l'[[amido]] di achira, il quale a sua volta viene utilizzato per la preparazione di biscotti di achira e altri prodotti artigianali come biscotti, pane di sagú, colazioni e passate.
Nei dipartimenti del Tolima, Huila y Cundinamarca, in Colombia, sono sorte un gran numero de piccole aziende dedicate all'estrazione dell'amido e varie imprese artigianali e industriale dedicate alla produzione del biscotto di achira, il quale sta guadagnando maggiore diffusione nei mercati urbani.
 
== Descrizione ==
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Immagine:Pflanze-Cannaindica1-Asio.JPG
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== Nomi comuni, etimologia e concetto ==
Il nome "Achira" proviene dal termine [[quechua]] ''Achuy'', il cui significato primario è “starnutire”. Si rifà all'idea di “trasportare qualcosa tra i denti o con la bocca” e da qui al concetto di ciò che l'anima umana emette o esprime con spontaneità.
Per questo il termine ''achira'' indica "la parola", il "racconto", la "storia" ed è connesso alla trasmissione di conoscenza orale.
Può trovarsi in termini come ''Arachán'' una famiglia estinta nativa dell'Est dell'[[Uruguay]] e del [[Rio Grande do Sul|Rio Grande del Sud]] in [[Brasile]], ed anche nel nome della città di frontiera di [[Chuy]], posta tra questi due paesi. L'''achira'' è anche conosciuta in [[Colombia]] come ''sagú'' o ''chisgua'', come ''capacho'' o ''maraca'' in [[Venezuela]], come ''achera'' o ''atzera'' (o ''atcera'') in [[Perù]] ed [[Ecuador]] e come ''biri'' in [[Brasile]]. Altre denominazioni sono ''chui'o arawak imocoma''.
 
== Origine ==
È una pianta di origine centro-sudamericana, gli archeologi hanno scoperto che era già coltivata in Perù da 4500 anni.<br />
In Colombia le ''chibchas'' si utilizzavano per l'alimentazione. Attualmente, mediante processi di agroindustria rurale, si estrae l'[[amido]] di achira, il quale a sua volta viene utilizzato per la preparazione di biscotti di achira e altri prodotti artigianali come biscotti, pane di sagú, colazioni e passate.
Nei dipartimenti del Tolima, Huila y Cundinamarca, in Colombia, sono sorte un gran numero de piccole aziende dedicate all'estrazione dell'amido e varie imprese artigianali e industriale dedicate alla produzione del biscotto di achira, il quale sta guadagnando maggiore diffusione nei mercati urbani.
 
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